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Maria Chiara Conti: «Non ho mai confuso i miei ruoli»

di Francesco Castaldi

FORIO – Francesco Del Deo ha affermato: «La Conti deve imparare a scindere il discorso politico da quello scolastico».

«Nessuna delle testate giornalistiche presenti sull’isola ha mai avuto mie valutazioni politiche, in quanto io scrivo e mi firmo sempre come dirigente scolastico, cosa che faccio da ventisei anni. Di tutto il resto – ovvero che la scuola è chiusa e non funziona – ne ha parlato Vito Iacono in qualità di genitore e di consigliere, ma non certo la direttrice, non certo Chiara Conti in veste di politico. Pertanto, il sindaco può star ben certo che io le due cose sono in grado di discernerle benissimo. Se io però scrivo che non si ritira l’immondizia, che non mi danno più la carta igienica, che non mi danno il detersivo perché è andata in pensione Elisabetta Schioppa e nessuno se ne occupa, questa cosa fa parte dei compiti del dirigente scolastico, non riguarda la politica come dice lui. Per quanto mi riguarda, lui è il primo cittadino e io sono il dirigente scolastico, e lo rispetto in qualità di sindaco. Come politico mi interesso di altro: di bilancio, del porto, delle strade che versano in condizioni a dir poco pietose e delle nomine ai dirigenti che mutano sempre competenze. Un aspetto, questo, che genera non poche confusioni, mi creda».

Il sindaco ha detto anche un’altra cosa, ovvero che lei dovrebbe evitare di fare politica «sulla pelle dei bambini».

«Allora, sia ben chiaro che io non faccio la politica sulla pelle dei bambini, perché se avessi fatto la politica vera invece di fare per ventisei anni il dirigente scolastico, oggi sarei parlamentare…».

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Oppure ministro della Pubblica istruzione, considerato il fatto che oramai non serve neppure più il diploma…

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«Sì, perché incarichi politici ne ho avuti tanti, e ne ho rifiutati altrettanti, ma Del Deo non lo sa. Dall’allora ministro della Pubblica istruzione Letizia Moratti fui nominata ispettore, ma per ricoprire questo incarico me ne sarei dovuta andare via dalla mia amata scuola. L’unico motivo per cui decisi di cedere alle sue lusinghe e di entrare nella sua coalizione è questo: volevo mettere in sicurezza le scuole di Forio. Di recente il Comune ha acquistato venti sedie nuove, dopo che ho dovuto fare il diavolo a quattro per ottenerle, e non come consigliere comunale, ma in qualità di dirigente. Quando scrivo, io mi firmo “dirigente scolastico”, perché questo è il mio lavoro, ed è mio compito vigilare affinché le scuole che ho l’onere di dirigere siano a norma e munite degli opportuni certificati: lo Stato mi paga soltanto per questo».

La manutenzione è una delle principali incombenze alle quali bisogna far fronte. Negli scorsi giorni, gli impianti di riscaldamento di alcuni plessi da lei diretti hanno avuto non pochi problemi.

«Disagi del genere si registrano in tutta Italia: basta sfogliare un quotidiano o consultare internet per rendersi conto che ciò che dico non sono scuse campate in aria. Io non mi sono mai lamentata di nulla, e non ho sollecitato in alcun modo i mass media locali a dare visibilità alla questione. Per carità, non è colpa di nessuno, né tantomeno del sindaco Del Deo. L’impianto elettrico all’“Aurora senza nubi” lo abbiamo rifatto noi grazie ai fondi della scuola e al sostegno di alcuni sponsor. Infatti le suore, che sono titolari dell’immobile, hanno fatto spallucce e mi hanno detto: “se ve ne volete andare, ve ne potete andare, perché noi non abbiamo i soldi” (per fare i lavori di adeguamento alla struttura, ndr). Qualcuno mi ha poi sentito parlare dell’asilo di Monterone? Monterone è in fitto, ed è il parroco (Don Pasquale Sferratore, ndr) che deve eseguire i lavori. Noi paghiamo l’affitto, e non è colpa del sindaco se i proprietari ci danno delle strutture non all’altezza».

A quanto ammonta il canone annuo dell’asilo di Monterone?

