CRONACA

Furto di carburante a Ischiambiente, il processo entra nel vivo

Ieri la testimonianza dell’ex presidente del cda Salvatore Sirabella, mentre non hanno convinto il Tribunale le deposizioni di due dipendenti della partecipata, che sarebbero caduti in contraddizione rispetto a quanto dichiarato in fase d’indagine

Ieri nuova udienza nell’ambito del processo per il presunto furto di carburante perpetrato ai danni della società Ischiambiente. Come si ricorderà, Salvatore Mazzella, Ciro Cenatiempo, Andrea Sorice ed Emiddio Ungaro sono accusati di furto, abuso d’ufficio, ricettazione e incauto acquisto, ipotesi di reato legate appunto alla presunta illecita sottrazione di carburante ai danni della citata società, partecipata al 100% dal Comune, che gestisce il servizio di nettezza urbana sul territorio dell’ente di via Iasolino.

I fatti contestati risalgono all’ormai lontano 2013: Salvatore Mazzella, Ciro Cenatiempo, Andrea Sorice, ed Emiddio Ungaro sono accusati di furto, abuso d’ufficio, ricettazione e incauto acquisto

Si avviano ormai alla conclusione le deposizioni dei testimoni indicati dal pubblico ministero: ieri è stata la volta dell’ex liquidatore ed ex presidente del consiglio di amministrazione Salvatore Sirabella, il quale ha riferito sulle modalità attraverso cui arrivò a desumere un eccessivo consumo del carburante riservato ai mezzi della società. Rilevata tale anomalia, la comunicò al sindaco. Gli altri testimoni ascoltati ieri sono due dipendenti della società, Migliaccio e Trani. Nel corso delle rispettive deposizioni hanno riferito di aver ascoltato all’epoca alcune voci, anche tra gli altri dipendenti, circa presunte sottrazioni di carburante ai danni della partecipata. Tuttavia, durante le testimonianze sarebbero emerse talune contraddizioni e reticenze rispetto a quanto gli stessi testi avevano dichiarato agli investigatori durante la fase delle indagini, come contestato dal pm, al punto che lo stesso collegio giudicante è apparso quantomeno sorpreso dalle discrasie rilevate nel dibattimento. La prossima udienza è stata fissata agli inizi di ottobre, quando dovrebbero essere ascoltati gli ultimi testi dell’accusa, e oltre a uno indicati dalla parte civile.

Come si ricorderà, secondo la pubblica accusa il furto di benzina sarebbe stato perpetrato tramite un accordo tra Ciro Cenatiempo, che all’epoca rivestiva il ruolo di direttore di Ischia Ambiente, e Salvatore Mazzella, magazziniere della stessa società. A quanto si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, Mazzella è accusato di furto perché «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, al fine di trarne profitto, con abuso di prestazione d’opera derivante dal suo incarico di magazziniere presso “Ischia Ambiente Spa” (e del conseguente possesso delle chiavi di accesso dell’autoparco sito in località Piedimonte presso Barano d’Ischia, presso il quale avveniva il rifornimento di carburante degli automezzi della società) s’impossessava del carburante destinato al rifornimento dei mezzi della società predetta, incaricata del servizio di trasporto rifiuti per poi rivenderla a terzi, cagionando, per il solo periodo effettivamente accertabile (da agosto a dicembre 2013) attraverso comparazione con gli stessi mesi dell’anno successivo, un danno patrimoniale di rilevante gravità pari a Euro 21.640,76». C’è anche l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, in concorso, per Mazzella e Cenatiempo, «perché in esecuzione del medesimo disegno criminoso, il primo nella qualità di Direttore di Ischia Ambiente (incaricato di pubblico servizio), il secondo quale istigatore e beneficiario, in violazione di norme di legge o di regolamenti, il Cenatiempo non adottando alcun provvedimento in merito alla vigilanza del deposito di carburante né avviando alcuna indagine interna e conseguente procedimento disciplinare, nonostante le ripetute segnalazioni di furto del carburante, provenienti dai dipendenti (in particolare Annunziata Dario) e dalle autorità comunali (in particolare il Sindaco Ferrandino Giuseppe), desumibile in conseguenza di anomali ammanchi di carburante, intenzionalmente procurava al Mazzella Salvatore l’ingiusto vantaggio patrimoniale di cui al reato di furto, nonché a sé il vantaggio patrimoniale consistente nel rimessaggio gratuito e nelle riparazioni della imbarcazione da diporto, dallo stesso utilizzata, che veniva regolarmente effettuato (a partire dal 2009) presso il Cantiere navale del padre di Mazzella Salvatore».

Prossima udienza a inizio ottobre, con le deposizioni degli ultimi testimoni indicati dal pubblico ministero

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Nei confronti di Andrea Sorice, l’accusa è di ricettazione, perché «al fine di assicurare a sé ed altri un profitto, in occasione della propria attività di titolare di falegnameria, con la consapevolezza della illecita provenienza del carburante lo riceveva dal Mazzella Salvatore per rivenderlo a terzi ed effettivamente lo rivendeva a terzi». Infine, a Emiddio Ungaro viene contestato l’incauto acquisto di cose di sospetta provenienza «perché, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquistava dal Mazzella Salvatore e dal Sorice Andrea il carburante provento del furto».

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