LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia, il regno di Nessuno

DI LUIGI DELLA MONICA

Confesso ai lettori che la scrittura di questo articolo ha determinato nel profondo del mio animo una tristezza infinita, per cui spero di non annoiare chi mi leggerà. Anzi, esorto quanti non apprezzano il mio stile, di passare oltre ed evitare di soffermarsi sulle mie parole. Ciò che mi sgomenta è che talvolta parte della comunità sia talmente chiusa nel suo egocentrismo di cecità, sordità, di edonismo del qualunquismo e di “compromissione morale” – frase evocativa del Giudice dott. Paolo Borsellino – al punto di delegare ad un misantropo per 1\4 ischitano ed isolano di adozione una sequenza scarna di denunce sociali, che si dovrebbero formularsi alle Autorità preposte, nelle sedi e nei tempi opportuni. Un gruppo di cittadini, che ha voluto rigorosamente l’anonimato, si è sensibilizzato, leggendo lo scorso articolo sul tema sicurezza in mare. Mi dicevano che non si erano recati dalle Autorità, non perché non si fidassero delle Forze dell’Ordine, da loro e da chi scrive ritenuti professionisti competenti e onnipresenti sul territorio, ma semplicemente perché non avevano fiducia nel sistema, nella procedura, per così dire. Vedete, per un avvocato queste parole sono macigni che schiacciano la cassa toracica e soffocano il respiro nei polmoni. Ma io sinceramente non riesco a dargli torto. Nello specifico della segnalazione avuta, leggendo la cartografia della baia di Cartaromana, così come è oggetto di concessione, si vede dalle foto allegate che nelle fasce di picco massimo di affollamento, soprattutto nei week-end estivi, ignote imbarcazioni, isolane o forestiere non è dato capire, si sono ormeggiate a ridosso dei corridoi di navigazione delle cooperative autorizzate ed hanno provocato una promiscuità di utilizzo, tra il transito di lance autorizzate, manovre di ormeggio temporaneo o permanente di natanti in transito, il tutto in mezzo ai bagnanti che nuotano nel caos e nel rischio per la loro sicurezza. In altri termini, nelle acque antistanti il Castello Aragonese, lato levante, soprattutto nei week-end estivi, per pochi attimi potrebbe accadere che una prua possa inavvertitamente, nella concitazione ed euforia dei festeggiamenti estivi, colpire la sagoma di un nuotatore, confondibile con materassini, gonfiabili, galleggianti, boe, cime di ancoraggio multicolore ed altro ancora.

Come tutti sanno, basta un attimo di imperizia, considerando che però i tempi di reazione dell’attrito di un natante sulla superfice dell’acqua sono molto inferiori ai veicoli circolanti sulla terraferma; il principio di Archimede ci soccorre in fisica, ricordando che la massa d’acqua spostata è pari a quella della linea di galleggiamento di un recipiente e quindi dello scafo. Se una imbarcazione di circa 6 metri di lunghezza con il relativo scafo è immersa quasi per il 40-50%, normalmente pesandocirca una tonnellata, considerata la pressione atmosferica che a livello del mare raggiunge il suo picco massimo, nella baia di Cartaromanasi ingenera per ciascun natante di tale stazza uno spostamento d’acqua di 400-500kg, che, moltiplicato per la superfice quadrata di tutta l’area ed il numero esponenziale delle barche over concessione, fa risultare una macroscopica turbativa per la posidonia, la fauna sottostante e tutto quanto ne consegue alle condizioni ecocompatibilitànei fondali marini. Certamente, non dimentichiamo che queste unità, in gran parte e con le dovute eccezioni, sono sovraffollate ed i passeggeri dotati di chiome fluenti – quindi non il sottoscritto – hanno il bisogno compulsivo di adoperare saponi e shampoo per l’igiene personale; i piccoli ponti interni “devono” essere puliti con detersivi di uso comune domestico, composti da agenti chimici particolarmente corrosivi dell’ecosistema marino, il quale è oggetto della protezione speciale del “Regno di Nettuno”.

Mi rendo conto che queste riflessioni produrranno insofferenza rispetto agli ignoti colpevoli di quanto descritto, ma senza volere evocare la storia di personaggi più coraggiosi e calibrati di me, io immagino una parte di Ischia che si gira dall’altra parte, rispetto alle condotte di violenza contro il suo territorio perpetrata con il consenso commissivo od omissivo dei molti “lassa faa a Die, campa e fai campà, fatte e fatte tuoje… statt zitt chill è troppe putente”, proiettando l’isola a vivere nei 100 passi che separavano la casa di Peppino Impastato da quella di Tano “seduto” Badalamenti. Un’altra faccia dell’isola, nelle parole del dott. Miccio, Direttore del Regno di Nettuno, il quale il 16 agosto scorso a Forio, alla conferenza organizzata del Comune di Forio e della Capitaneria di Porto in occasione del progetto di riutilizzo delle nasse sequestrate, ha manifestato solennemente l’insorgere dello spirito collettivo di amore e tutela dell’ambiente, come patrimonio della vita comune isolana.In Sardegna, in una spiaggia de La Maddalena, un tender di yacht di lusso, il quale trasportava l’armatrice straniera, il figlio e due membri dell’equipaggio, è stato fatto oggetto di linciaggio dai bagnanti: ho visto il video e la vergogna naturalmente deve dipingere di rosso e verde sia gli autori delle percosse, sia il natante che guidato da professionisti ben sapeva di violare il codice della navigazione italiano. Purtroppo cari amici isolani molti stranieri di cui noi osanniamo e desideriamo la venuta ci vedono con occhio predatorio e colonizzatore, non lo dimentichiamo, ma la medicina non è sovraccaricare i prezzi dei servizi ricettivi, senza offrire qualità, pretendendo silenzio dal fruitore occasionale – una sorta di frase non detta del tipo “mangia, paga e stai zitto” –; a questo ci pensano il Salento o la Calabria, mi perdoneranno queste ultime, ma gli imprevisti rincari in loco hanno perfino indotto gli italiani a dirigersi in Albania.

