CULTURA & SOCIETA'

Nel ricordo delle temibili imprese islamiche di Barbarossa e Kurtògoli

Festa intensa a Testaccio nell’unica Parrocchia dedicata a San Giorgio Martire soldato

di PASQUALE BALDINO e i suoi Tralci

Il programma dei festeggiamenti in onore di san Giorgio Martire e soldato romano della Cappadocia, nella Parrocchia di Testaccio ( frazione del comune di Barano d’Ischia) va da domenica 14 aprile a giovedì 25. Un evento molto sentito sia a Testaccio, sia a Mar del Plata in Argentina, in quanto le due grandi comunità sono unite dalla presenza di tantissimi emigranti e dalla immensa fede nello stesso Santo Patrono, il soldato Martire Giorgio, la cui ricorrenza passa il 23 aprile. Secondo la leggenda, il martire si sarebbe mostrato ai combattenti cristiani in una miracolosa apparizione, accompagnato da splendide e sfolgoranti creature celesti con numerose bandiere, nelle quali campeggiavano croci rosse in campo bianco. Nel 303, l’imperatore Diocleziano emana l’editto di persecuzione contro i cristiani, Giorgio dona tutti i suoi beni ai poveri e, davanti allo stesso imperatore, strappa il documento e professa la sua fede in Cristo. Per questo subisce terribili torture e alla fine viene decapitato, promettendo protezione a chi avesse onorato le sue reliquie. La tradizione popolare lo raffigura come il cavaliere che affronta il drago, simbolo della fede intrepida che trionfa sulla forza del maligno.

Tanti furono gli interventi di San Giorgio a favore della popolazione, tuttavia, gli storici Registri parrocchiali di Testaccio parlano chiaro ad opera del secondo Parroco don Albinio Di Meglio (il primo fu Giovanni Francesco Iatta) il quale annota la seguente informazione: -“Adì de giugno 1544 venne barba russo alisola de Ischia con cento trenta sei vele et si pigliò 1750 persune infra piccholi et grande” e ancora annota: “Adì 16 de giuglio 1536 fo pigliato lo Testaccio e te forno pigliate vinte 22 persone”. E’ noto che i corsari barbareschi erano marinai MUSULMANI, nordafricani e ottomani, stabilmente attivi contro possedimenti, beni e imbarcazioni dell’Europa cristiana a partire dal 1500 fino agli inizi del 1800 in tutto il Mediterraneo occidentale e lungo le coste atlantiche dell’Europa e dell’Africa. Loro basi di partenza furono le famigerate piazzeforti disseminate lungo le coste del Nordafrica, principalmente Tunisia, Algeria, Marocco, che gli Europei chiamavano appunto “Barberia” o stati barbareschi, tutti termini connessi col nome proprio Berberi, che significa i nativi delle regioni nordafricane. Khair al-Din (1478 – 1546, italianizzato: Ariadeno) veniva dalla base di Algeri, mentre Kurtoglu Muslihiddin Reis (1487 – 1535, italianizzato Kurtògoli) veniva dalla base di Biserta, a nord della Tunisia: a tal fine commovente la storia di due giovani innamorati, Giovanni e Paola Della Valle rapita ai Maronti da Kurtògoli, grazie al tradimento di un giovane moropanese respinto dalle ragazze che praticava la pesca d’altura con la sua barca lungo le coste cilentane e per non farsi catturare riferì all’efferato predone il modo più agevole per la razzìa (vedi Nunzio Albanelli su ‘La Rassegna d’Ischia’ 2/2009): ‘Incursioni barbaresche del XVI secolo’). Vanno ricordate, e ripetute per coloro che non conoscono (o fingono), le celebri battaglie di Poitiers (732), di Lepanto (7 ottobre 1571, festa del S. Rosario), di Vienna (12 settembre 1683, festa del SS Nome di Maria) e altre a fronteggiare il feroce pericolo islamico! A por fine completamente alle incursioni musulmane furono i francesi che, vincitori dal 1830-1844, occuparono la Tunisia, Algeria e Marocco, ove perciò oggi si parla il francese. Testaccio non può dimenticare e intona sempre il solenne e antico canto: “Alza, Testaccio, il capo…”

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex