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L’isola non se ne lava le mani!

Ischia – Tutti sappiamo com’è andata a finire la questione del divieto di vendita dei detersivi e saponi non biodegradabili: un’idea partorita dalla vulcanica mente del nostro opinionista Giovan Giuseppe Mazzella, meglio conosciuto come Mizar, il quale ha giustamente individuato uno dei maggiori problemi del nostro mare: l’immissione di sostanze chimiche.

Parliamoci chiaro: i liquami fecali non sono di per sé un grosso problema se le condotte fognarie sottomarine sono efficienti, arrivano lontano e molto in profondità. La “cacca”, insomma, è qualcosa di naturale, fatto di materiale organico che si decompone senza particolari difficoltà, anche perché il mare è un grosso depuratore naturale biologico.

Altro discorso è quello relativo alle sostanze chimiche, non naturali, sintetiche e quindi di difficile o impossibile degradazione.

Per fortuna l’isola d’Ischia non possiede aziende industriali, quindi in mare non arrivano metalli pesanti, veleni e sostanze tossiche. Però arrivano detersivi e saponi, che producono schiuma (visibilissima e, quindi, pessima per l’immagine isolana, specie quando viene fotografata e diffusa su Internet…) ed introducono in mare sostanze non biodegradabili, come tensioattivi, fosforo e cloro.

Ringraziando il cielo esiste un’impiantistica, gestita dall’EVI, che blocca molto di questo materiale impedendo che finisca in mare. Attraverso processi di grigliatura, sgrassatura e disoleazione molta roba viene trattenuta a valle delle condotte fognarie sottomarine, diventa fango e viene poi rimossa e smaltita in discariche autorizzate della terraferma: spese enormi che l’EVI deve affrontare per tenere gli impianti in efficienza e smaltire il rimosso, e che giustificano ampiamente la tariffa di allontanamento e depurazione: non è una depurazione totale, ai sensi di legge, ma se non ci fosse saremmo al disastro.

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Come si sa la pervicacia del nostro Mizar portò la stessa EVI a mettere a punto una bozza di ordinanza che poi fu fatta propria da tutti i sindaci dell’isola, nel 2013.

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Questa ordinanza vietava esplicitamente la vendita, sul territorio isolano, di detersivi e saponi che non fossero biodegradabili al 100 %. Ma, è un dato di fatto, non è mai stata osservata e fatta rispettare, come tutti possiamo facilmente constatare.

Allora adesso si torna alla carica. Gli stessi sindaci si sono resi conto della situazione di grave stallo. Hanno dunque incaricato gli uffici dell’EVI di preparare un’altra bozza di ordinanza, molto più restrittiva e con una approfondita istruttoria tecnico-normativa alle spalle, con l’analisi di tutte le norme in materia, sia nazionali che dell’Unione Europea.

La ratio dell’ordinanza che l’EVI sta studiando per la parte tecnica, e che poi, d’accordo con i sindaci, sarà adottata da tutti i Comuni (stesso sistema dell’ordinanza precedente) è di fare un grosso passo avanti per quanto concerne il divieto di vendita di detersivi e saponi non biodegradabili.

Stavolta si colpirà anche l’importazione. Cioè, non solo le strutture commerciali presenti ad Ischia non potranno vendere detersivi non biodegradabili, ma non si potranno nemmeno importare sull’isola. Non potrà farlo neanche il privato cittadino per uso personale: il napoletano, per dire, che ha la seconda casa ad Ischia non potrà portare con sé, magari tra i bagagli della villeggiatura, un flacone di detersivo per lavatrice che non sia biodegradabile…

Probabilmente (ma non è ancora deciso) resteranno fuori dal divieto i prodotti per l’igiene personale (saponette, shampoo, bagnoschiuma ecc.) perché, in effetti, sono già tutti di basso impatto ambientale e biodegradabili pressoché totalmente (ed è logico, altrimenti le persone resterebbero intossicate dall’uso…).

In ogni caso, l’asticella viene elevata al massimo: sì, perché attualmente i detersivi sono già biodegradabili almeno al 90 %, secondo le norme italiane ed europee, con fosforo ridotto a 0,5 grammi e, dal prossimo primo gennaio, 0,3.

Ebbene, l’ordinanza per l’isola d’Ischia disporrà che i prodotti debbano essere tutti biodegradabili al 100 % in ogni loro componente, e non contenere fosforo in alcuna misura (sono tutti prodotti esistenti e reperibili in commercio).

A chiunque sarà dunque vietato di importare, detenere, commerciare ed utilizzare ogni tipo di sapone e detersivo, sotto ogni forma, destinato ad ogni uso (lavatrice, bucato a mano, piatti, lavastoviglie e persino prodotti per la casa) che non sia biodegradabile totalmente.

Questo, in attesa che vengano realizzati i depuratori: ma forse, addirittura, la misura potrebbe essere confermata anche dopo la costruzione e messa in funzione degli stessi.

Insomma, Ischia potrebbe diventare la zona più ecologica d’Europa ed entrare nella storia.

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