CRONACAPRIMO PIANO

Il monito di Laganà: «guardia alta sulle truffe agli anziani»

Lunga intervista al comandante della Compagnia dei Carabinieri di Ischia che con l’arrivo della stagione turistica sottolinea come sia ripreso in maniera preoccupante un fenomeno delinquenziale che già negli ultimi anni ha creato non pochi problemi (e mietuto “vittime”) a Ischia e Procida. Poi spazio a movida, abusivismo, affittanze e tanto altro…

Riecco la Pasqua, riparte la stagione turistica. Il primo campanello d’allarme che torna a risuonare è quello legato alle truffe agli anziani che statisticamente negli ultimi tre anni dalle nostre parti hanno subito un’impennata notevole, anche se a fare da contraltare c’è il fatto che spesso queste truffe sono state sventate.

«E’ proprio così’. Come gli anni scorsi con l’avvicinarsi della stagione estiva ed in particolare con l’arrivo delle festività pasquali uno dei fenomeni che vengono attenzionati dall’Arma dei carabinieri è quello annoso e oltremodo fastidioso delle truffe agli anziani, alle persone più fragili dei nostri territori e dunque delle isole di Ischia e Procida. Già nel 2023, a partire dal periodo compreso tra marzo ed aprile, si registrarono le prime segnalazioni ed è soprattutto per questo motivo che ritengo sia opportuno poter sensibilizzare ancora una volta la cittadinanza sulla necessità di mantenere attenta e viva l’attenzione e il livello di guardia».

E quali strumenti si adottano?

«I carabinieri, in particolare il Comando Provinciale di Napoli, ha da tempo lanciato un dettagliato progetto per sensibilizzare in maniera precisa ed adeguata sul tema delle truffe agli anziani fornendo tutta una serie di consigli utili per poter in qualche modo prevenire il fenomeno. Come possiamo sintetizzare questo decalogo di suggerimenti? Beh, innanzitutto partendo dall’opportunità di contattare sempre il 112: la base di partenza è quella. Quando si ricevono telefonate sospette con richieste di denaro per un presunto incidente stradale subito da un familiare, da un prossimo congiunto (che sia figlio o nipote fa poca differenza) bisogna subito diffidare. Ormai le tecniche dei truffatori variano e sono davvero delle più disparate: lo scorso anno abbiamo assistito a richieste di finti nipoti che avvisavano la nonna o il familiare di turno riferendo che stava arrivando un corriere a casa e bisognava pagare un tot nel momento in cui veniva consegnato il pacco. Ma c’è dell’altro, perché in determinati casi la richiesta è ancora più sospetta e anomala: ad esempio succede che vengono richiesti anche gioielli e monili. Insomma, va necessariamente alzata la soglia dell’attenzione, anche perché i truffatori come stratagemma tendono a mantenere quanto più a lungo possibile al telefono la potenziale vittima, affinché questa possa non comprendere appieno quanto sta succedendo e – soprattutto – non abbia la possibilità di chiamare il 112. Insomma, la verità è che il nostro compito, il nostro ruolo (ed in questo è determinante la collaborazione degli organi di informazione e delle varie istituzioni) è quello di parlare del fenomeno il più possibile: la prevenzione, in casi del genere, riveste un’importanza fondamentale».

Perché le truffe agli anziani continuano ad essere un fenomeno prettamente stagionale, legato al periodo di maggiore affluenza turistica?

