CRONACA

Il triste degrado della Pagoda a Ischia

Spiaggia abbandonata a se stessa, lo scheletro del Jane che continua ad essere una cicatrice e il muro borbonico che crolla a pezzi: appello per salvare la spiaggetta e i suoi dintorni

Di UMBERTO SPURIO

In questa estate che vede un’ Italia alle prese con il caldo torrido e i sentori di un autunno tormentato dall’ incremento verticale delle bollette energetiche, Ischia si aggiudica una posizione tra le 20 isole più belle del mondo. Che sia bella Ischia non vi è nessun dubbio, ma invece di adagiarci su una classifica consolatoria vogliamo provare a guardare ai difetti per capire cosa c’è da migliorare? Potremmo magari dire che ha fatto davvero un doveroso salto di qualità. Direi di iniziare parlando di fantascienza amministrativa: con la grande quantità di acqua che sgorga perfino a 90 gradi potremmo avere delle centrali pubbliche con scambiatori di calore, e utilizzare l’energia geotermica per rifornire case ed uffici pubblici in modo pulito ed economico. Se penso però che sei amministrazioni pubbliche hanno scelto di concedere ai privati una compagnia di navigazione come la Caremar, anzichè consorziarsi facendo partecipare i comuni come soci di maggioranza e tenere in piedi un servizio pubblico essenziale, dubito che parlare di geotermia sia agevole…

Regna la mediocrità e la gestione approssimativa del quotidiano; nessuna visione per il futuro dei nostri figli costretti ad emigrare per il lavoro. Però il passato lo celebrano! A settembre si celebra l’apertura del porto ad opera di Re Ferdinando di Borbone, un monarca illuminato che oggi farebbe impallidire tutti, da destra a sinistra, per la sua lungimiranza in tema di opere a sfondo sociale – cito solo Ferdinandopoli in quel di San Leucio, con orari di lavoro ridotti e assistenza sociale. Ferdinando di Borbone… immaginate… se venisse giù alla (ex) meravigliosa spiaggetta della Pagoda  resterebbe disgustato da tanta incuria, abbandono e violenza ambientale. Soprattutto da quest’ultima: come si è potuto autorizzare uno scempio di cemento armato su una zona demaniale, parlo del cosiddetto Jane, che oggi occupa con uno scheletro la metà dell’arenile? Giustizia divina vorrebbe che dei marosi di forza sette facciano piazza pulita di quella vergogna fatta ai danni dei cittadini. Vogliamo parlare di incuria? La spiaggia non è mantenuta pulita quotidianamente da nessun addetto pubblico, eppure con il reddito di cittadinanza si potrebbe pagare una squadra di operatori ecologici per fare una giornaliera ripulita. L’abbandono, poi, è la parte più grottesca: il muro borbonico sta crollando in più parti, due transenne poste giusto per avere la coscienza pulita e stare a posto con le carte.

Decenza vorrebbe che quel muro fosse ripristinato con un accurato restauro e una targa spiegasse a chi frequenta la Pagoda le sue origini storiche, scrivere per esempio che il progettista fu Camillo Quaranta , commissario della Reale Marina, già a capo del progetto per i porti di Nisida, Castellammare, Salerno, Gallipoli, Bari, Trani, Barletta, Ortona, Pescara, Ventotene, Brindisi e che anche la memoria di questo ingegnere merita il dovuto lustro. Così forse potremmo iniziare a onorare quella classifica che ci vede primi… e Ferdinando di Borbone senza alcuna velleità monarchica ma per un meritato riconoscimento storico. Invio questa nota al sindaco di Ischia e alla Sopritendenza dei Beni Culturali e Ambientali certo che nessuno ne darà seguito.

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Brigida

Tutto vero. Ma, per favore, non mischiate i Ferdinandi. Quello di San Leucio era il nonno di quello che fece il Porto d’Ischia. Grazie.

Umberto Spurio

Cara Signora, abbiamo parlato di dinastia… mi perdoni se ho generato qualche imprecisione.

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