CULTURA & SOCIETA'

Il sabato santo degli animalisti dell’isola: riecco la protesta contro gli agnelli sacrificali e il “martirio” delle colombe pasquali

SI RIAPRE UN’ANNOSA POLEMICA DOVE SI CONDANNANO PERSEVERANTI FORME TRADIZIONALI DI AGNELLICIDIO E DI COLOMBICIDIO - Ma Pasqua è Pasqua, e vince la tradizione. Quindi oltre all’agnello ad essere simbolo di questa festa che ha tutti i connotati della religiosità e dello spirito, altro simbolo pasquale è la colomba, che nell’episodio dell’ulivo universale descritto nella Genesi, ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, simbolo della pace portata da Gesù

Anche la Pasqua di quest’anno si apre con la ormai rituale polemica sul destino dell’agnello sacrificale, che quasi tutti per tradizione mangiano, per festeggiare la ricorrenza e per soddisfare il proprio palato. La maggioranza degli ischitani non rinuncia al capretto o agnello al forno, in barba alla protesta degli animalisti locali. Per la cronaca, sono tutti cuccioli di circa un mese, o comunque sempre di età inferiore ai 3 mesi di vita, gli agnellini che ogni anno, in occasione della santa Pasqua, subiscono una fine che fa discutere per il naturale fatto che concludono la propria breve vita terrena, sulle tavole degli italiani e quindi anche di noi ischitani. Sono 800 mila per la precisione, come denuncia Animal Equality, organizzazione internazionale che difende gli animali.

Ma Pasqua è Pasqua, e vince la tradizione. Quindi oltre all’agnello ad essere simbolo di questa festa che ha tutti i connotati della religiosità e dello spirito, altro simbolo pasquale è la colomba, che nell’episodio del diluvio universale descritto nella Genesi, ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello di ulivo, simbolo della pace portata da Gesù. L’agnello però è quello che accende il dibattito e porta a porre delle domande. L’agnello e’ il simbolo per eccellenza della Pasqua. E nella Bibbia questo assume, nel rapporto con Dio, il ruolo di animale debole e sottomesso, di animale dipendente dal suo pastore e di animale simbolo della totale obbedienza alla parola del Signore e al suo volere.L’agnello, nelle Sacre Scritture, è sempre stato descritto come animale sacrificale: l’agnello, la vittima da offrire a Dio. Nella Bibbia si racconta che nella notte in cui Dio salvò il popolo dalla schiavitù d’Egitto, l’angelo sterminatore passò nelle case degli egiziani uccidendo il primogenito, e passo’ oltre le case degli ebrei che avevano segnato gli stipiti delle porte con il sangue dell’agnello sacrificato. È per questo che, nel commemorare il giorno di Pasqua, gli ebrei mangiano sempre l’agnello. Tale tradizione è stata ripresa poi dai Cristiani, che tuttora, sulle loro tavole imbandite, nel giorno di Pasqua, portano anche l’agnello, anzi l’agnellino, quello nato entro l’anno e quello più tenero. Mangiare l’agnello a Pasqua o no allora? Negli ultimi anni, però, c’è chi non ci sta a mangiare l’agnello a Pasqua, come nel caso dei vegetariani. C’è chi dice no a questa tradizione e, in prossimità della festa di Pasqua, inizia una lotta contro chi uccide gli agnellini, attivando delle vere e proprie campagne pubblicitarie. Si parla di massacro, di violenza, di non rispetto di questi animali indifesi. E così, a 24 ore dalla festa della Resurrezione, la polemica “agnello si” e “agnello no” scuote la coscienza degli ischitani, e non solo. Sulla pastiera, sul casatiello e sulle uova “pente”invece non c’è discussione. Terreno libero e facile per i classici dolci di Pasqua La pastiera ischitano-nnapoletana da sempore è considerata la Regin a dei dolsi di pasqua. Durante il periodo pasquale, in particolare dal mercoledi Santo, nelle cucine dell’iso9la si assiste alla tradizionale preparazione della pastiera napoletana. Un vero e proprio rito, fatto di gesti e segreti che si tramandano di generazione in generazione. Ogni famiglia custodisce il proprio modo per preparare la frolla perfetta, per aromatizzare il ripieno al grano e ricotta, per lo spessore e il numero delle linguette di pasta decorative.FGamosa è la ricetto la ricetta dello storico Caffé Gambrinus di Napoli, firmata dal pasticcere Stefano Avellano.che i corrieri di Ischia conoscevano. Grande il profumi e meraviglioso il gusto, un’esplosione di sapori… pura poesia. Tante leggende e curiosità storiche dietro questo dolce inimitabile, vanto di una delle nostre nonne e mamme. La pastiera più riposa e più sarà buona! A Pasqua hanno il loro spazio il tortano e il casatiello, la pizza rustica oppure un originale babà salato!

Foto Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

antoniolubrano1941@gmail.com

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