POLITICAPRIMO PIANO

Pascale senza “scuorno”: si auto incensa e spara su Castagna

In una nota il sindaco di Lacco Ameno rivendica la bontà dell’emendamento che proroga le cartelle esattoriali nei Comuni del cratere. Poi cita un consigliere di minoranza casamicciolese e spara in maniera folle sul sindaco: “Scrivere letterine non serve, si vada a Roma nei palazzi del potere”

Fino ad ieri indossare la fascia tricolore ed essere sindaco di un paese rappresentava un eccezionale momento della vita per chiunque riuscisse a ricoprire quella carica. Pregna di significati istituzionali e, specialmente in una realtà come la nostra, foriera anche di rapporti di collaborazione con i cinque colleghi dell’isola d’Ischia, con i quali discutere e lavorare congiuntamente. Ma questo “gentlemen agreement” si è improvvisamente rotto perché nel pomeriggio di ieri abbiamo avuto modo di constatare un atteggiamento davvero incredibile da parte di un primo cittadino. Modus agendi che è stato definito addirittura “vomitevole” da suo collega ed “effettivamente squallido” da un altro anche se entrambi per amore di patria – e non rovinare l’atmosfera natalizia – hanno preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Il protagonista di questa incredibile e ridicola pagina della politica isolana è lui, il sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale, uno al quale evidentemente la vittoria nelle ultime elezioni amministrative ha dato alla testa. Il primo cittadino del Comune del Fungo si è reso protagonista di un qualcosa di assolutamente inaccettabile e fuori da ogni forma di “protocollo”. In un comunicato stampa non solo ha tessuto le sue lodi dicendo che è l’unico bello, buono e bravo (e questo ormai lo abbiamo capito abbondantemente, può anche fare a meno di ricordarcelo in ogni occasione), ma si è scagliato addirittura contro il suo collega di Casamicciola, che non viene citato ma che mancando all’appello è il chiaro destinatario di una serie di commenti poco lusinghieri. E tutto questo per porre in risalto la figura di un esponente dell’opposizione della cittadina termale. Insomma, una cosa che ha fatto strabuzzare gli occhi a tutti, in tanti sono rimasti increduli. Per la prima volta a memoria d’uomo, e non crediamo di sbagliarci, abbiamo a che fare con una fascia tricolore che fa il sindaco della minoranza ed entra chiaramente in “conflitto” con un suo collega dirimpettaio. Che, si badi bene, nell’ambito della sua attività amministrativa non si è mai permesso di giudicare l’operato del primo cittadino lacchese.

Nel comunicato stampa diffuso da Giacomo Pascale (e vogliamo sperare da lui soltanto diffuso, ma crediamo proprio che si tratti purtroppo di farina del suo sacco…) il sindaco lacchese come al solito si auto incensa scrivendo in primis: “Al centro della nostra agenda politica c’è il sisma. E’ così da sempre e non ci ‘svegliamo certo ora’: il popolo sa bene chi c’è sempre stato e chi invece si sveglia dal letargo! Dal canto nostro, continua l’interlocuzione coi vertici parlamentari perché, come ho sostenuto durante la campagna elettorale, abbiamo il dovere civico, amministrativo e morale di ridare le chiavi di casa ai nostri concittadini terremotati”. Successivamente il “Barone” riferisce di aver discusso con l’onorevole Caso di un tema legato alla presentazione di un emendamento che intende prorogare di un altro anno la notifica delle cartelle esattoriali per i cittadini dei Comuni colpiti dal sisma. Poi il passaggio successivo, che merita necessariamente di essere riportato virgolettato e testuale: “Ma non è finita qui! Col Sindaco di Forio, Francesco del Deo, e con la collaborazione del consigliere di minoranza di Casamicciola Terme, Ignazio Barbieri, siamo riusciti a far depositare altri tre emendamenti alla Legge di Bilancio. Emendamenti che abbiamo scritto noi e che ora sono agli atti della Camera dei Deputati! Vi ricordate quando vi dissi che mi ero recato personalmente a Roma per consegnare tre emendamenti al Capo della Protezione Civile, il dottor Borrelli? Bene, abbiamo fatto un passo in avanti e li abbiamo fatti depositare da due Onorevoli della maggioranza parlamentare. Mi riferisco ai seguenti 3 emendamenti; 1)Un emendamento proroga i contratti a tempo determinato stipulati con il personale dei nostri comuni ammalorati dal sisma. 2)Il secondo emendamento prevede il cosiddetto CAS per i consanguinei. 3)Il terzo emendamento prevede la conferma della sospensione dei termini per l’adempimento degli obblighi tributari e contributivi per i nuclei familiari sfollati, il rimborso ai comuni interessati del minor gettito IMU e TARI, la sospensione dei mutui accesi dai Comuni e dalle aziende ammalorate dal sisma (penso ai tanti albergatori, ad esempio!) e altri interventi specifici”.

Il solito comunicato auto celebrativo prosegue così: “Sappiamo bene che circa l’80% degli emendamenti che vengono presentati alla Legge di Bilancio vengono tagliati in sede di approvazione in Aula, ma l’auspicio è che tutte le forze di maggioranza possano ascoltare il grido che proviene dall’isola d’Ischia. Il problema principale è che la maggioranza esprime più forze politiche, quindi l’emendamento ‘per passare’ deve trovare l’ok di tutti i partiti che sostengono il Governo (M5S, Leu, PD, IV, gruppo Misto etc..), impresa difficile ma non impossibile. Dal canto nostro, stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità. Anzi, se posso, direi che stiamo facendo l’impossibile! Far depositare ufficialmente degli emendamenti ‘tal quali’, cioè così come escono dai nostri Uffici, è un atto importantissimo, che ‘non riesce’ a tutte le Amministrazioni. E ancora: andare di persona a Roma e consegnare a mano degli emendamenti al Capo della Protezione Civile, non è una cosa ‘da tutti i giorni’. E ancora: compulsare tutte le settimane gli esponenti del Governo (con cui ho un filo diretto!), chiedendo di accoglierei nostri emendamenti, non è un atto di secondaria importanza”. Dopo averci raccontato ancora un altro po’ che genere di fenomeno sia, Pascale nel finale si abbandona ad un qualcosa davvero di osceno per chi ricopre un ruolo come quello del sindaco. Sentite cosa scrive: “Lo dico chiaramente: appellarsi a ‘terze persone’ e scrivere ‘letterine di intenti’ non serve a nulla. Se un Sindaco vuole ottenere un risultato deve mettersi in gioco in prima persona. Come? Facendo sentire il fiato sul collo al Governo, riempirli di emendamenti, recarsi di persona a Roma nei palazzi del Potere: io così sto facendo e tutto il resto non serve. Noi andiamo avanti e non ci fermeremo davanti agli ostacoli. E se non troveremo una strada, la costruiremo”. Insomma, la morale è chiara. Pascale non solo decide di non dover condividere eventuali (e sottolineiamo eventuali) locuzioni che riguardano una tematica come quella del sisma, ma pretende anche di dare lezioni al prossimo. Inaccettabile e stomachevole, davvero. Ma la cosa più triste è che, sulle piattaforme dove l’analfabetismo funzionale e l’approssimazione regno sovrani, potrebbero pure piovere applausi a scena aperta. Veri o falsi che siano. Insomma, si salvi chi può, sempre che si sia ancora in tempo a farlo.

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