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Gran successo e consensi alla libera visita del Castello d’Ischia

Porte aperte a tutti e splendida ascesa (nella solare e calda domenica dell’Ascensione del 28 maggio scorso) al Castello d’Ischia, simbolo dell’isola, e l’occasione propizia e doverosa per ringraziare la famiglia Mattera e l’accoglienza squisita della signora Clementina Petroni (vedova dal 19 novembre del 2013 del compianto Antonio Mattera) e altresì del figlio Giovanni Mattera, giovane di ventitré anni che, continuando il generoso recupero del proprio papà Antonio, cura in modo così visibile ed esemplare il versante orientale del celebre isolotto affacciato su Procida, Capri e la vista stupenda del golfo di Napoli col Vesuvio. Si tratta del lato di levante non visibile ovviamente da Ischia Ponte, per cui la visita accompagnata da apposita e precisa segnaletica ha regalato la sorpresa di “dueterzi” del Castello messi a disposizione dalla costante opera di recupero dall’abbandono di Giovanni Mattera, perché qui era situata l’antica città fortificata del versante orientale con la residenza un tempo di circa duemila famiglie; e qui avevano casa nel ‘500 nobili come i Cossa, Lanfreschi, Assante, Calosirto; e sullo spettacolare, panoramico terrazzo degli ulivi amava passeggiare la poetessa Vittoria Colonna e la sua corte; ora restano immortali le imponenti vestigia, una sorta di piccola Pompei, che, senza interessi personali, il buon Antonio Mattera ed ora suo figlio Giovanni hanno portato al recupero, pulizia degli orti, sentieri e piantagioni secolari, memoria di un sublime passato nella Fede vissuta e coerente di tante Chiesette e di quella maestosa Croce lignea -foto dello scrivente- su una cima (dinanzi alla Chiesa della Madonna delle Grazie) protesa alta sul mare del golfo, come ad additare a tutti il “sentiero del sole”che porta sempre a sua Madre Maria e qui alla stupenda Chiesa della Libera. “Ricordo quante volte l’archeologo e storico Don Pietro Monti è intervenuto con mio marito Antonio all’esplorazione e recupero di antichissimi cimeli e resti poi sistemati, conservati alla memoria e visita nel ‘Museo casa del sole’; reperti dell’età greca, romana, normanna, angioina, aragonese, insomma una ricchezza e bellezza di storia e fede che Antonio Mattera ha salvaguardato, valorizzato e che nostro figlio Giovanni prosegue”, spiega la signora Clementina Petroni, peraltro nota artista di produzione pittorica e poetica, che col figlio Giovanni Mattera hanno fatto gli onori di casa e i “ciceroni” ai tanti visitatori di questa indimenticabile, calda domenica d’Ascensione. Noi abbiamo contemplato, tra l’altro, nella Chiesa delle Grazie una sua opera pittorica significativa: “l’albero della vita”, dell’immortalità. Sì il complesso storico, architettonico e paesaggistico del versante orientale si potrebbe chiamare proprio così: “L’albero della vita”! Ma riparleremo di quanto ci ha sorpreso e affascinato. Grazie, famiglia Mattera!

DIES  DOMINICA – domenica di Pentecoste (anno A)

“Si compirà il prodigio della seconda Pentecoste che avverrà con il trionfo del mio Cuore Immacolato nel mondo, il quale verrà completamente trasformato dalla più grande manifestazione della divina Misericordia”(Messaggio a don Stefano Gobbi, pag. 1044, dal vol. ‘Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna’, con imprimatur).

Gli uomini incominciano a non intendersi più e si dividono, si distaccano da Dio e si mettono a sfidarlo: “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole…Poi dissero: – Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo…Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele -“. Al contrario, quando verrà lo Spirito Santo, che riunisce gli uomini con Dio, allora si comprenderanno. I discepoli di Gesù sono stati obbedienti. Hanno atteso lo Spirito Santo promesso apparso nel segno del fuoco e della parola “assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù”(At 1,14). La necessaria presenza di Maria provocò la discesa dello Spirito Santo Dio, il suo Sposo Mistico, originando la Chiesa Cattolica e gli astanti “erano stupefatti, perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua”(At 2,7). E’ la Pentecoste. “Raccolti in preghiera nel Cenacolo spirituale del mio Cuore Immacolato, vi preparate a ricevere il dono prodigioso della seconda Pentecoste che scenderà sull’umanità riportandola alla piena comunione di vita con il suo Signore che l’ha creata, redenta e salvata; comunicherà soprattutto alla Chiesa il dono prezioso della sua piena unità e della sua più grande santità. Solo allora Gesù porterà in essa il suo Regno di gloria. Oggi vi invito ad entrare nel Cenacolo del mio Cuore Immacolato, per raccogliervi in preghiera con Me vostra Mamma Celeste. Così insieme imploriamo il dono dello Spirito Santo ed insieme attendiamo che scenda la seconda Pentecoste che rinnoverà il mondo e cambierà la faccia della terra”(Messaggio di Maria NS di Fatima a Don Stefano Gobbi, pag.1105, 1106, 1107, dal vol. ‘Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna’, con imprimatur della Chiesa Cattolica).

UNA CROCE A ORIENTE

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E’ benedetto chi ti pose sull’orlo ritta,

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o gran Croce lignea dell’antico Castello,

che da te prende luce il cielo a memorie

e riflesso d’azzurro al mare sorte d’oriente

e guida al sentiero di brecce vestito di sole.

Ti ammiro e amo – sorpreso al maniero –

Il tuo sogno di rocca e steli smarcati alla falce.

Guardi ritta braccia spalancate al mesto canto

di gabbiani ali sospese a nidi di roccia precìpite.

Sempre ti cerco e chiedo, io cenere di focolare:

-“Come la folgore viene da oriente

e brilla fino a occidente, così sarà

la venuta del Figlio dell’uomo -“(Mt 24,27).

Invoco tua fedele Promessa su sete di terra

e patiti secoli scaduti nel sacro suggello di fede.

Con te, o Croce d’oriente, alita sempre l’Eterno

e Madre silente ferita al dolore e attesa Carezza

da palmo di mano aperta con un’Emme segnata.

Del tuo Sacrificio arde fiamma di sangue,

decisa Corona a ritorno di trionfo regale:

luminosa Croce nel cielo distesa

a gloria da oriente a occidente!

 

A cura del prof. Pasquale Baldino, responsabile diocesano Cenacoli Mariani, docente Liceo, poeta (e-mail: prof.pasqualebaldino@libero.it)

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