LE OPINIONI

IL COMMENTO Il rumore del silenzio: il PNRR e l’elogio del confronto

di Benedetto Valentino

Quando iniziai ad occuparmi di giornalismo locale, un vecchio edicolante mi diede un consiglio: “Puoi scrivere quello che vuoi e come vuoi, comunque venderai almeno 300 copie del giornale, perché sull’isola i consiglieri comunali e quelli che si occupano di politica comprano tutto”. Ed in realtà presto scoprii che era vero: bastava alimentare un semplice dibattito anche sulle cose più futili e le 300 copie del giornale erano stabilmente vendute. Era il tempo in cui i giornali locali avevano il compito di rappresentare quella mediazione tra il popolo e il palazzo, tra l’opinione pubblica e il potere. All’epoca i giornali davano ampio risalto alle proposte e alla partecipazione. Come non ricordare le battaglie per il Comune unico, le pinete, il traffico, il piano regolatore, oppure il dibattito intorno alla politica delle opere di Enzo Mazzella, il piano trasporti di Franco Iacono, la sanità.

Ogni scelta politica era al vaglio, anzi spesso era proprio attraverso i giornali che si definivano le cose da realizzare e le modalità. Il vaglio dei giornali era spesso il frutto di un dibattito più ampio che si era svolto nelle piccole stanze delle sezioni dei vari partiti e attraverso la stampa locale intendeva sollecitare la partecipazione popolare. Era il tempo in cui le aule dei consigli comunali erano affollatissime con cittadini che attendevano anche settimane quelle riunione pubbliche per assistere ai confronti tra le varie posizioni e tra i rappresentanti dei vari partiti.

Con l’avvento del web e dei social il dibattito si è spostato su questo nuovo strumento e i giornali non hanno più  rappresentato l’unico  un mezzo disponibile di mediazione. Quando apparve il web, i guru della rete amavano predicare che avremmo realizzato quella democrazia diretta, senza più mediazioni e rappresentanti che rappresentava un passo in avanti dell’umanità. In realtà, a distanza di qualche decennio, assistiamo invece al totale appiattimento del dibattito e del confronto o meglio dire alla totale assenza del dibattito. I consigli comunali sono ormai deserti, sui giornali locali il dibattito e gli interventi sono quasi sempre delle stesse persone, spesso di inguaribili romantici che scrivono più per compiacere sé stessi piuttosto che per alimentare un confronto o un dibattito pubblico. Quello che però più fa rumore in questa fase storica è la totale assenza, il silenzio assoluto dei tanti consiglieri comunali isolani non solo attraverso i giornali locali ma anche su facebook o su twitter. La loro parola d’ordine è silenzio.

Il silenzio è calato anche sul PNRR.  Eppure i fondi del Pnrr sono stati presentati come la salvezza del paese, come l’occasione di una grande svolta dopo la pandemia. Avete mai visto un post di un consigliere comunale isolano sul PNRR o su un qualunque altro tema? Avete mai assistito ad una feroce polemica, ad un dibattito di qualsiasi natura? Nei giorni scorsi abbiamo avuto la notizia che nessun progetto dei comuni isolani è stato finanziato dal PNRR e che solo alcuni  piccoli progetti sono stati dichiarati ammissibili. Ne ha parlato qualcuno, fatta eccezione di qualche giornalista che ha pubblicato la notizia? Nessuno. Non voglio certo iscrivermi  al “club” degli inguaribili romantici, né ho nostalgia del passato, ma è possibile che il dibattito pubblico sia letteralmente scomparso, cancellato? Per mia cultura personale so bene che il confronto, anche quello più truce e serrato, porta ad arricchimento della persona. E non penso di sbagliarmi affermando che la nostra società isolana, come del resto l’intera società occidentale,  è molto più povera di prima.

Se non mi fossi scontrato, se non avessi anche litigato ferocemente, come ho sempre fatto nella mia vita, è probabile che mi sarei ridotto solo  ad una “ameba” senza anima. Il dibattito politico è passione ed il confronto è sempre un atto di amore. Il problema vero è forse che le idee devi averle, devi avere una “visione” del mondo, del futuro, anche sbagliata, anche “fuori di testa”… Il ruolo del consigliere comunale è definito nel nome della funzione: consigliare che se usato come completo oggetto significa appunto proporre, suggerire, raccomandare come cosa utile alla collettività. Ma che consigli e a chi,  se, come tutti possiamo notare,  non c’è più nessuno che pronuncia una parola, un discorso, se nessuno sa niente su quello che pensano i nostri “consiglieri” comunali? Un vecchio maestro di vita mi diceva sempre di diffidare di chi restava sempre in silenzio perché non solo non sai mai che cosa pensa, ma non sai neppure se ha un pensiero. Tra poco tutti torneranno a chiedere il voto, ma almeno spero di sapere prima che pensi…

Ads
Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex