CRONACAPRIMO PIANO

Legnini si racconta: «io, la ricostruzione e il mio amore per Ischia»

Lunga e inedita intervista al commissario delegato che non vuole ancora sentire parlare di bilanci ma affronta le diverse tematiche (e problematiche) legate a post sisma e post frana. Non nascondendo un legame profondo con il territorio che «si è andato cementando condividendo anche la sofferenza»

Onorevole, a ripercorrere il film della sua attività da commissario all’emergenza-frana dal 27 novembre ad oggi, si ritiene soddisfatto? C’è qualcosa che è stato fatto benissimo, qualcosa che poteva essere fatto meglio? Dovesse tracciare una linea e fare un primo bilancio, quale sarebbe?

«Questo non è ancora il tempo dei bilanci, perché le numerose attività legate sia alla gestione dell’emergenza che alla ricostruzione sono in pieno svolgimento e in continua evoluzione, per cui è davvero difficile adesso tracciare una linea di demarcazione allo scopo di definire un consuntivo. Faremo un punto di rendicontazione delle attività , com’è doveroso fare, in vista della ricorrenza del sesto anno dal sisma il 21 agosto e poi al compimento del primo anno dall’evento catastrofico del 26 novembre. Esprimo comunque una cauta soddisfazione per il lavoro che tutti insieme stiamo portando avanti senza risparmio di energie».

«Tramite il piano-stralcio che l’Autorità di bacino si accinge a definire, e il piano degli interventi che abbiamo approvato, decidiamo quali sono gli interventi che servono per mettere in sicurezza determinate aree, e che consentiranno di dire se in quei territori si potrà continuare a vivere o a esercitare un’attività d’impresa, oppure no. Quindi vi è un forte nesso tra i due processi di ricostruzione e il processo complessivo di messa in sicurezza»

In che cosa sisma e frana hanno viaggiato in questi mesi sugli stessi binari, e in che cosa hanno presentato peculiarità assolutamente disgiunte?

«Innanzitutto stiamo attuando le previsioni del decreto-Ischia approvato a fine gennaio di quest’anno, che prevede l’integrazione delle fasi di ricostruzione post sisma e post frana, nel mentre si provvede alla gestione delle molteplici attività emergenziali, quali l’assistenza alla popolazione colpita, i lavori di ripristino delle aree e infrastrutture pubbliche e riduzione del rischio residuo. Sul piano del processo ricostruttivo, quell’integrazione è stata indicata con chiarezza dal legislatore, ed e per questo che abbiamo molto rapidamente emanato l’ordinanza n.22 per indennizzare tutti coloro che hanno ricevuto un danno non grave. Ora ho varato anche l’ordinanza sulle delocalizzazioni che riguarda gli edifici con danni gravi colpito da entrambi gli eventi catastrofici, definendo le regole, i diritti e le procedure per le delocalizzazioni sia volontarie che obbligatorie , per quanto saranno indicate dal piano della ricostruzione. Ma il nesso più rilevante tra gli effetti dei due eventi è da ricercare nell’attivita di messa in sicurezza del territorio, cioè nelle opere di mitigazione del rischio idrogeologico che condizioneranno la ricostruzione sia post-sisma che post-frana. Fuori dal linguaggio tecnico-giuridico, il comune denominatore delle due ricostruzione e’ la sicurezza e sostenibilità del territorio e degli edifici, che si ottiene attuando il piano degli interventi già approvato e adeguandosi, previo confronto con il Comune e la Regione , alle indicazioni del piano-stralcio che l’Autorità di bacino si accinge a definire. Si tratta di lavori , quelli indicati nel piano degli interventi approvato con ordinanza a fine maggio scorso, che consentiranno di mettere in sicurezza il territorio e quindi di stabilire dove si potrà continuare a vivere e a quali condizioni e dove invece ciò non sarà possibile, e ciò anche sulla base del piano di Ricostruzione che la Regione Campania dovrà approvare . La grande sfida e’ proprio quella di stabilire un nesso diretto e percepibile dai cittadini tra i due processi di ricostruzione e di messa in sicurezza».

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«La ricostruzione a Ischia è un “caso”, dove si concentrano tutte le ragioni di complessità astrattamente rinvenibili in un processo di ricostruzione, ma io sono fiducioso perché i segnali sono molto chiari: vi è una coesione coi sindaci, le amministrazioni comunali, i cittadini, i tecnici. Ho fiducia: se operiamo tutti insieme, ce la possiamo fare»

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Lei si è occupato di ricostruzione anche in altre zone d’Italia. In un’area come quella dell’isola d’Ischia che presenta una lunga serie di vincoli, quanto ha dovuto scontrarsi – magari più di quanto Lei immaginasse – con una serie di lacci e lacciuoli della classica italica burocrazia?

