CRONACAPRIMO PIANO

Marcia per la pace, anche Ischia risponde presente

Ieri sera il corteo partito da via Seminario ha raggiunto il Piazzale Aragonese dove non sono mancati interventi e testimonianze. Anche la musica di John Lennon e la sua “Imagine” e la recitazione della prosa “La guerra è dichiarata” tra i momenti salienti dell’evento

Una marcia per la pace organizzata in ogni angolo dello Stivale, ed alla quale anche Ischia non si è voluta sottrarre. E così sono stati in tanti coloro che ieri sera si sono mossi dall’ingresso del borgo antico di Ischia Ponte per giungere all’altezza del Piazzale Aragonese. Tutti insieme per dire no a quella guerra che sta letteralmente flagellando l’Ucraina e mettendo a repentaglio tante vite umane, oltre al tributo di sangue purtroppo già versato. Alle 20, come detto, c’è stato il raduno con la distribuzione delle candele consegnate a tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa. Poi non è mancata l’introduzione musicale con una canzone simbolo come “Imagine” di John Lennon, icona per eccellenza della negazione bellica. Poi la recitazione della prosa “La guerra è dichiarata” di V. Majakovskij interpretata in modo coinvolgente e appassionante da Giuseppe Iacono. Il corteo, con tanto di striscione, ha poi raggiunto la sua destinazione e in quel momento è iniziata una veglia di preghiera e di riflessione.

Prima di recarsi nella Chiesa dello Spirito Santo le parole di Padre Roman ma anche di Anna Lucia, della giovane ucraina Marianna e dei rappresentanti del mondo giovanile. Il filosofo Mirelli: “La pace sta nei piccoli gesti quotidiani ed educa alla condivisione”

E non sono mancati gli interventi toccanti e significativi, in primis quello del sacerdote ucraino Padre Roman. Poi a seguire il contributo del gruppo Buddista e le testimonianze di Anna (che ha una figlia in Ucraina) e Lucia (la cui madre è di nazionalità russa. Ancora la famiglia siriana e poi il turno di Marianna, di nazionalità ucraina e proveniente dalla Parrocchia di Don Pasquale e il contributo di Davide Laezza e Marianna Castaldi in nome e per conto del mondo giovanile inorridito dinanzi a quanto sta accadendo. Il momento in piazza si è concluso in maniera simbolica con la canzone dei Gen Rosso “Semina la pace”, poi l’arrivo presso la Chiesa dello Spirito Santo e qui gli interventi del filosofo Raffaele Mirelli,dello storico Davide Costa e il momento di preghiera e testimonianza con Lesya e Ruslana. Proprio Mirelli, tra l’altro nostro apprezzato editorialista, ha detto: “Mi chiedo spesso cosa sia la pace. Me lo chiedo da essere umano, non dalla mia posizione lavorativa. Quando era bambino trovavo la pace nella mia famiglia, nell’educazione che ho ricevuto. La trovavo nei miei amici e nelle loro parole, nell’accoglierli e nell’essere accolto a casa. In un mondo colmo di egoismo, dobbiamo apprendere a dover difenderci da noi stessi. Sì, perché la guerra è espressione di una mancanza, chi la fa è debole, ha subito violenza e ha per questo imparato che la violenza è l’unico modo per stare al mondo. Chi fa la guerra è in realtà stato educato alla guerra: in casa, nel primo nucleo di accoglienza. Quanto è importante la famiglia! E, infatti, la prima guerra la facciamo tra di noi, nelle famiglie. Spesso è dettata dai beni materiali, quelli che se possediamo, ci dovrebbero far stare bene con il mondo, con noi stessi. Vi capitava mai a scuola di riflettere sulle guerre? Io pensavo ingenuamente: perché, noi umani, che parliamo la stessa lingua e abitiamo lo stesso mondo, non riusciamo a fare la pace? Basterebbe mettersi d’accordo? O no? Troppo semplice! Allora ho capito che la pace va ricercata ogni giorno, nella famiglia, tra gli amici e ancor di più ‘con’ i nemici. La pace sta nei piccoli gesti quotidiani, educa alla condivisione e a far diventare quello scontro un incontro. Fare pace significa fare spazio in sé stessi per gli altri, significa educarsi al pensiero del prossimo, accogliendolo, senza pretendere nulla in cambio”.

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