LO DICO A IL GOLFO Aiutarci senza creare parallelismi
DI TERESA MONTI
Egregio direttore, pur con il cuore a pezzi per quanto accaduto il 26 novembre, Le scrivo per quella che sento come doverosa riflessione. Premesso che una mia carissima amica mi ha invitata a partecipare, domenica 11 dicembre, alla costituzione di un Comitato Cittadino per la sicurezza, bellezza, diritti, vita sulla nostra Isola e che l’obiettivo è di interagire con le Istituzioni locali a nome di tutti gli abitanti, mi chiedo: LA POLITICA E NON CHI FA “IL POLITICO”, ovvero essendo la nostra una Democrazia Rappresentativa, chi viene eletto, chi ha il mandato conferitogli dal Popolo, non ha gli stessi compiti? Allora, perché andare a votare? E se il Popolo si sente inascoltato, perché non usare i tanti strumenti che la Legge ci mette a disposizione, per esempio le petizioni popolari? Per creare un punto di vista diverso, in Italia si può manifestare, si possono fare banchetti informativi nelle piazze. Discorso diverso è per un comitato di quartiere che può coinvolgere tutti i singoli.
La mia riflessione è questa: Perché creare “parallelismi”, invece di aiutarci l’un l’altro ad usare gli strumenti di cui già disponiamo? La cultura sociale che ne deriva ci avvicina o ci allontana dalle Istituzioni la cui unica funzione è quella di essere al servizio dei cittadini? E se ciò non avviene, allora non è più “socialmente educativo” imparare di nuovo ad “alzare la testa” con proposte concrete e portarle nelle piazze? La ringrazio per l’attenzione dedicatami e le auguro buon lavoro.
George Cage