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«Questa è una domanda che si pongono in tanti. Per carità, le forze dell’ordine lavorano tutto l’anno ma è evidente che nel periodo di maggiore affluenza si intensificano i controlli e quindi di logica si sarebbe portati a pensare che questo dato rappresenti una sorta di contraddizione in termini. In realtà non è così, e ci vuole poco a capirlo. Perché un maggiore flusso si identifica anche con la convinzione di potersi confondere e mescolare tra i turisti credendo magari di riuscire a passare inosservati. E questo accade soprattutto in un periodo in cui sulle isole arrivano molti giovani: spesso, infatti, sono ragazzi quelli che vengono inviati sul territorio con il compito di andare a riscuotere dalla vittima designata, la loro missione è proprio quella di recarsi presso le abitazioni e recuperare denaro oppure gioielli. Ecco dunque spiegato perché si tratta di un fenomeno che riscontriamo prevalentemente con la bella stagione, la “ratio” è proprio quella di provare a sfuggire al controllo o all’identificazione provando a mescolarsi tra una messe di persone, soprattutto quando si sbarca in uno dei porti isolani. Ma anche le modalità operative di questi soggetti stanno cambiando e si stanno evolvendo».

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In che senso?

«In passato il truffatore, una volta riscossa la somma, tendeva a scappare subito dall’isola: adesso, invece, assistiamo anche a episodi in cui il delinquente trascorrere qualche giorno sull’isola e prova a reiterare la sua condotta criminosa. Questo, dunque, non limita più le ricerche alla zona in cui insistono i porti commerciali ma anche a individuare strutture ricettive o potenziali luoghi dove queste persone potrebbero aver trovato ospitalità».

Beh, se non altro però adesso c’è la percezione che il livello di sensibilità e conoscenza del fenomeno da parte delle comunità isolane è aumentato, nel senso che tanto parecchi anziani quanto i loro parenti rispetto a un passato nemmeno così remoto hanno le antenne molto più drizzate.

«Assolutamente sì. E’ così, e questo – come ho già sottolineato – è il frutto di una collaborazione. E’ indispensabile fare rete, anche il passaparola è fondamentale ma bisogna in ogni caso considerare e sottolineare che il rischio zero non esiste, quindi bisogna continuare a parlare di questa problematica perché a volte capita che anche chi riceve una telefonata sospetta e se ne renda conto non contatta il 112, convinto di avere evitato la truffa a suo carico e dunque di essersi evitato un problema. Invece anche in questi casi la segnalazione al 112 è utile, anzi importantissima, perché ci consente di svolgere i successivi accertamenti del caso e accendere i riflettori su qualche figura sospetta. Insomma, il colpo non riuscito a carico di una persona potrebbe andare a buon fine con qualcun altro. Poi, un altro appello che rivolgo è quello di non aprire agli sconosciuti e soprattutto non mandare dei bambini alla porta, qualora fossero presenti in casa».

L’estate scorsa, specialmente nel periodo di alta stagione, si è visto stranamente un turismo diverso rispetto a quello degli altri anni e ne siamo rimasti un po’ tutti piacevolmente colpiti e sorpresi. È chiaro che con gli operatori turistici ne abbiamo discusso dal punto di vista prettamente aziendale, mentre a lei voglio chiedere se crede che un effetto positivo lo abbiano sortito anche i martellanti controlli sulle affittanze in nero che magari hanno allontanato da Ischia qualche “indesiderato”.

«Quello delle affittanze è un altro di quei fenomeni sempre monitorato con attenzione, lo è stato in passato e continuerà ad esserlo. La comunità va tutelata è preservata e noi lo facciamo senza guardare il calendario, 365 giorni l’anno, a prescindere che sia il 10 gennaio piuttosto che il 15 agosto. E’ chiaro però che ci sono delle dinamiche prettamente estive, è altrettanto ovvio che incidervi in maniera forte e diretta tende a scoraggiare, ma purtroppo mai ad azzerare. In fondo il nostro lavoro ha anche e alle volte soprattutto un’attività preventiva prima ancora che repressiva e oltre alle già citate truffe agli anziani e affittanze abusive penso anche all’uso di sostanze alcoliche alla guida, l’uso di sostanze stupefacenti, il porto d’armi (che può essere anche andare a spasso con un coltello, un tirapugni o una mazza da baseball), In casi del genere si agisce con servizi mirati ai porti, nelle lunghe e principali arterie stradali, in primo luogo per provare a giocare d’anticipo e poi per la marcata consapevolezza che siamo davanti a tematiche che in ogni caso devono essere affrontate quotidianamente. Faccio poi un altro esempio».

