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Ferragosto e l’Assunta in cielo: fusione suggestiva del sacro col profano

Diciamo le cose come stanno, o meglio, come stavano. Negli anni ’50 e giù di lì, quì a Ischia ed altrove,  il Ferragosto non si sapeva cosa fosse. Solo in pochi ne erano a conoscenza, e festeggiavano perché il 15 agosto di per sé, già era un giorno festivo di precetto, dedicato alla solennità dell’Assunta in cielo. I cittadini, a stragrande maggioranza cattolici, si attaccavano alla festa religiosa, e per rinfrancare maggiormente  lo spirito ed anche il corpo, dopo aver assistito alla santa messa del mattino, si concedevano in quella giornata particolare, gite ricreative in barca agli scogli di S.Anna, a Cartaromana ed a San Pancrazio, in gruppi, fra famigliari ed amici, dove veniva consumato il pranzo, preparato dalle donne di casa dalle prime ore del mattino in esclusivo stile marinaro. I foriani si rversavano alla spiaggia di Citara, i lacchesi a San Montano, i baranesi ai Maronti, i casamicciolesi sulla spiaggia del loro litorale ed i serraresi chi ai frassinelli e chi a al monte di S.Angelo. Insomma si mangiava sulla spiaggia, sulla barca, sugli scogli con godimento allo stato puro. Con gli anni poi gli ischitani hanno peso coscienza della festa di Ferragosto ormai largamente e ufficialmente diffusa, vivendola in simbiosi con la festa religiosa dell’Assunta. Fino a che le due ricorrenze non sono state riconosciute come festività dal diverso significato e dalla diversa storia.

In realtà domani 15 agosto è una  giornata in cui, sacro e profano, si uniscono: Ferragosto, la festa delle ferie per eccellenza, delle vacanze al mare e del relax, celebrata dalla Chiesa cattolica per festeggiare l’Assunzione di Maria in Cielo. La festa di Ferragosto, che cade il 15 agosto, ha origini più antiche e affonda le sue radici nel rito pagano. Bisogna tornare indietro, fino ai tempi degli antichi romani: Ferragosto, infatti, deriva da “Feriae Augusti”, che significa “riposo di Augusto”, in onore di una festività istituita dall’imperatore Augusto nell’8 a.C., che si associava agli antichi riti pagani dei Vinalia rustica o dei Consualia, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli.I tempi del  riposo dal lavoro, erano chiamati gli Augustali, durante i quali si organizzavano feste, banchetti, corse di cavalli, a cui partecipavano tutti, schiavi e serve compresi. Adottata dalla Chiesa cattolica, la festività assunse un tono religioso e si associò alla giornata del 15 agosto l’Assunzione della Beata Vergine Maria al Cielo. Rimase tuttavia qualcosa di pagano, come il Palio dell’Assunta, celebrato a Ischia Ponte da Don Carlo ed  in molte città d’Italia ancora oggi (a Siena il 16 agosto): la denominazione deriva dal “pallium“, il drappo di stoffa pregiata che era il consueto premio per i vincitori delle corse di cavalli nell’Antica Roma.

Il giorno di Ferragosto, i lavoratori a Ischia come altrove,in passato  ricevevano una mancia dal padrone, per permettergli di godere della festa, che nel Rinascimento divenne obbligatoria per decreto pontificio. Sacro, profano e popolare: il culto della gita fuori porta arriva durante il fascismo. Nel ventennio il regime organizzava gite popolari attraverso le associazioni del dopolavoro, istituendo dei “Treni popolari di Ferragosto”, per permettere ai più poveri di visitare l’Italia e di recarsi alle località balneari.  Come le famose, storiche Colonie Marine ospitate anche qui sull’isola d’Ischia.Non essendo previsto il vitto, nacque l’usanza del pranzo al sacco. Oggi Ferragosto si celebra, soprattutto tra i giovani, a partire dalla notte del 14 (questa notte), organizzando falò sulla spiaggia, metafora della vittoria del Sole nel ciclo annuale. A mezzanotte, poi, è d’obbligo il tuffo in mare, simbolo di purificazione e rigenerazione. Molti lo fanno, contaminati anche dal calore dei falò sulle spiagge.

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