«Il Comune di Forio sborsa 11 mila euro all’anno, ma ripeto: se le scuole foriane versano in queste deprecabili condizioni, non è colpa del sindaco. Forse io la politica la dovevo fare prima, perché se uno rompe le scatole alla fine qualche risultato lo ottiene. Devo ammettere che come dirigente scolastico ho fatto poco, perché purtroppo le competenti istituzioni non mi tengono in debita considerazione. Noi scriviamo, e scriviamo, e scriviamo ancora, ma nulla. Mi hanno insegnato che nella vita tutto è politica, e fare politica non è la cosa più riprovevole del mondo. Normalmente i probi, ovvero i migliori, nell’Antica Roma venivano nominati senatori, perché erano uomini che nella loro vita avevano dimostrato di aver saputo fare tanto: per cui essi, invece di occuparsi soltanto di casa loro, si occupavano anche della “res publica”, ovvero della cosa pubblica. Orbene, io sono una tecnica, non sono una politica. Ritengo di essere una persona “prestata” alla politica in un momento storico nel quale io non ho mai confuso i due ruoli. A dimostrazione della bontà del mio modus agendi, le dico una cosa che in molti probabilmente ignorano. Alcune note dal contenuto “pesante” le ho scritte addirittura  contro me stessa: io scrivevo al sindaco di Forio e al delegato alla pubblica istruzione Chiara Conti, firmandomi Chiara Conti. Quando un dirigente scrive, quella lettera diventa una responsabilità, perché lei si solleva da quest’ultima e la dà a chi è il nuovo detentore della responsabilità medesima. Quello che voglio dire è che non è possibile che io, in qualità di dirigente scolastico, debba scatenare ogni giorno un polverone mediatico per ottenere dal Comune ciò di cui necessitano la scuola e i bambini. Lei non può nemmeno lontanamente immaginare quante volte sono costretta a contattare l’idraulico per aggiustare i servizi igienici e il sindaco non ne è proprio a conoscenza. Sarebbe impensabile scrivere tutti i giorni all’ente comunale per risolvere tutte le problematiche che emergono di giorno in giorno».

In effetti sarebbe folle contattare quotidianamente il Comune per risolvere anche la più piccola delle emergenze.

«Non è facile fare il sindaco, per l’amor di Dio. Secondo me bisognerebbe dormire al Comune anche la notte se si vuole veramente ricoprire questo ruolo: insomma, la parola d’ordine è “abnegazione”. La mia scuola è una delle migliori d’Italia, e ce ne sono poche così per qualità d’insegnamento. Io dovrei interessarmi soltanto dell’aspetto didattico, e non dei servizi igienici intasati o della lampadina che si fulmina: questo non dovrebbe essere di mia competenza. Io non ci posso fare niente, lui (si riferisce al sindaco, ndr) diventasse perfetto e così con gli scrivo più. Le sue infondate accuse suscitano in me davvero tanta rabbia, perché io non ho mai confuso i miei compiti. Da sempre ho avuto un approccio dicotomico, nel senso che ho sempre prestato molta attenzione a dividere i due ambiti. Inoltre, vorrei che fosse chiara una cosa: quando ero il delegato alla pubblica istruzione, non facevo soltanto gli interessi della mia scuola, ma anche di quella della frazione di Panza, perché per me i bambini sono tutti uguali. Adesso chi è il delegato all’istruzione del Comune di Forio? Rispondo io a questa domanda: nessuno. Da quando Marco Raia è diventato responsabile del patrimonio, mi sento con lui anche a mezzanotte. Il sindaco questo lo sa? Penso proprio di no. Purtroppo non è così che puoi mantenere una scuola di 1500 alunni, ovvero con plessi non a norma e privi dei necessari certificati. Se ciò non bastasse, le ditte alle quali viene affidata la manutenzione delle scuole lavorano malissimo. Non è possibile che siamo andati a rifare un impianto elettrico che era già stato realizzato da una ditta e poi, guarda caso, i nuovi interventi sono stati eseguiti sempre dalla stessa società. Se uno fa un ribasso del 35%, è logico che vince…».

Se l’amministrazione ha davvero delle responsabilità in questa vicenda, sarà l’elettorato – nel caso – ad emettere «l’ardua sentenza».

«Saranno i posteri, e soltanto loro, a decidere. Io continuo a ribadire di non aver mai confuso gli incarichi che nel corso degli anni mi sono stati affidati, tant’è vero che io al Comune non ci vado proprio più. Ma perché il sindaco continua a parlare di me? Mi dimenticasse una volta e per tutte. Parlando sempre della sottoscritta, rischia davvero di attribuirmi troppa importanza. Il sindaco è una delle persone più importanti di un Comune: non parlasse di me, ma si occupasse dei suoi consiglieri. Io ormai non ci vado neanche più alle sedute del consiglio comunale. Non confondo, sto ben attenta, anche perché io mangio del mio stipendio, vivo del mio onorato salario. Io non ho alberghi o conti aperti in qualche paradiso fiscale: ho solo il mio stipendio, che mi guadagno con fatica. E se ho deciso di reggere una scuola anche a Napoli è solo perché questo ulteriore incarico mi viene calcolato ai fini pensionistici. In terraferma sono ammirata e tenuta in grande considerazione dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Vede, la cosa che più mi interessa però è un’altra, ovvero che i bambini mi vogliano bene. Di tutto il resto, onestamente, non mi importa affatto».

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