IL COMMENTO L’isola e quel muro di gomma
DI MIMMO BARRA
L’impressione che mi pervade già da tempo è che alla classe dirigente dell’isola d’Ischia, e forse non solo, non piace ascoltare. Parla, parla, si propone ma non è interessata a proposte che non arrivino da loro. Sordi a idee e progetti tali da immaginare la nostra realtà proiettata al prossimo decennio. Giusto per stare a passo con i tempi. Ogni iniziativa che potrebbe servire all’isola per fare un grande salto di qualità in termini di vivibilità, va a sbattere contro un muro di gomma e respinta. L’idea che comunque qualcosa succederà cala sugli attori, che invece di piagnucolare sulle cose che non funzionano, non si propongono come artefici di un cambiamento che la storia ci offre. 10/100/1000 iniziative nate da convegni, associazioni, comitati, centri studi e quant’altro, prodotte da menti comunque illuminate con argomenti degni di essere approfonditi, rimangono li su un tavolo di una Presidenza, all’interno di una brochure, nella testa di studiosi, intellettuali e tecnici senza quasi mai avere sbocchi. Ognuno va nella direzione che ritiene senza un coordinamento efficace per far sì che almeno qualche proposta venga studiata per davvero e che la soluzione può stare vicino e di fianco, senza scomodare la divina Provvidenza che ci aiuta a ben altro. Si sottovaluta la capacità dell’indigeno alla sua intelligenza, a proporsi quantomeno per immaginare la soluzione delle debolezze che in ogni caso gli cadono addosso. Per antipatia o gelosia un’idea progettuale viene inesorabilmente bocciata per il solo difetto che viene proposta da un soggetto non gradito a Tizio o a sempronio, senza andare al nocciolo della questione, che forse è la più vicina alle esigenze della Comunità. Per cui azioni meritorie, rimangono al massimo nel singolo Comune senza il coinvolgimento dell’intera comunità isolana e allora ognuno si preoccupa principalmente di curare il proprio orticello. Si pensa alla fine di risolvere situazioni o quantomeno affrontare problematiche importanti solamente nel proprio vicinato. Non c’è assolutamente condivisione e questa purtroppo è la triste realtà.
Per fare un esempio che mi riguarda per la materia trattata qualche settimana fa sulle problematiche green dei trasporti marittimi, nella considerazione che non sono un esperto del settore, ma studio gli indirizzi che ci impone la Comunità europea, avevo ipotizzato un inizio di idea di soluzione. Silenzio assordante! Voglio citare, a tale proposito, la nuovissima nave ad energia pulita della Liberty Lines, la Vittorio Morace. Con una lunghezza di 39,5 metri ed una capienza di 251 passeggeri, è la prima unità veloce HSC hybrid al mondo. Sarà operativa da feb.2024. La prima di una commessa di 9 unità; la Morace potrà muoversi all’interno dei porti in modalità totalmente elettrica – senza emettere ne fumi ne rumori – per poi ricaricare le batterie durante la navigazione in mare aperto. Dove potrà raggiungere i 30 nodi. Ho contattato l’ufficio stampa della compagnia, che ha chiarito: “questa nave è stata appena varata in Spagna; arriverà in Sicilia ma non è stato ancora deciso su quale tratta verrà impegnata. Le altre navi sono in costruzione (attualmente altre 2) e tutte verranno consegnate entro il 2026”. Insomma, sostenibilità ed alta tecnologia per offrire una mobilità marittima pulita che possa guardare al futuro della Collettività. Infine volevo cogliere l’occasione per ringraziare il Sindaco di Procida, Dino Ambrosino, che ha dimostrato, ove mai ce ne fosse stato bisogno, la dedizione e l’attaccamento alle problematiche del suo territorio; non appena ha letto il mio articolo su ‘Terra Murata’ mi ha subito contattato. Quando si dice sensibilità!