CULTURA & SOCIETA'

Un tesoro sommerso nel porto di Ischia, fantasia digitale o realta? Ricostruzione virtuale di un cortile, la biblioteca e anche le terme

LE DICHIARAZIONI DELL’ARCHEOLOGA ALESSANDRA BERNINI: ” Le immersioni effettuate nel Porto di Ischia, ci hanno riservato l’incredibile sorpresa di scoprire a 5 metri di profondità alla base del Tondo di Marco Aurelio la presenza dei resti di una villa romana, con tanto di resti di pavimentazione in marmo, soglie e resti di intonaci alle pareti. Il tour virtuale ha consentito di esplorare la villa nei minimi dettagli, offrendo la possibilità di scoprire come appariva tanti secoli fa”

Una villa dell’epoca di Roma antica è l’ultima “scopèrta” sotto il mare del Porto borbonico di Ischa nel fondale di 5-6 mt accanto al cosiddetto Tondo di Marcaurelio di storica descrizione Buchneriana. Dobbiamo crederci ? Crediamoci ! – Del resto c’è la prova certa delle immersioni dei sub che hanno toccato con mano quanto visto sott’acqua e documentato con i mezzi tecnici sofisticati a disposizione. Sono i resti di una “villa marittima” ricostruita in 3D e scoperti grazie a un tour virtuale progrmmato.

Oggi col digitale compiuterizzato si può tutto. La villa, risalente al periodo tardo-repubblicano ma con rifacimenti dell’età imperiale, era situata nella zona dove oggi si staglia il cosiddetto tondo di Marco Aurelio in mezzo al porto: l’antico edificio torna a vivere grazie alla realtà virtuale e ai ritrovamenti avvenuti nel mare di Ischia, dove sono stati scoperti anche due nuovi vermi marini.

La ricostruzione del sito è opera dei Darwin Studios con il supporto e la collaborazione di Tour Angels, insieme alla consulenza dell’archeologa Alessandra Benini di M.EDU.S.A. , ormai conoscenza ab ituale degli ischiapontesi. Inoltre a rendere più credibile la portata dell’evento, sono le dichiarazioni della stessa Archeologa Bernini che cosi si è espressa: ”Il tour virtuale consente di esplorare la villa nei minimi dettagli, offrendo la possibilità di scoprire come appariva tanti secoli fa.” “Le immersioni effettuate nel Porto di Ischia, continua la Bernini, ci hanno riservato l’incredibile sorpresa di scoprire a 5 metri di profondità la presenza dei resti di una villa romana, con tanto di resti di pavimentazione in marmo, soglie e resti di intonaci alle pareti. Per permettere a tutti di fruire di questo tesoro sommerso abbiamo deciso di coinvolgere dei professionisti per raccontare attraverso ricostruzioni 3D la storia geologica dell’isola e le trasformazioni che hanno interessato l’area del porto e le testimonianze di età romana”.

La parte grafica del tour virtuale è stata realizzata da Danilo Arcopinto, mentre Silvia Piscopo si è occupata della parte contenutistica: entrambi sono creativi di Darwin Studios, una realtà giovane e innovativa con sede a Napoli, che si occupa di nuove tecnologie e di comunicazione, avvalendosi di professionisti in ambito digitale, social media marketing, produzione video e copy-writing. Attraverso computer graphic, processi di modellazione 3D, texturing dei modelli, lighting della scena e rendering, sono stati ricostruiti gli ambienti dell’antica villa romana sotto il mare del porto di Ischia: il cortile, l’atrium, il triclinium, la biblioteca e anche le terme. Grazie al tour virtuale, i visitatori hanno l’occasione di provare un’esperienza unica, osservando i dettagli architettonici e gli oggetti della villa. Al tempo stesso, è possibile approfondire la conoscenza degli usi e dei costumi degli abitanti della Roma antica, tramite gli hotspot dislocati all’interno della ricostruzione in 3D.

