Se ottobre è stato completamente monopolizzato dall’hype verso Squid Game e il k-pop, questo mese ci riporta nei confini nazionali con una serie tv che ha commosso e fatto riflettere tanti spettatori. Strappare lungo i bordi di Zerocalcare racconta in maniera pulita e sincera la storia autobiografica dello stesso fumettista, un trentenne romano di Rebibbia, con amici e svaghi che si contano sulle dita di una mano.
Nella sua malinconica esistenza da millennial, fatta perlopiù di divano e televisione, è però accompagnato da un Armadillo (doppiato da Valerio Mastandrea), raffigurazione fisica della sua coscienza, uno scomodo compagno d’avventura che lo costringe a riflettere sui suoi atteggiamenti svogliati e incoerenti che gli impediscono di mettersi in gioco e che lo inchiodano nella sua zona di comfort dove il non agire significa automaticamente non soffrire. In questo viaggio tardoadolescenziale fatto di flashback e rimpianti, Zero ripercorre le tappe importanti della sua vita, soffermando la sua attenzione sull’incontro con Alice, una ragazza di cui si innamora a prima vista senza però mai riuscire a dichiararsi ufficialmente, lasciando scorrere gli anni convinto che il destino li avrebbe comunque uniti alla fine di un percorso immaginario da seguire con calma e da “strappare lungo i bordi”. Ma inevitabilmente, per quanta attenzione si possa avere di questo “foglio bianco”, è la vita stessa ad accartocciarsi su sé stessa, portando il giovane ad avere la consapevolezza di non poter vigilare su tutto, mettendolo dinanzi ad una realtà amara e incontrollabile dove ognuno combatte la sua personale (ed imperfetta) battaglia. Composta da sei episodi di circa venti minuti ciascuno, la serie tv animata prodotta da Movimenti Production è un gioiellino dello storytelling da divorare in mezzo pomeriggio, definita da Ciak Club come “la sorpresa italiana dell’anno” mentre su Movieplayer ha ottenuto il punteggio massimo di 5 stelle su 5.
