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La frana, i volontari e l’affetto dell’isola

Il racconto di Teo Curcio (Misericordie) sull’attività svolta a Casamicciola a seguito dell’evento del 26 novembre. Tanto duro lavoro ma anche il riscontro della generosità dei nostri concittadini

DI MARIA ELETTRA IRACE

Quando tra il 25 e il 26 Novembre 2022 a Casamicciola si è abbattuta la frana che dal monte Epomeo è arrivata fino a mare, la situazione è apparsa subito gravissima. Non appena la macchina dei soccorsi si è messa in moto numerose sono state le realtà associative arrivate sull’isola per prestare il loro aiuto, tra cui i volontari del Coordinamento Misericordie della Campania, le associazioni SVG Caserta e Vesuvius. Luigi Iervolino (Misericordia di Poggiomarino) e Teo Curcio (Misericordia di San Mango Sul Calore) sono arrivati sull’isola il 30 novembre assieme a un gruppo di circa trenta volontari, provenienti dalle Misericordie di varie località campane. Volontari appunto, che mettono a disposizione il loro tempo senza nessun tipo di retribuzione e sono formati per le situazioni d’emergenza. Al loro arrivo si sono trovati ad operare in una situazione difficile e come se non bastasse il comune è attualmente retto da un commissario. Hanno lavorato su vari fronti, da Piazza Majo a Piazza Bagni ed in particolare il porto, liberando strade e strutture dal fango: “Abbiamo lavorato – dice Curcio – con il cuore. Nelle emergenze siamo abituati a dormire ovunque, in sacchi a pelo, in tenda. Anche stavolta volevamo allestire un campo dove dormire e consumare i pasti per conto nostro, per non gravare sulle tante spese che già c’erano, ma non ci è stato dato uno spazio”. Si è preferito far alloggiare i volontari negli alberghi messi a disposizione per l’emergenza, con non pochi disagi: “Dal nostro arrivo sull’isola – continua Curcio – abbiamo cambiato almeno sette, otto strutture diverse, solo l’ultima settimana siamo stati nello stesso albergo. Questo ha significato caricare i mezzi che servivano per l’aiuto e lo spostamento delle persone con i nostri bagagli, perché ogni giorno dovevamo sposarci”.

Oltre alla forza lavoro, le Misericordie hanno messo a disposizione quanti più mezzi possibile: “pale, carriole, secchi, ambulanze, un bobcat, pulmini e un trasporto per disabili. Alcune cose ci sono state anche rubate, le forze dell’ordine sono riuscite a individuare un uomo che si aggirava per il paese spacciandosi per volontario, tra l’altro vestito con una nostra divisa che abbiamo poi recuperato”. Le Misericordie operavano coordinate dalla dottoressa Claudia Campobasso, dirigente della Protezione Civile regionale: “A volte ci veniva detto di operare – prosegue Curcio – in un certo modo dalla segreteria della dottoressa Campobasso e poi il Comune ci diceva tutt’altro, questo ha generato un po’ di caos. I nostri mezzi hanno riportato numerosi danni che speriamo ci verranno rimborsati. Siamo un’associazione di volontariato e andiamo avanti grazie alle donazioni”. Questa non è stata la prima volta sull’isola: “ma stavolta è il momento di cambiare rotta definitivamente, perché è sempre la povera gente a pagarne le conseguenze. La Diocesi di Ischia e la Caritas hanno fatto un lavoro eccezionale e ci teniamo a ringraziarli. Abbiamo ricevuto tanto affetto e aiuto dalle persone di Casamicciola. Un giorno mentre eravamo intenti a liberare un appartamento dal fango nei pressi di Via Ombrasco sono arrivate delle ragazze del posto con una lasagna. Per non parlare di Luca della Pizzeria del Corso, una persona meravigliosa che ci ha accolto nel suo locale con un calore unico. Ottorino Mattera ci ha ospitato gratuitamente. Tante persone speciali che hanno reso meno pesanti le giornate nel fango”. C’è poi stato un fraintendimento, poiché molti cittadini hanno confuso loro, i volontari, con gli stipendiati. In particolare c’è stato un episodio che tengono a chiarire: “C’è una circolare (OCDPC n. 948) firmata il 30 novembre dal Commissario Legnini per cui per gli spostamenti marittimi non dovevamo pagare. Quando abbiamo lasciato l’isola si è creato caos sul porto per questo motivo: molti di noi sapendo questa notizia e avendo già anticipato alcune spese non avevano letteralmente i soldi con sé per il ritorno. Eravamo un gruppo formato da quasi tutti volontari che tentavano di far presente questa cosa mentre molte testate hanno fatto intendere che fossimo tutti stipendiati che non volevano pagare il biglietto, usando anche parole offensive. Noi siamo volontari e non è giusto riportare notizie false quando non si conoscono i fatti”. Ora Luigi e Teo possono tornare all’affetto dei propri cari, ma solo fino alla prossima emergenza: “Perché quando ci chiamano, noi andiamo”. Nella speranza che questa tragedia segni una presa di conoscenza e un vero lavoro di prevenzione sul nostro territorio, anche nel rispetto delle vittime che quella notte hanno perso la vita.

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