Nel 2017 vi fu la scoperta delle rovine di Villa Marittima nella baia di Cartaromana a Ischia di “Aenaria Sommersa: gli scavi vennero compiuti dagli operatori subacquei della Marina Archeologica di Sant’Anna, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica locale e dell’Arena Marina Protetta Regno di Nettuno. I ritrovamenti hanno permesso di “riscrivere” la storia di Ischia: le numerose scoperte del sito archeologico sommerso di Aenaria, definita “la piccola Atlantide di Ischia”, dimostrano che l’isola era un punto di riferimento importante per i romani.Quella Rotonda nel mezzo del Porto d’Ischia, dagli storici è chiamata Tondo di Marco Aurelio, oggi riferimento di una sorprendente opera di ritrovamento di elementi archeologici che sembrerebbero i resti di una villa marittima proprio nel cuore del porto di Ischia, alla base del celebre tondo.

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Una scoperta, che comunque non entrerebbe in conflitto con la trafficata quotidianità del porto Duemila anni fa circa (altri dicono 1900), su di esso c’era una casa, di quelle rurali come altre, costruite qua e là intorno all’antico lago che Re Ferdinando II di Borbone nel 1854 trasformo in Porto, per le fortune turistiche dell’Isola. La presenza di case rurali in zona è documentata da vecchi ritrovamenti di cocci di quell’epoca. Perché poi il tondo di Marco Aurelio? Ce lo svela l’archeologo Buchner che scrive: “ …Grazie a un fatto curioso sappiamo anche che verso il 140 d. C. sul piccolo isolotto di lava, oggi un tondo circondato di muratura, c’era una casa! Esiste una lettera del principe Marco Aurelio che scrisse al suo maestro Fronto per chiedere un consiglio. Era occupato in esercitazioni retoriche, e poiché aveva sentito che nell’isola Aenaria esisteva un lago ed in questo lago un isolotto anche abitato, voleva sapere come si sarebbe potuto utilizzare questo curioso fenomeno, e Fronto rispose che si potrebbe dire che l’isola grande ripara l’isolotto dalle tempeste del mare così come il padre tiene lontano dal figlio le preoccupazioni del governo”.

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Ai motivi che indussero Re Ferdinando II di Borbone a trasformare l’antico lago col tondo in Porto, se ne aggiunge un altro mai raccontato. Lo pubblica La Stampa di Torino, svelando in pratica, che se L’isola d’ Ischia ha oggi il suo porto conosciuto in tutto il mondo, lo deve ad una stizzosa reazione che ebbe per una sua “rovinosa caduta” in mare ad Ischia Ponte davanti al Castello. A scrivere è Mimmo Cangemi che tra l’atro dice: “…Fatto fu che il Re poggiò il piede in fallo e che l’aria a mezzo tra il vascello e la barca non lo resse, come avrebbe dovuto con un re. E Ferdinando II rovinò in acqua, con la divisa, le decorazioni, la pancia settimina. Porse occhi spaventati, affondati nelle guance grasse e molli da putto, l’attimo prima di scomparire sotto. La stazza poderosa sollevò un ribollio di schiuma e spruzzi che s’inerpicarono fino al ponte della nave. E allargò cerchi concentrici che si placarono a ridosso del camminamento tra il borgo e il castello. Al posto dell’augusta figura, venne su un turbinio di bollicine. Si tuffarono per ripescarlo. Il re riapparve all’aria fiammeggiante di quegli sguardi sanguigni già visti al tempo in cui divenne ”re bomba”, dopo aver fatto bombardare la rivoltosa Messina fin quasi alla distruzione, in un’ingiuria che s’addiceva pure alla stazza. Lo trassero su. Boccheggiava in cerca di fiati. Il seguito non fu mai dimenticato da quanti lo subirono. Se ne parla tuttora sull’isola. E c’è chi giura che, in certe notti senza luna e stelle, e con il vento, dentro le folate si avverte il sibilo delle scudisciate. Il porto d’Ischia nacque per quella rovinosa caduta. Sbollita la rabbia, re Ferdinando decise infatti di realizzare un approdo sicuro”.

Elaborazione Fotografica Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

antoniolubrano1941@gmail.it

info@ischiamondoblog.com

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