LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia e il Green Pass

DI LUIGI DELLA MONICA

Sono consapevole di affrontare un tema delicatissimo, spinoso e profondamente foriero di conflitti intellettuali. Tuttavia credo che tacere sul punto sia un atto di viltà, soprattutto alla luce del mio precedente articolo dello scorso 5 maggio. Personalmente sono un pervicace fautore della necessità di vaccinazione di massa al 100% della popolazione e mi assumo l’onere delle critiche da parte dei cosiddetti “no vax”. Ciò che mi preoccupa è che la fazione di questi ultimi alberghi nei circoli culturali elevati della società e non fra i sig.ri Rossi, Proietti, Brambilla ed Esposito della città (i portatori del cognome non me ne vogliano, ma si tratta di una licenza narrativa). Non so precisare quale sia il meccanismo mentale che mi porti ad avvertire la mia idiozia, allorquando mi fido delle istituzioni e della comunità scientifica che all’unisono mi esortano alla vaccinazione, per cui ho desiderato ardentemente la mia immunità “covid” raggiunta il 5 luglio all’incirca. Ricordo che appena visionata la notizia online della apertura della piattaforma “Sinfonia” sono corso a richiedere la vaccinazione, anzi il mio cellulare aveva già preregistrate i codici alfanumerici della tessera sanitaria e della mia data di nascita. Mia moglie, mio fratello per motivi di lavoro ed i miei genitori per ragioni anagrafiche si praticavano la prima dose molto prima di me ed io ricordo l’imbarazzo e l’angoscia nell’attendere il mio turno, poiché i miei clienti e le mie faccende lavorative mi obbligavano spesso ad espormi a rischio contagio.

Mi domando se sia stato soltanto io, che ho il privilegio di scrivere su questo quotidiano, ad aver vissuto questi momenti angoscianti, oppure stia tediando chi legge in uno sterile monologo. Dopo tutte queste sofferenze interiori e disagi psicologici, mi accorgo che molti amici, ripeto del mondo culturale che conta, si sono astenuti persino dalla prima dose. Addirittura alcune persone si rivolgevano a me, in quanto avvocato, per richiedere consulenze in merito alla facoltà di sottrarsi alla somministrazione del vaccino. Un dato storico sociale ineluttabile è quello del traguardo Ischia “Covid free”, un valore frutto di immani sacrifici politici ed imprenditoriali che va assolutamente conservato e difeso. Sono mesi che i passeggeri in transito da e per Ischia si sottopongono alla misurazione della temperatura, ma ai fini della prevenzione scientifica sappiamo che è il solletico della pulce sulla pancia del gigante. Quanti e quali saranno gli asintomatici non intercettati e questo sicuramente arretra negativamente quello che i sindaci, in prima fila quello di Forio, chiedevano a voce alta di incrementare il numero di passeggeri trasportati alle compagnie di navigazione. Mi chiedo se si possa, in ragione dell’emergenza epidemiologica, integrare le condizioni di trasporto marittimo con la prescrizione di presentarsi all’imbarco almeno 30 minuti prima, per consentire il controllo del “green pass” alla richiesta dell’emissione del biglietto e\o dotare le biglietterie magari di un lettore ottico connesso al sito regionale della piattaforma “Sinfonia”, al fine di verificare l’avvenuta vaccinazione del richiedente il trasporto. Nello specifico mi potranno obiettare molti giuristi che trattasi di violazione palese dell’art. 15 Cost. in materia di libertà di locomozione, di soggiorno, ovvero di viaggio dei cittadini italiani. D’accordo mi piego alla scienza altrui, ma ugualmente credo sia necessario un bilanciamento di valori costituzionali con l’Art. 32 Cost. diritto alla salute.

Spesso ci riempiamo la bocca di malasanità, di pretese perentorie di essere curati gratuitamente al meglio e con restituzione del bene salute, da parte di quei medici, infermieri ed ausiliari che devono essere i migliori fra i migliori, provenendo dalle eccellenti università italiane, pubbliche e\o private, ma sottraendoci alla vaccinazione, dimostriamo una profonda incoerenza rispetto a questa condizione di reciprocità. Mi sembra lo stesso discorso dell’opinione comune sulle Forze Armate, allorquando si contesta ed abiura l’uso delle armi, ma ci si duole gravemente se un dittatore invasato e folle intenda gettare una bomba sulle nostre case: il grido della pubblica opinione sarebbe che l’Esercito non è servito a nulla e magari gli elettori hanno votato partiti che hanno effettuato tagli fortissimi al capito difesa. Francamente non capisco cosa possa indurre a ritenere benefica l’astensione dal vaccino per sposare teorie complottiste, spionistiche o di scienze alternative. L’A.I.F.A. ha chiaramente smentito che i vaccini possano portare come effetti collaterali l’autismo o altri disturbi; l’unico neo certamente dipende dalla ordinaria sperimentazione di un vaccino è di norma cinque anni. A questo punto, si tratta di considerare la situazione straordinaria ed eccezionale dell’epidemia e la ponderazione dei benefici e degli effetti negativi. Io credo che dopo la magra figuraccia d’oltre Manica e del Brasile che con la presunta immunità di gregge hanno contribuito alla diffusioni delle varianti del virus sia necessario affrettarsi a sottoporsi al vaccino. Non è forse il vaccino che ci ha liberato dalla TBC o dalla poliomelite? Il fatto è che la memoria è corta in quanti non hanno mai visto bambini emaciati oppure zoppi per quei due morbi infausti. E che dire della difterite… Ho scoperto che la letteratura cinematografica di una storia vera ha documentato l’origine della razza canina “siberian husky”: nel 1920 una epidemia di difterite in Alaska stava decimando la popolazione di bambini; una corsa nel ghiaccio e nelle tormente di neve per oltre 800km, laddove una staffetta di slitte avrebbe potuto tollerare appena 40\50km, consentì al cane leader “Togo” di salvare decine di piccole vite. Evidentemente siamo in un contesto dove la memoria del passato da fastidio.

