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Ceduta Cala degli Aragonesi, mercoledì il passaggio di proprietà

Le trattative andavano avanti – in maniera più o meno sotterranea – da un bel pezzo, ma adesso siamo davvero ai dettagli. O meglio, i dettagli sono già stati chiariti e definiti, siamo arrivati al momento di mettere nero su bianco per una acquisizione di quelle che sono destinate sicuramente ad entrare di diritto nella hit parade non soltanto di questo anno solare. Sta infatti per passare di mano la società Cala degli Aragonesi, che gestisce parte dello specchio acqueo del porto di Casamicciola Terme destinato al diportismo nautico. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da fonti decisamente informate, le parti (e cioè acquirente e venditore) si ritroveranno mercoledì a Napoli presso uno studio notarile per definire il trasferimento delle quote. Che, è bene precisarlo, avverrà nella sua interezza: smentita e caduta, così, una voce che aveva circolato insistentemente fino a qualche tempo fa e che voleva soltanto l’ingresso di un nuovo socio che si sarebbe limitato ad acquisire una quota di minoranza. Si volta pagina, in maniera chiara, netta e soprattutto totalitaria.

Per adesso quello che è certo è che la Cala degli Aragonesi passerà in mani ischitane. O meglio, quantomeno ischitano è colui che ha condotto la trattativa fin dalla sua fase embrionale, poi c’è da capire se c’è qualcuno che agisce nell’ombra senza comparire ma questo è un altro discorso. Per quanto riguarda invece le cifre dell’operazione, dovrebbero essere praticamente ufficiali: il costo che sarà sostenuto per rilevare la società è di 350.000 euro ma l’acquirente dovrà mettere mano alla tasca in maniera ben più consistente. L’atto notarile e l’accordo, infatti, prevedono che l’imprenditore ischitano si accollerà una spesa ulteriore che ammonta a circa un milione di euro e che in parte è frutto di un debito che la Cala degli Aragonesi ha maturato nel tempo con il Comune di Casamicciola. Una massa debitoria il cui “saldo” all’ente pubblico potrà ovviamente essere discusso e spalmato in più annualità per la reciproca soddisfazione anche dell’ente locale di Palazzo Bellavista che vedrà entrare sia pure a “tappe” denaro fresche in casse che certamente non scoppiano di salute. Non siamo degli economisti né degli analisti e neppure degli esperti di diportismo, ma l’importo speso per portare a compimento l’operazione – per quanto sulla carta ritenuto comunque non eccessivo o in ogni caso ammortizzabile in tempi non biblici – certamente fa sì che non possa essere ricondotta l’acquisizione all’installazione di un distributore di carburante, come si era ventilato ed ipotizzato non appena l’investitore ha avuto un volto dopo aver assunto le sembianze di “Mister X” per un determinato arco di tempo.

Nel frattempo, però, sarebbe impossibile non soffermarsi su alcune voci “di dentro” che provengono da un osservatorio privilegiato come quello del porto di Casamicciola. Perché su questa cessione aziendale si adombrerebbero anche diversi sospetti e nubi fosche anche sulla provenienza dei capitali impiegati per arrivare a dama. Chiacchiere inevitabili in casi del genere, sosterrà qualcuno, e certamente ci può stare così come però è chiaro che qualche dubbio possa rimanere soprattutto laddove si consideri che l’acquirente, tanto per dirne una, non avrebbe alcuna esperienza pregressa in un settore come quello del diportismo. Ma dalla prossima settimana, presumibilmente, tutto sarà più chiaro.

Gaetano Ferrandino

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