«È noto a tutti che la ricostruzione sull’isola era imbrigliata e bloccata a causa di un groviglio giuridico- amministrativo che appariva inestricabile ma anche dalla complessità oggettiva dei fenomeni catastrofici e del carattere multirischio del territorio . Il lavoro svolto sia per il periodo antecedente alla frana che successivamente, fino all’emanazione dell’ordinanza sulle regole delle delocalizzazioni di venerdì scorso, sta progressivamente liberando il processo ricostruttivo dai vincoli burocratici, semplificandolo ed accelerandolo. Ho affrontato molte sfide nella mia esperienza istituzionale e le garantisco che questa è la più complicata . La ricostruzione a Ischia è un vero e proprio “ caso” nella storia delle ricostruzioni, e lo dico non solo da commissario ma per così dire “da cultore della materia”: qui si concentrano tutte le ragioni di complessità astrattamente rinvenibili in un processo di ricostruzione, quelle urbanistico-edilizie, quelle legate al problema delle sanatorie edilizie , quelle legate al rapporto tra sicurezza del territorio e possibilità di ricostruzione, alla capacità del sistema pubblico di attuare gli interventi, ai tempi, che non sono un dettaglio, della presentazione dei progetti da parte dei professionisti privati, e quindi al contributo che anche i cittadini devono fornire al processo ricostruttivo. Insomma, si tratta di una vicenda molto complessa, ma io sono fiducioso perché i segnali sono molto chiari: vi è una forte coesione con i sindaci , che ringrazio , con la Regione , sempre disponibile , con i cittadini, i tecnici e le loro associazioni . Non voglio lanciarmi in affermazioni enfatiche, ma penso che se operiamo tutti insieme e se ciascuno esercita fino in fondo la propria responsabilità , ce la faremo a ricostruire Casamicciola e gli altri territori garantendo più sicurezza e attrattivita per un territorio , il vostro, di straordinaria bellezza ».

«Non è tempo di consuntivi, ma sono molto soddisfatto per gli interventi di ripristino e messa in sicurezza. Le ferite sono ancora aperte, ma è stato fatto un lavoro di ripristino molto significativo, compreso il dragaggio del porto conclusosi con il pieno ripristino della sua funzionalità, e la ripulitura degli alvei: sono questi i risultati più significativi insieme all’avvio della ricostruzione privata. Inoltre voglio consentire ai cittadini di presentare il progetto per ricostruire le proprie case, o in sito, o delocalizzando»

Posso chiederle, tra post-sisma e post-frana, qual è il risultato che l’ha maggiormente inorgoglito tra quelli portati a compimento sin qui, e qual è magari il suo cruccio, cioè qualcosa che magari credeva di aver già messo a posto e che per una serie di concause non è riuscito a realizzare?

«Lei mi sta di nuovo riportando alla prima domanda, cioè fare un consuntivo. In questa fase, mi limito a dire che sono molto soddisfatto per gli interventi di ripristino delle aree colpite e dell’avvio di quelli di messa in sicurezza. Qualche giorno fa mi è capitato di ospitare una persona facente parte delle istituzioni, venuta sull’isola, la quale mi diceva. “Non si vede niente, dove è stata la frana?”. Sappiamo che le cose non stanno così, le ferite sono ancora aperte, ma comunque è stato fatto un lavoro di ripristino e ripresa molto significativo, compresa quell’attività di straordinario valore che è il dragaggio del porto conclusosi con il pieno recupero e anzi l’aumento della sua funzionalità, e il ripristino della “officiosità idraulica” degli alvei, cioè la loro pulitura, la cui ostruzione è stata una concausa degli effetti della frana. Stanno riemergendo le briglie e altre opere degli anni trenta che il tempo e la mancata manutenzione aveva sepolto . Ecco, sono questi i risultati più significativi insieme all’avvio concreto della ricostruzione privata. È più difficile indicare ragioni di rammarico su qualcosa che si poteva fare di più in questi mesi ma penso che il limitato numero di progetti di ricostruzione privata rappresenti il principale problema : il mio cruccio è consentire ai cittadini di presentare presto i progetti per ricostruire le proprie case, o consentire loro di delocalizzarle ma adesso ciò dipende principalmente dai tecnici privati e pubblici , la cui funzione e’ decisiva “.

«Per quanto riguarda il Pio Monte stiamo andando avanti. Concluderemo a breve l’accordo preliminare. Sarà un intervento molto complesso ma costituirà di sicuro la punta più avanzata del processo di ricostruzione e rigenerazione di Casamicciola e dell’intera isola»

E se, tra il serio e il faceto, le dicessi che a questo punto il “nuovo Majo” potrebbe essere davvero il Pio Monte?

«Per quanto riguarda il Pio Monte stiamo andando avanti e spero che a breve concluderemo l’accordo preliminare. Sarà un intervento di rigenerazione urbana molto importante e complesso ; il ruolo e le decisioni del Comune e della Soprintendenza saranno decisivi , ma non c’è dubbio che il recupero e il riutilizzo di tale importantissimo complesso e delle aree che lo circondano costituiranno la punta più avanzata del processo di ricostruzione e rigenerazione di Casamicciola e dell’intera isola».

«Il mio legame con l’isola si è cementato nella sofferenza, tra i problemi che viviamo quotidianamente: è un legame molto forte che va consolidandosi. Sono grato a voi ischitani per l’accoglienza, la considerazione, la fiducia che mi esprimete e sono molto contento di poter svolgere qui una parte del mio lavoro istituzionale»

Un’ultima domanda di natura più emozionale: Lei di recente ha ricevuto una cittadinanza onoraria. A tal proposito le chiedo dopo un po’ di tempo quanto Lei si sente effettivamente e affettivamente anche ischitano.

«Moltissimo. È un legame ormai forte che si è cementato condividendo la sofferenza con le persone e con i problemi che viviamo quotidianamente. Il rapporto molto positivo con i Sindaci e gli amministratori e con tutte le persone con cui mi relaziono sull’isola, qualunque sia la loro funzione, mi fa sentire in sintonia con le aspettative e le risorse di straordinaria bellezza di cui disponete . Sono molto grato a voi ischitani per l’accoglienza , la fiducia che mi esprimete insieme all’affettuosità delle relazioni . Sono dunque molto contento di poter dare un contributo nel mio ruolo istituzionale per cercare di migliorare le cose , dopo le tragedie che avete subito negli anni. Tifo per Ischia e per gli ischitani ».

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