Prego.

«E’ chiaro che con l’incremento del flusso turistico c’è spazio ad una movida che vive e deve operare in questo territorio ma deve farlo in maniera responsabile nel senso che, ad esempio, non è possibile pensare di somministrare alcolici ai minori. Perché un minore magari non ha la piena consapevolezza di quello che può poi commettere se si pone alla guida di un veicolo oppure se si trova in gruppo con altre persone. Potrebbe succedere che avvengano situazioni che magari degenerano in risse, lesioni: ecco spiegata l’importanza di una adeguata attività di prevenzione che se portata avanti con costanza e meticolosità produce i risultati e i frutti auspicati».

A proposito di Movida, la perdita di una serie di punti di riferimento sul territorio isolano, che fungevano anche da luoghi di consolidata aggregazione, quanto ha finito o potrà finire con il rendere più difficile un’attività di controllo e di monitoraggio da parte delle forze dell’ordine?

«No, all’atto pratico non cambia nulla. Diciamo che il territorio isolano già a partire dalla scorsa estate ha vissuto una prima trasformazione. Magari può essere mutato il concetto di movida, ma nella sostanza le strutture continuano ad esserci e forse sono soltanto cambiate delle abitudini. Voi mi insegnate che prima magari era molto più diffuso il cosiddetto by night, che in ogni caso conserva tuttora una fetta di mercato che va ovviamente tutelata perché è giusto che i commercianti possano svolgere la loro attività nella maniera più sicura possibile. Va però ricordato che al tempo stesso esistono altre forme di movida, quali ad esempio il giovedì foriano, che vanno adeguatamente controllate al pari di altri appuntamenti singoli organizzati nel corso della stagione estiva. Insomma, questo per dire che non c’è dispersione, e poi in ogni casi un territorio va controllato nella sua interezza e h24, quindi inutile focalizzarsi su aspetti o luoghi particolari».

C’è un fenomeno che negli ultimi tempi, a giudicare anche poi da quelli che sono i vostri report, ha subito una preoccupante impennata, ed è quello dell’abusivismo edilizio.

«Sì, diciamo che i dati statistici effettivamente portano a mettere in evidenza che la nostra attività ha portato una serie di riscontri, con numeri in crescita rispetto allo scorso anno solare. Il controllo del territorio in questo ambito è un settore che ci ha visto sempre particolarmente presenti, ma dobbiamo anche dire che dopo che eventi franosi e situazioni un po’ particolari come quelle che hanno interessato l’isola si è stati ancora più attivi e presenti. Io penso, in primis, che il procuratore di Napoli sia stato molto chiaro sullo specifico argomento e noi prendiamo indicazioni da colui che rappresenta il nostro referente in quanto autorità giudiziaria. Ecco perché continueremo ad operare con forza e decisione sui controlli in materia di abusivismo edilizio. Ora è chiaro che non mi sento dire che quello della cementificazione selvaggia sia il problema principale dell’isola d’Ischia, sarebbe un qualcosa di assolutamente non corretto. Però è altrettanto indubbio che questo è un territorio che va preservato e tutelato anche da un punto di vista paesaggistico e ambientale».

Con una stagione alle porte che si spera possa essere quanto più proficua e soprattutto lunga possibile, qual è l’appello che lei rivolge alla comunità isolana e anche a coloro che sceglieranno Ischia per le vacanze?

«In primo luogo mi piace sottolineare che chi sceglierà Ischia avrà un’ottima idea perché parliamo di una terra splendida: io stesso la sceglierei all’infinito perché poter venire ad osservare questi paesaggi è davvero qualcosa di unico, ad Ischia così come nella vicina Procida. Poi il mio consiglio rimane sempre lo stesso, la parola d’ordine rimane “responsabilità”. E’ giusto e doveroso divertirsi, ma che il divertimento sia responsabile, affinché ciascuno possa vivere il territorio nel miglior modo possibile».

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