CRONACAPRIMO PIANO

Ischia senza criminalità, parola della DIA

Pur partendo dal presupposto che non bisogna mai abbassare la guardia, possiamo ancora dormire sonni tranquilli. E’ quanto si evince dalla relazione semestrale (relativa al secondo semestre 2021) che la DIA ha indirizzato come da prassi al Ministero dell’Interno. A pagina 136 di un documento davvero ricchissimo e minuzioso è presente la sezione che comprende Pozzuoli, Quarto Bacoli, Fusaro, Monte di Procida, Miseno e per l’appunto le isole del Golfo.

Nel paragrafo in questione ecco cosa viene riportato testualmente: “Nella provincia occidentale in particolare nella zona di Pozzuoli i numerosi provvedimenti cautelari e le sentenze emesse nel corso degli ultimi anni a carico del clan LONGOBARDI-BENEDUCE colpendo gli elementi ora di una fazione ora dell’altra hanno determinato ricorrenti e altalenanti rimodulazioni interne del gruppo. Accanto a tali storici sodalizi cercherebbero un proprio spazio anche gruppi criminali emergenti spesso composti da ex affiliati che fanno sentire la propria presenza soprattutto attraverso le attività estorsive praticate in danno dei cantieri edili e navali, nonché degli stabilimenti balneari nella zona del Rione Toiano e di Licola. Recenti misure restrittive hanno riguardato in particolare gli elementi dei due gruppi criminali che convivono nella zona di Monteruscello. Più nel dettaglio l’indagine conclusa dai Carabinieri il 20 luglio 202192 ‘ha messo in luce solo alcuni degli innumerevoli episodi estorsivi perpetrati dal mese di settembre al mese di dicembre 2017 dal gruppo criminale … resosi altresì responsabile di numerosi raid armati ed esplosione di colpi d’arma da fuoco nei confronti dei soggetti estorti’.

Come evidenzia il provvedimento tra l’altro alcuni episodi sembrerebbero ‘sintomatici di una guerra per il predominio e l’affermazione sul territorio’. Successivamente il 19 marzo 2022 i Carabinieri hanno arrestato per associazione di tipo mafioso94 anche quello che era ritenuto il capo dell’altro gruppo attivo in zona sia nello spaccio di stupefacenti che nelle estorsioni. Il lungomare puteolano resta sotto il controllo di una costola del clan BENEDUCE il cui reggente è stato arrestato dai Carabinieri il 4 agosto 202195 in quanto ritenuto l’autore dell’agguato compiuto nel settembre 2018 ai danni di un soggetto ‘colpevole’ di aver spacciato stupefacenti ‘fuori sistema’. La misura cautelare ha colpito peraltro anche due carabinieri che avrebbero favorito i sodalizi criminali rivelando notizie sulle indagini in corso. Nell’inchiesta risulta coinvolto un collaboratore di giustizia e in passato reggente del clan partenopeo CUTOLO del Rione Traiano. Nel comune di Quarto, accanto alla cellula criminale organica ai LONGOBARDI/BENEDUCE denominata l’ala quartese o gli amici del bivio è da sempre presente una frangia del clan POLVERINO ormai peraltro assorbito dal sodalizio ORLANDO-NUVOLETTA”.

Insomma, uno scenario magari cupo e a tinte fosche che però se non altro risparmia la nostra isola, come dicevamo in apertura di servizio. Per il resto nella fase introduttiva della relazione che fa riferimento ad un ambito molto più generale, si legge: “L’analisi sui fenomeni delittuosi condotta dalla D.I.A. nel secondo semestre 2021 sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione, conferma ancora una volta che il modello che ispira le diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a manifestazioni di violenza e diversamente rivolto verso l’infiltrazione economico-finanziaria. Ciò appare una conferma di quanto era stato previsto trent’anni or sono dai giudici Falcone e Borsellino che avevano fortemente voluto ed avviato quell’’architettura antimafia’ di cui la DIA è parte integrante finalizzata a colpire i sodalizi anche sotto il profilo patrimoniale arginandone il riutilizzo dei capitali illecitamente accumulati nell’ambito dei mercati economici per evitarne l’inquinamento. Una direttrice d’azione importantissima che ha consentito sino ad ora di ridurre drasticamente la capacità criminale delle mafie evitando effetti che altrimenti sarebbero stati disastrosi per il ‘sistema Paese’”.

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