LE OPINIONI

IL COMMENTO Mala tempora currunt

DI GIUSEPPE AMALFITANO

“Mala tempora currunt” dicevano i nostri antenati per definire le giornate e i periodi negativi quando si moriva per epidemie ma anche per fame o guerre o fenomeni naturali. E sembra di essere tornati di nuovo a quei tempi perché anche oggi, nonostante il progresso e le tante conquiste scientifiche, si continua a morire per le stesse cose. L’unica grande differenza, a mio modo di vedere, è che i nostri antenati erano, socialmente, molto più indietro di noi e non avevano le comodità che abbiamo oggi e cioè non c’erano elettricità e frigoriferi e riscaldamenti e insomma dovevano rinunciare a quel poco in più che avevano nei periodi di benessere e quindi era un passo indietro sopportabile e invece noi dovremmo tornare indietro per tanti chilometri, perché siamo ormai dipendenti e direi quasi schiavi delle comodità che abbiamo e non sapremmo davvero come vivere e affrontare le giornate senza queste comodità. Ho letto che addirittura si andrebbe in difficoltà, rasentando quasi la depressione, se si dovesse rinunciare anche solo al telefonino!

Eppure, quelli della mia età ricordano con nostalgia quei bei tempi di una volta, quando ci si adattava e si sopportavano i periodi negativi senza fare tragedie. Oggi è tutto più difficile e non siamo in grado di sopportare nulla e ci lamentiamo se ci sono tanti giorni senza pioggia, ma anche se piove troppo. Davvero non si buttava nulla: l’immondizia era quasi inesistente e il bidoncino del Netturbino si riempiva solo a metà quando aveva concluso il percorso di tutto il Cierco.

Oggi fuori ogni casa c’è una montagna di immondizia e non si sa dove buttarla e cosa farne. Ora c’è “l’usa e getta” e tutto ha una vita brevissima mentre prima gli indumenti e le scarpe erano sfruttati da tutti i componenti della famiglia (anch’io ricordo che tutti i vestiti, compreso quello della mia Prima Comunione, erano di mio fratello). Allora c’era ancora una mentalità e una eredità contadina. Chi aveva la fortuna di avere un piccolo orto vi piantava alberi da frutta e c’era la gabbia dei conigli e c’erano i galli (che erano le sveglie naturali del mattino) e le galline che ci regalavano tante uova saporite e quando questi animali si dovevano sacrificare per i giorni di festa allora le mamme lo facevano di nascosto di buon mattino quando i figli dormivano perché si erano affezionati ad essi Ma ormai l’eredità contadina è finita: allora i contadini e gli artigiani erano richiestissimi perché c’era tanta terra da zappare e tutti lavoravano e c’erano i calzolai e i sarti e i fabbri e i falegnami e a Ischia si mangiava e beveva quel che ci dava la nostra terra e oggi invece compriamo al Supermercato frutta e carne di Paesi lontani che non hanno più quel buon sapore dei tempi passati. 

Il Futuro è figlio del Presente e nipote del Passato. Bisogna quindi accettarne i tanti vantaggi ma anche i lati negativi e noi più anziani, con la nostra esperienza e i nostri consigli, desideriamo solo aiutarvi ad adattarvi ad esso, e capire che tutto ha un prezzo e anche un futuro bellissimo, quello che vi auguriamo di vivere, comporta qualche sacrificio. In fondo i “mala tempora” non durano per sempre e quindi poi comincia il “Bel Tempo” e tutto si trasforma e ricomincia come fa la Primavera dopo l’inverno, il Giorno dopo la notte e il Bene dopo il male. E anche voi, sono certo, avrete nostalgia ,fra tanti anni, di questi tempi di cui ora vi lamentate.

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