Io sono d’accordissimo con il Governatore De Luca, il quale ha dichiarato che con enorme pazienza si tornerà a ricontattare le categorie della popolazione a rischio contagio per persuaderli alla somministrazione del vaccino. Ma non posso credere che l’intelligenza dei “no vax” possa poi avversare talune misure estromissive, come il green pass vaccinale, per godere una sorta di pallida normalità a chi ha creduto alla scienza ufficiale. Non si può peccare della stessa criminologia ideologica, che induce loro a rifiutare i vaccini, nel bollare gli altri che hanno deciso liberamente e serenamente di contribuire alla neutralizzazione della carica virale del “COVID19”. In altri termini, i c.d. “no vax” si avvantaggiano con il proprio temporeggiare dei benefici che derivano dall’assunzione dei rischi corsi dai folli vaccinati. Mi duole dirlo, ma risuona come: combattete voi, poi se mi conviene mi siedo al tavolo del vincitore. Intanto, povere persone sono morte dopo le dosi di vaccino – una infinitesimale percentuale – ed i vaccinati canonici si sono trasformati in cavie al servizio di quella collettività intera, che imprescindibilmente è composta di vaccinati e non vaccinati. L’emergenza “COVID19” ha manifestato brutalmente le aporie delle società euroamericane, da un alto, e di quelle sudamericane, africane ed asiatiche, dall’altro. Non dimentichiamo la storia della repubblica ateniese che implose sulle basi della sua stessa democrazia, al cospetto della crudele ed elementare società militare spartana. Invocare la Costituzione repubblicana per argomentare l’abiura del vaccino è sicuramente troppo comodo ed opportunistico, al fine di vanificare i sacrifici inumani del personale sanitario nelle prime fasi della tragedia e degli altri settori strategici e cruciali della società.

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Le società meno avanzate rispetto alla tutela dei diritti umani (Cina in testa) come l’antica Sparta si sono mostrate più efficienti nel contrastare il virus; lo stesso Nord America, che in ossequio al principio democratico del “self made man” ha manifestato avversione al lockdown, ha proceduto in poche settimane, anche di notte, a garantire ai suoi cittadini la vaccinazione; l’Europa, viceversa, come la Francia e l’Italia stanno meditando che l’eccessivo rispetto delle norme democratiche sta cagionando ulteriore numero di morti e costosi ricoveri in terapia intensiva. Ricordo ai non vaccinati che, se un contagiato si scampa la morte ma vive la terrificante esperienza della terapia intensiva, costa alla sua regione di residenza almeno 600 euro al giorno. Non credo poi che questi soldi, su vasta scala globale, possano essere ammortizzati a fondo perduto nel recovery fund. Ritengo che non sia necessario scomodare la scuola filosofica dei relativisti culturali del sofismo, per ricordare agli avversari delle vaccinazioni anticovid che non è ora di perdersi in chiacchere o disquisizioni culturali: la diffusione del vaccino al 100% è un bene assoluto da raggiungere in tempi brevi e finalmente tornare alla normalità, che è messa a rischio proprio dal loro atteggiamento prudenziale e scettico rispetto alla scienza medica.

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Ischia, se vuole preservare il suo brand di covid free island e di ampliamento del numero di passeggeri sulle unità navali da trasportare dovrà orientarsi nell’accogliere la teoria del green pass vaccinale per accogliere ospiti presso di sé. In proposito l’epidemia che si è diffusa sull’isola di Pantelleria è una statistica di cronaca incontestabile, come ancora le isole greche di Ios ed anche Malta. Auspico che questo mio pensiero, quale espressione di diritto costituzionale di libertà di opinione, sia ugualmente tollerato come io stesso tollero chi non vuole vaccinarsi.

* AVVOCATO

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