LE OPINIONI

IL COMMENTO L’alluvione è una democrazia repubblicana fondata sulla tragedia

DI LUIGI DELLA MONICA

Dovevamo attendere la notte fra il 2 ed il 3 maggio 2023 per riconquistare la dignità umana, insozzata da una certa stampa, purtroppo anche e soprattutto campana, che ci sbeffeggiava per avere subito una tragedia “autodeterminata da un popolo di abusivisti”. Fino ad ieri mattina, in fila ad una banca del Vomero in Napoli, un sapientone di turno pontificava sulla inevitabilità della frana del 26 novembre 2022 come conseguenza del fenomeno della illegalità diffusa dell’abuso edilizio. Il “clichè” del “ve lo siete voluto voi”, come certi burocrati che brigano la soppressione del Tribunale quale luogo asseritamente sedente nel malaffare, è finito. Sull’Emilia Romagna sono cadute in poche ore piogge torrenziali, quanto di norma dovrebbe piovere in quatto mesi. Faenza, la patria del pavimento cosiddetto cotto è sommersa totalmente. Questo dicono a chiare parole i telegiornali nazionali e le immagini diffuse. Leggo che i dati delle trasferte durante i ponti delle festività civili sono incoraggianti, ma non deve essere più la quantità di persone a renderci felici, ma la qualità dei servizi ecosostenibili ed ecocompatibili. Il ritorno alla normalità, vale a dire al voltare pagina dopo la sofferenza dell’alluvione e buttarsi a capofitto nella nuova stagione turistica per dimenticare, non deve essere più come nel passato.

Molti operatori auspicano che il volume d’affari per i prossimi quattro mesi, turandosi il naso e le orecchie nel picco agostano, li potrà portare almeno in parte al benessere pre-covid e pre-alluvione.

E’ chiaro che me lo auguro indistintamente per tutti, ma la dimensione di fruibilità dell’isola deve cambiare in modo epocale, non mi stancherò di ripeterlo. Leggo con attenzione ed interesse i programmi dei canditati di Forio e Casamicciola, si rintracciano i soliti “farò e dirò” e, per carità di Dio non dubito della buona fede di nessuno, ma questa volta, e permettetemi di insistere con la frase “La Siena docet” non si aspetti 15 anni perché un comitato di buoni cittadini possa capire cosa accade nella catena di comando dei controlli; vale a dire non si aspetti dal cielo che una Autorità zelante, giudiziaria o amministrativa, si svegli un giorno e faccia per gli altri, quello che subito, al sorgere del problema gli interessati dovevano fare.

Ho già detto in miei precedenti articoli che la democrazia è partecipazione. La maggior parte degli isolani, complice il benessere tecnologico degli ultimi 25 anni che ha reso di fatto quasi del tutto autonoma l’isola dalla terraferma in termini di beni essenziali alla vita di relazione, sono troppo cristallizzati ed attaccati come cozze, telline allo “scoglio”, non guardando al di là dell’orizzonte, pensando che il benessere venga dal porto e non che forse l’isolano debba sbarcare in terraferma per prospettare un’isola diversa. A.N.M.I. a livello nazionale ha siglato una convenzione con il WWF per la protezione e prevenzione della tutela dei cetacei, delle tartarughe marine e della fauna ittica in genere. Ebbene non vedo nessun politico, anche se il fatto è avvenuto a Lacco Ameno, sponsorizzare l’Ischia, come l’isola delle tartarughe caretta. Venite ad Ischia, che anticamente aveva concessione del Re Ferdinando a pescare il tonno ed oggi accoglie le tartarughe caretta ed i delfini. La scure inesorabile e drammaticamente democratica delle calamità naturali deve essere un momento di costante memoria, come giustamente hanno proposto i ragazzi della scuola media napoletana alla Regione Campania, ma una occasione di rinascita e rivisitazione delle strategie globali di attenzione collettiva per il territorio.

Ads

Cari isolani, non bisogna lasciare soli i nostri amministratori nel curare il nostro ecosistema, dobbiamo coadiuvarli con proposte serie e controlli incisivi. Ischia è un orticello che appartiene a 68 mila persone ed alla umanità intera per la sua bellezze, ma i vignaiuoli devono collaborare tutti insieme per dare vita al nettare da servire nella coppa di Nestore. Non è più il momento di pensare che i nuovi Sindaci e le rispettive Giunte risolveranno tutto loro, come se il Comune fosse un ente scisso dalla vita sociale e produttiva di tutti. Se l’esistenza di sei enti locali è stata consentita dall’avvento della Repubblica Italiana come garanzia di vicinanza ed efficienza delle istituzioni al territorio, purtroppo, negli ultimi trent’anni questo meccanismo, per il disinteresse delle varie comunità civili isolane, troppo permeate di sterile campanilismo, si è trasformato in una gabbia della catena di comando. Ricordate cosa disse il maestro regista “Leonardo Pieraccioni” che per girare il suo film nel 2003 doveva chiedere permessi per spostare il set da una decina di metri ad un’altra decina. Ebbene so per certo che alcuno suggerirebbe al forestiero cineasta di limitare le riprese ad un solo Comune, per evitare che il vicino possa guadagnare a dispetto di lui.

Ads

Nostro Signore, nonostante l’alluvione ed il covid non ha cancellato l’economia isolana, ma una mazzata feroce c’è stata. A fronte di ciò, non è opportuno rimanere insensibili e proseguire nelle arcaiche logiche imprenditoriali del lavoro intensivo limitato ai soli quattro mesi di bel tempo estivo. L’unica strada del rilancio ischitano, sul modello della penisola sorrentina ed amalfitana, è impostare la filiera del servizio turistico su almeno 11 mesi all’anno e rigenerare i servizi marittimi in termini di rinnovamento del naviglio esistente e dei servizi pubblici essenziali, trasporti terrestri, sanità e giustizia.

L’anello di congiunzione per realizzare queste riforme è la modifica dell’art. 119 Cost., ma senza una cittadinanza attiva, partecipativa e coerente nelle proposte, laddove per coerenza non si intende criticare e demonizzare gli amministratori locali, ma presentare progetti seri e strutturali e vigilare sulla loro esecuzione, si tratta di sproloqui e chiacchiere. È indispensabile che ciò si verifichi, perché la democrazia dei fenomeni naturali è tale da non ammettere deroghe, raccomandazioni e\o eccezioni e colpisce ovunque, aree economicamente floride o depresse: pertanto, un terremoto, una pandemia ed una alluvione sono l’estrema conseguenza di fenomeni che non possono più curarsi con l’indifferenza. Ischia deve candidarsi non solo come isola più bella del Mondo, ma anche come sede del “is more intelligent”.

* AVVOCATO

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Controllare Anche
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex