CRONACAPRIMO PIANO

«Francesco non aveva problemi genetici»

Le motivazioni della condanna a Giuseppe Palmieri, dopo i danni riportati al momento della nascita dal Francesco Pio Diotallevi, evidenziano come il piccolo non avesse alcuna patologia pregressa ma siano stati commessi errori ed imperizie in sala parto. Ritenute fondate e convincenti le accuse contenute nella relazione del consulente di parte civile

Otto mesi di reclusione e il pagamento delle spese processuali. E’ questa la condanna inflitta dal giudice della sezione distaccata di Tribunale di Ischia, dott.ssa Carla Bianco, a carico di Giuseppe Palmieri lo scorso mese di dicembre, quando contestualmente la stessa giudice aveva invece disposto l’assoluzione per Maria Piro e Maria Giuseppina Giglio. La parte civile era rappresentata da Salvatore Diotallevi e Maria Teresa Trofa, genitori di Francesco Pio Diotallevi, la cui vicenda è diventato un drammatico caso di cronaca anche giudiziaria negli ultimi anni sulla nostra isola. Il bimbo, infatti, nacque all’ospedale Rizzoli ma giunse d’urgenza a Napoli con danni successivi al parto in alcuni casi gravissimi e irreparabili. Si aprì un contenzioso giudiziario che trascinò sul banco degli imputati sei tra medici e paramedici in servizio presso l’ospedale Rizzoli, alcuni dei quali hanno scelto il rito abbreviato e saranno dunque giudicati in separata sede. Adesso, però, arrivano le motivazioni della sentenza che chiariscono un aspetto fondamentale avvalorando la tesi sempre sostenuta dalla difesa (rappresentata dall’avvocato Roberto Iacono) e soprattutto dai consulenti di parte: i danni riportati dal bambino non sarebbero assolutamente da ricondurre a problemi di natura genetica quanto piuttosto ad una condotta improvvida di chi operò in sala parto.

La sentenza riassume ovviamente i fatti soffermandosi proprio sul ruolo del Palmieri. In un passaggio si legge: “A tutti gli originari imputati è stata contestata una ipotesi di responsabilità professionale nel corso del travaglio e del parto che aveva raccolto la nascita del piccolo Diotallevi Francesco Pio, all’esito del quale il neonato aveva riportato lesioni personali gravissime al sistema neurologico. In particolare, gli originari imputati Santagata e Stefanelli avevano ricoperto nell’ambito della prestazione medica ospedalicra il ruolo di medici ginecologi sia nella fase del travaglio che in quella del parto vero e proprio, Santagata anche in quanto medico di fiducia durante la gestazione; Giglio e Piro, entrambe ostetriche, avevano seguito il travaglio e il parto; Palmieri, infine, era un operatore socio sanitario intervenuto poiché chiamato nella fase del parto a eseguire in ausilio al medico ginecologo una manovra detta «di Kristelle» per favorire l’espulsione del feto. L’imputazione originaria descrive i principali profili fattuali di colpa nell’omessa redazione di un partogramma, come previsto da linee guida e che avrebbe consentito di diagnosticare tempestivamente le anomalie del travaglio e la sofferenza fetale; e nell’aver praticato, anche con l’ausilio materiale di Palmieri che in quanto OSS non aveva alcuna competenza né titolo, a più riprese la manovra di Kristeller in modo errato e imperito cosi da ridurre ancor di più lo scambio gassoso tra madre e feto. Alla sofferenza fetale correlata alla mancanza di ossigeno, verificatasi sia in fase di travaglio che in fase espulsiva, sono conseguiti al bambino danni neurologici gravissimi. Nato con indice Apgar 0 valutato a un minuto dalla nascita, in arresto cardio-respiratorio il bambino eta stato quindi trasferito d’urgenza al reparto neonatale del Cardarelli con diagnosi di accettazione «grave asfissia, coma, attività assente, postura decerebrata, ipotonia, assenza di riflessi primitivi, apnea, ipertono estensorio degli arti, motilità spontanea assente, flaccidità, riflessi assenti, arcattività pupillare».

Un quadro drammatico ma è la relazione del professore Maurizio Guida, riportata nelle motivazioni della sentenza, a fare ancora maggiore chiarezza sulla vicenda: “Ancora più approfondita è stata l’analisi svolta dal consulente di parte civile, professor Maurizio Guida. Il professore Guida ha evidenziato inoltre che crano rilevabili dagli atti alcuni «segni esterni» sul bambino attestati dalla documentazione medica: non solo l’indice Apgar pari a zero, ma segni di tumefazione (poi regrediti con il tempo) sicuramente compatibili con manovra di Kristeller effettuato in modo errato, «più volte e in maniera energica», mentre essa va eseguita da un medico o da un’ostetrica”. Poi un passaggio assolutamente determinante: “Quanto alla causa che ha provocato le lesioni e alla Crentuale correlazione con fattori congeniti, l’esperto ha chiarito che in astratto per le due (eventuali) patologie, genetica e da parto, non è possibile dire né che una escluda l’altra né esse che siano concorrenti, ma sicuramente nel caso di specie è acquisita come certa la patologia da travaglio; sono escluse invece dalle analisi svolte le patologie genetiche esplorabili con i metodi diagnostici conosciuti. A seguito di approfondimento sollecitato da domande della difesa, Guida ha precisato che le risonanze magnetiche effettuate dopo la nascita non danno la certezza di quando sia avvenuta la sofferenza, se prima o durante il parto, e non si può escludere in astratto che sussistano entrambe; non si può escludere che l’acidosi metabolica possa derivare da una patologia di origine genetica, ma nel caso concreto certamente è stata determinata da difficoltà del travaglio proprio in quanto il contesto globale dei dati rilevabili porta a ritenere più verosimile la compatibilità del nesso causale con il detto momento; e ciò sebbene statisticamente solo il 10% delle encefalopatie neonatali derivino da cattiva gestione del parto. Ma nel caso di specie sono stati ravvisati criteri certi per attribuire l’insorgenza alla fase del parto: il valore del Ph alla nascita, il valore Apgar alla nascita, le manifestazioni sintomatologiche immediate (cfr. le dichiarazioni rese in sede di esame alle domande del giudice e riportate alla pagina 25 del verbale stenotipico)”.

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