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Maltrattamenti in famiglia, giudizio abbreviato per Angela Sposato

Si è svolta ieri mattina, presso la sede di Ischia del Tribunale, l’udienza di giudizio immediato nei confronti di Angela Lidia Sposato, la ventenne foriana salita alla ribalta della cronaca locale perché accusata di molteplici episodi di atti persecutori verso l’ex fidanzato. Atti dai quali si sono originati diversi procedimenti giudiziari, in relazione a uno dei quali la ragazza si trova attualmente detenuta in via cautelare nella Casa circondariale femminile di Pozzuoli. Ieri mattina, scortata dagli uomini della Polizia Penitenziaria, la Sposato è apparsa dinanzi il giudice monocratico della sezione penale di Ischia, dottor Alberto Capuano, come disposto dal giudice per le indagini preliminari. Lo scorso ottobre l’imputata, già costretta da alcune ore ai domiciliari per l’ennesima accusa di stalking, era stata nuovamente arrestata dalla Polizia. Gli uomini del vicequestore Mannelli intervennero per presunti maltrattamenti della giovane nei confronti della madre, a cui si aggiunsero episodi di violenza nei confronti degli agenti di Polizia. Nel procedimento celebrato ieri, alla ragazza sono rivolti diversi capi d’imputazione: resistenza a pubblico ufficiale perché, come si legge nel decreto di giudizio immediato, ella «usava violenza e minaccia – consistite nel proferire all’indirizzo dell’assistente capo di Polizia Massimo Gravina e dell’agente scelto Alessandro Ciccarone le seguenti parole: “Che volete, sono in casa mia, voi siete dei pezzi di merda, mi state rovinando la vita”, nonché nel colpire i pubblici ufficiali con calci e schiaffi, facendo cadere al suolo l’agente scelto Ciccarone – per opporsi ai medesimi, mentre questi stavano compiendo un atto del loro ufficio, a seguito della segnalazione dell’aggressione» della ragazza ai danni della madre. Inoltre, la Sposato risponde di lesioni aggravate, perché «al fine di commettere il reato di resistenza a pubblico ufficiale, cagionava all’agente Ciccarone, lesioni personali giudicate guaribili in tre giorni».

Il terzo capo d’accusa è quello di maltrattamenti contro familiari e conviventi, perché «sottoponendo la madre a continue violenze fisiche e morali, e, segnatamente, malmenandola (anche colpendola alla testa con un bicchiere di vetro e attingendola alla mano destra con un paio di forbici), minacciandola di morte e ingiuriandola – maltrattava la medesima persona offesa». Collegata a questa è anche l’ultima accusa, quella di lesioni aggravate nei confronti della madre stessa, a cui erano state provocate ferite con una prognosi di sette giorni. L’imputata, difesa dall’avvocato Giuseppe Musella, aveva ricevuto la notifica del decreto di giudizio immediato il 6 novembre scorso, e il successivo 21 novembre propose la richiesta di rito abbreviato. Tuttavia, il Gip ritenne tardiva tale richiesta a causa di una precedente notifica, risalente al 30 ottobre, fissando l’udienza di ieri per il giudizio immediato. In aula il giudice Capuano ha però deciso di revocare il provvedimento del Gip emesso il 1 dicembre, perché nel fascicolo del pubblico ministero manca la prova della regolare notifica del decreto del giudizio immediato. Pertanto, il giudice ha ritenuto tempestiva la richiesta dell’imputata di definire il processo con le forme del giudizio abbreviato, e ha disposto la trasmissione degli atti con urgenza al Presidente della sezione Gip di Napoli, per l’assegnazione del processo da definirsi appunto in forma abbreviata.

PRECEDENTI. Diventa laborioso elencare le vicende che nel corso degli ultimi mesi hanno visto protagonista la giovane imputata, che non si era rassegnata alla conclusione della relazione con un coetaneo. Quest’ultimo si era già rivolto al Commissariato di Polizia per segnalare i comportamenti persecutori della sua ex. Il trascorrere del tempo non aveva fatto altro che trasformare la fine della loro storia in un’ossessione che aveva indotto la Sposato a presentarsi quasi quotidianamente  sul posto di lavoro dell’ex fidanzato dove lo insultava ed aggrediva fisicamente. La ragazza aveva poi preso di mira anche l’abitazione del ragazzo, dove era riuscita persino ad introdursi abusivamente in almeno due occasioni,  arrivando, addirittura, in segno di totale spregio, ad urinare davanti l’ingresso, come documentato dagli uomini della Polizia. Questi ultimi a fine luglio intervennero nei pressi di un noto locale ischitano, dove riuscirono a interrompere, in flagranza di reato, un’ennesima aggressione nei confronti dell’ex fidanzato. Il magistrato di turno dispose l’arresto e la restrizione ai domiciliari, poi tramutatasi in obbligo di dimora. In seguito a un ulteriore episodio, accaduto poco prima di ferragosto, la ragazza fu sottoposta con il suo consenso anche all’applicazione del braccialetto elettronico. A ottobre, infine, poco dopo essere stata sottoposta nuovamente ai domiciliari, la ventenne fu arrestata con l’accusa di aver dapprima picchiato la madre e poi aggredito uno dei poliziotti giunti sul posto. Un episodio che indusse il giudice per le indagini preliminari, che già stava esaminando le precedenti accuse, a disporre la custodia cautelare nel carcere di Pozzuoli, dove la ragazza fu condotta il 12 ottobre e dove è tuttora detenuta.

Francesco Ferrandino

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