Osservate, invece, come in Grecia un manipolo di manifestanti radical chic, di origine per lo più anglosassone, si stia ribellando alla “occupazione” dei lidi da parte dei concessionari a titolo oneroso, perché anelano di fruire delle spiagge greche in piena gratuità. Gli ha fatto comodo provocare il default della Grecia, dieci anni or sono, per comprarsi a quattro spiccioli le loro infrastrutture, ora gli vanno stretti gli stivali che i nostri fratelli d’Oriente cercano un po’ di reddito? Studiavo le dichiarazioni di alcuni operatori ischitani, in aperta distonia con quelle del presidente Bottiglieri, che tutto sommato maggio era stato deludente per il cattivo tempo, ma poi ci si stava riprendendo in prossimità del Ferragosto. Per carità, me lo auguro, ma vedo la Piazzetta dei Pini vuota e deserta, la piazzetta San Girolamo riempita solo per metà… senza contare che l’Emilia Romagna, che ha il mare solo per donazione geografica, ma Dio stava più attento nella creazione al Sud Italia, ha registrato il tutto esaurito, da Rimini a Cesenatico e Milano Marittima, con tempo pessimo in pieno luglio ed agosto. Penso sia finita la logica arretrata della vita di rendita per l’azienda lasciata dai nonni. Il mare è nostro, è adesso che dobbiamo tutelarlo, anche perché esso è ricchezza enogastronomica: i pesci piccoli mangiano e si riproducono nelle praterie di posidonia, i pesci medi e grandi, quelli da tavola per intenderci, mangiano i pesci piccoli e Gesù Cristo proprio i pesci moltiplicò nel Vangelo, non sarà un caso. Noi ed i nostri figli ci immergiamo nelle acque del nostro mare.

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Non serve appartenere ad associazioni, comitati o movimenti filo ecologisti, arcobaleni o verde turchese o verde pino, azzurri, serve non voltarsi dall’altra parte, sensibilizzarsi nelle coscienze che il mare sicuro, il mare fruibile in serenità è una risorsa di vita economica, sociale e culturale! Cultura, cultura ora e sempre cultura, basta tolleranza ed omertà: sarà troppo tardi solo quando scopriremo che altre presenze sono state perse per questa mentalità arcaica e superata. Non possiamo lasciare ai nostri figli e nipoti l’isola al regno di Nessuno, ma dobbiamo lasciargli la perla verde del Sud Tirreno, dove il dio Nettuno si bea della presenza di sirene e tritoni, ninfe e semidei, in una sinfonia di schiuma del mare limpido e fiumi di acque termali rigeneratrici del corpo, dello spirito, che faccia da cornice a simposi culturali (a breve si aprirà il Festival della Filosofia) a cui si gustano i nostri vini, i nostri prodotti della terra ed il nostro pescato, km zero.

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Ciro mazzella

Purtroppo è una verità scomoda che dura da anni. Parola di agente di polizia municipale in servizio in terraferma ma in procinto di tornare sull isola!

Giuseppe

Articolo di grande lucidità, è un problema /dramma che purtroppo riguarda tutto il sud, se non si prende coscienza della fondamentale tutela del nostro patrimonio, andrà tutto in malora. Per sensibilizzare la nostra società sempre più cinica e descolarizzata occorre parlare e spiegare la ricaduta economica di tale tutela e non di ambiente, clima e paesaggio che purtroppo non se ne frega nessuno. In sostanza bisogna prenderli per il portafoglio

Anita

Solo applausi.

Annamaria Longobardi

Sono totalmente d’accordo
Si guarda solo al presente e non al futuro
La gente però è stanca e fa confronti.
Si diano TUTTI una regolata!

Gelsomina Russo

Ragione da vendere! Io andavo a cartaromana, anni fa, con il barcaiolo a remi. Sentivi solo lo sciabordio del mare ed era pura poesia. Ero piccola e lo ricordo ancora. Svegliaaaaaa

Francesco

Encomiabile

Luigi DM

Ringrazio di cuore con somma umiltà i commentatori….continuo questa strada. Grazie ancora

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Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex