LE OPINIONI

IL COMMENTO Cosa aspettarsi dai nuovi sindaci

DI ANNA DI MEGLIO COPERTINO

Ancora una volta l’esiguo orizzonte dell’isola assiste alle elezioni in  ancor più esigue porzioni del proprio territorio. Cosa giustifichi tale parcellizzazione in epoca di globalizzazione e grandi sfide collettive, come le emergenze climatiche ed energetiche o il mutare di equilibri internazionali,  sembra sempre più arduo da individuare e sostenere. Il tributo al percorso storico dei singoli comuni, a esigenze specifiche di natura socio-ambientale? Già semplicemente scriverne mi crea disagio. E’ evidente che si tratta solo di preservare, magari mutandone i nomi, piccole baronìe di contrada, ciascuna coi suoi piccoli referenti da individuare, incolpare, supplicare nelle varie difficoltà del quotidiano. Poiché i giornali han già ampiamente riportato volti, dichiarazioni, percentuali, critiche, bocciature, festeggiamenti (e, banalmente, come accade nel calcio, son vincenti le ragioni di chi porta a casa, magari momentaneamente, il risultato), nell’augurare buon lavoro ai nuovi eletti, non ci resta che ribadire quanto  necessario perseguire nell’interesse della collettività. 

Partiamo da ciò che era  sottinteso in premessa: la collaborazione fra le sei amministrazioni. I recenti disastri, o meglio il ripetersi recente di storiche criticità, hanno urlato ai politici la necessità di un progetto comune, con le conseguenze a cascata degli eventi di Casamicciola (ma non solo) su tutti gli altri territori e i loro abitanti e utenti. Tale è apparso l’auspicio anche  del commissario Legnini nelle dichiarazioni post voto. Collaborazione irrinunciabile non solo fra le singole amministrazioni, ma anche fra ciascuna di esse e il popolo che le ha espresse: trasparenza dei progetti e degli atti, puntuale possibilità di accesso ad essi da parte di tutti. Bandi e borse di studio volti a stimolare e accogliere “idee” nuove da parte del “nuovo”, i giovani, cioè. Tener fede a quanto promesso in campagna elettorale. Partire dalla sicurezza, considerando che l’emergenza, con cui stiamo facendo i conti,  rappresenta solo la punta dell’iceberg di una situazione ben più vasta, che vede spesso responsabilità dei privati nella mancata o insufficiente manutenzione di terreni ed edifici,  le cui condizioni  devono essere dunque mappate, affinché si possa man mano procedere, da parte pubblica,  a sollecitare interventi presso i singoli proprietari. La battaglia fondamentale resta quella relativa alla sanità, poiché l’isola accusa problematiche gravi in tal senso, e tutte le carenze denunciate a livello nazionale (limitato numero di medici e infermieri, inefficienza e inadeguatezze di strutture e personale, disparità di trattamento legate alle condizioni socioeconomiche di appartenenza degli utenti), concentrate in un territorio  circondato dal mare, esposto a rischio isolamento in condizioni di mal tempo e comunque impossibilitato a bastare a se stesso, diventano drammatiche. Dobbiamo assolutamente ottenere un polo di intervento avanzato, con personale competente ( possibilmente residente: creare le premesse per indirizzare le nuove leve verso tale vitale settore) e strutture adeguate. I settori principali della medicina di pronto intervento devono essere all’avanguardia. Eventi cardiovascolari, cancro, incidenti di varia natura richiedono una task force di alto profilo (avete notato l’allarmante percentuale di decessi negli ultimi anni?). 

Superfluo andare successivamente ad elencare gli altri settori in cui è urgente intervenire per migliorare la vivibilità dei residenti e l’attrattività dell’isola in termini turistici. Lo ha garantito, fra le priorità,  il neo sindaco Stani Verde per Forio (ma ovviamente la pianificazione deve riguardare tutto il territorio di Ischia), e suonerebbe un’offesa farlo presente a un politico navigato quale Giosi Ferrandino, abituato a considerare, per esperienza personale, le peculiarità di più comuni e le prospettive d’intervento legate alla necessaria sensibilizzazione della sfera politica nazionale. Pulizia e manutenzione di strade e  arenili, miglioramento della questione traffico, valorizzazione del patrimonio naturale e storico, apertura a una forma di turismo – non più solo stagionale, sfruttando finalmente a fondo il patrimonio  termale – che presenti, sì, ventaglio di opportunità per più ceti socio-economici, ma rigorosamente nell’ambito di una gestione oculata del territorio sotto il profilo della legalità, del benessere psichico, messo a dura prova dalla volgarità e dall’aggressività di ampie fasce di “avventori” del turismo, per lo più canicolare, che imperversano e deturpano le nostre zone. 

Cosa si aspetta l’isola dagli ultimi, in ordine di tempo, due sindaci che un maggio anomalo e bizzoso ci ha portato? Il miracolo di un epocale cambiamento di rotta? Risposta negativa scontata. Ci aspettiamo spunti concreti e immediati: strutturazione adeguata, sul piano della competenza e della efficienza, di uffici e mansioni; incontri tempestivi di confronto coi colleghi delle altre amministrazioni; coinvolgimento costante dell’opinione pubblica, anche, ma non solo,  tramite rappresentanti di categoria, quali commercianti e albergatori; scaletta, resa pubblica, di iniziative concrete in ordine di priorità; capacità – perché no? – di spartirsi settori di intervento sull’intero territorio isolano; rendicontazione puntuale. Ci aspettiamo altresì la voglia e l’umiltà di confrontarsi coi problemi della gente, contattata fino a pochi giorni orsono, come in ogni tornata elettorale,  tramite social, per invitarla a sostenere la propria candidatura. Ci aspettiamo da Giosi e Stani, come da tutti i nostri sindaci,  non superuomini da ossequiare e riverire o da maledire in fondo al cuore, ma “lavoratori”volenterosi, impegnati, capaci di chiedere e dare aiuto, di unire la nostra gente, facendola sentire  motivata al raggiungimento di obiettivi “comuni ai comuni”. Facendola sentire “isola” di bellezza e, insieme,  “continente” di opportunità e di strumenti all’avanguardia. Ci aspettiamo un percorso difficile, ma irrinunciabile  e appassionante. INSIEME.

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