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«No ai pregiudizi, Ischia non è terra di abusivismo»

L’archistar Massimiliano Fuksas, chiamato a varare il progetto di riqualificazione urbana di Casamicciola, difende l’isola dalle accuse ormai ataviche: «Viene spesso associata a questa parola, ma basta visitarla per rendersi conto che la verità è un’altra». E poi svela come è nato il “colpo di fulmine” con la cittadina termale

Casamicciola ha affidato alla sua persona ed alla sua professionalità il compito di ridisegnare la cittadina termale. Di certo una sfida intrigante…

«Voglio partire da un presupposto: ho grande difficoltà e faccio davvero fatica a vedere Casamicciola e nel complesso l’isola d’Ischia come il luogo dei disastri. Però è pur vero che ne è diventata sinonimo. Ad esempio ricordo che mia nonna ogni qualvolta notava il disordine che c’era in camera mia diceva che quella stanza sembrava Casamicciola. La verità però è un’altra».

Quale?

«Ischia ha una vegetazione straordinaria, perché è un territorio vulcanico, ma questo vuol dire anche che dal punto di vista dell’ambiente è di un livello altissimo. Poi c’è un altro punto sul quale ritengo sia doveroso soffermarsi: è vero, ultimamente si è parlato e pure tanto dell’abusivismo, spesso Ischia viene associata soltanto a questa parola: però credo che se qualcuno sbarca sull’isola e la visita con attenzione e senza preconcetti riesce a vederla da angolazioni diverse e non in maniera unilaterale. Ad esempio, parlando di Casamicciola c’è una zona che è completamente verde e l’altra dove invece si è costruito e che è densamente urbanizzata. Insomma, parliamo di una realtà decisamente complessa, che va analizzata con molta calma e soprattutto con attenzione e serietà. Lo ripeto, senza avere alcun pregiudizio, come non dovrebbe averne nessun architetto che inizia a studiare questa particolare materia».

«Mi hanno voluto qui il sindaco Giosi Ferrandino e il commissario Giovanni Legnini: sono venuti a trovarmi esponendomi un progetto che ha subito raccolto la mia adesione. Ischia è terra di eccellenza e qualità»

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Naturalmente sintetizzando il concetto, qual è la Casamicciola che ha in mente Massimiliano Fuksas?

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«La Casamicciola che ho in mente, anzi che abbiamo in mente – Doriana ed io – è una Casamicciola in cui si ritrova il rapporto con il mare, che ogni tanto è non avere spazio, però voi questo l’avete capito abbastanza perché già si sta iniziando ad allargare la parte a terra e poi una zona che deve essere più pedonale ma prima parliamo del mare. Ecco, già ad esempio è importante guadagnare una piazza, questo consente di ripetere questo tipo di operazione che porta alla nascita di luoghi di aggregazione, aree in cui la comunità ritorna ad essere quello che è sempre stata. E poi…».

E poi?

«L’altra parte fondamentale, direi importantissima, è che questo territorio dispone di una ricchezza di acque straordinarie che credo non sia riscontrabile in altre parti del mondo. E parliamo anche di acque di qualità, ecco perché immagino quasi in un luogo dove si faccia mostra dell’acqua. Sì, la mostra dell’acqua, proprio quella che ad esempio esisteva a Roma: quando un Papa realizzava un nuovo grosso terminale di un acquedotto, ci installava una fontana fatta da grandi artisti. Io credo che bisogna valorizzare, far vedere, mostrare un luogo dove la gente possa andare a bere o a passare del tempo o ancora a immergersi nell’acqua, quasi un luogo pubblico che sia accessibile a tutti e di cui tutti possano ammirare qualità e bellezza. Pensavo un po’ alla Turchia, a paesi dove c’è un’acqua bellissima che scorre all’interno di vari ripiani. Ecco, questo è un qualcosa che io immagino per la parte alta del paese, l’altra si è già visto che rappresenta una sorta di anfiteatro naturale. Tornando all’acqua, parliamo di un bene pubblico, e noi non ne siamo più abituati perché abbiamo privatizzato quasi tutto e completamente la sanità. Si può, anzi si deve ripartire da un rapporto nuovo col territorio, con l’acqua, con la cura e naturalmente anche e soprattutto con la salute»

Come nasce questo progetto, cosa spinge Fuksas a voler mettere la sua firma sul progetto di rigenerazione urbana di una realtà come Casamicciola?

«Beh, questa è una domanda che andrebbe fatta a chi mi ha voluto qui, a chi mi ha chiamato (sorride, ndr): in fondo non mi sono proposto io, anche se a posteriori dico che magari l’avrei fatto in maniera quasi naturale. L’idea, in ogni caso, è del sindaco Giosi Ferrandino e della sua amministrazione e del commissario straordinario Giovanni Legnini. Entrambi sono venuti a trovarmi e abbiamo iniziato a parlare e discutere di questo luogo e di quello che si poteva provare a realizzare. Sono sincero, io conoscevo poco Ischia, perché ritengo che fondamentalmente l’isola sia davvero poco conosciuta, lo è superficialmente e in molti ricordano la terra degli anni ’50-’60, l’epoca di Angelo Rizzoli, una terra straordinaria piena di mito, leggenda e fascino. Poi ho visto che qualcuno è ritornato qui e quel qualcuno si chiama Sciò (la famiglia che attualmente gestisce il Mezzatorre, ndr), che io conosco dai tempi in cui gestiscono il Pellicano che è davvero una meraviglia assoluta. Ma in generale ci sono imprenditori estremamente qualificati che sanno fare il loro lavoro. Ecco perché Ischia ha davvero tutte le carte in regola per rappresentare terra di ricchezza e soprattutto capacità di esprimere un turismo anche di qualità e di alto livello, non solo quello mordi e fuggi che troppo spesso la caratterizza»

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