CULTURA & SOCIETA'GALLERIA

«P’INK MEMORIAL, tra arte e sorprese future che cosa è stato e perché ha avuto successo»

«P’INK Memorial» nel segno della memoria dell’artista Pietro Romano “P’INK”, scomparso prematuramente ha fatto incrociare, artisti e tatuatori internazionali tra mostre, spettacoli ed opere d’arte. È stato un evento unico nel suo genere, ecco perché.

C’è stato chi ci ha messo un po’ a percorrere la Strada Statale in direzione Panza, chi invece ha lasciato che la curiosità prevalesse limando la durata del viaggio. Alla Tenuta Calitto, già Piromallo, il tempo si è sospeso mentre giungevano amici, giornalisti, rappresentanti delle Istituzioni locali e semplici osservatori. Che cosa era e che cosa sarebbe stato questo P’INK MEMORIAL? Qualcuno lo immaginava, qualche altro lo avrebbe saputo di lì a qualche minuto. Non appena Angela Ferraro ha spalancato la porta della chiesetta che custodiva le opere del figlio Pietro nel giorno del suo 46° compleanno, il silenzio e la solennità hanno preteso il proprio posto in prima fila. Il cantautore Simone Costa e l’attore Giuseppe Iacono hanno ricordato P’INK, a circa quattro anni dalla sua scomparsa. Le loro testimonianze e le sue poesie hanno riempito lo spazio e il tempo ha ripreso a scorrere in modo diverso, lento. Lui era lì, al P’INK MEMORIAL l’hanno sentito tutti, mentre i tamburi e le cornamuse dei Motus Inducta hanno evocato un ambiente impregnato d’arte e contemplazione. Circa cinquanta le persone che hanno partecipato alla celebrazione del primo giorno di convention. Sin dall’inizio l’impressione è stata non solo di trovarsi in una location attraente ma in un luogo fatto di presenza e partecipazione. Un’aria spettacolare ha avvolto la Villa per la durata della manifestazione che ha ricevuto molti visitatori anche nei giorni seguenti, qualcuno si è trovato davanti alla locandina sui social e ha deciso di passare. Con il patrocinio della Regione Campania l’edizione zero del P’INK MEMORIAL, in ricordo del tatuatore internazionale Pietro Romano residente a Forio, è stata un crocevia d’incontro e riconoscimento, policromia di scambio culturale, idee e sviluppo del territorio. Non ultima un’occasione per accrescere l’offerta turistica, tanto per Forio quanto per l’isola d’Ischia. Di turisti che hanno saputo della mostra, ne sono arrivati, eccome. In taxi, in auto, in moto e a piedi. L’elicottero sarebbe stato troppo anche per la Tenuta. L’evento organizzato in collaborazione tra la Pro Loco Pithecusae di Forio, l’associazione Divina, lo studio del tatuatore isolano Giacomo Della Volpe e Vito Elia titolare del catering BARISKIA con l’immancabile supporto di Alcast grafica, è stato un avvenimento. Ha concentrato in tre giorni artisti, tatuatori di rilievo nazionale ed estero, esposizioni d’arte con le opere di Mariolino Capuano e, in più, mostre fotografiche, dipinti, spettacoli e concerti dal vivo con alcuni tra i volti noti nel panorama musicale partenopeo e nazionale. La celebrazione, accolta nella Tenuta Calitto di proprietà della famiglia D’Ambra, di cui le sorelle Sara e Marina conducono sapientemente la gestione, ha rappresentato un evento unico nel suo genere. A detta degli organizzatori, “in molti si sono sentiti a casa, con grande sorpresa di chi non si aspettava d’immergersi in un’atmosfera familiare, tra ricordo e presenza”. Con un angolo dedicato ai bambini poi trasformato in spazio adatto per chi avesse voluto conoscere il tatuaggio da vicino utilizzando gli strumenti su pelli sintetiche, il corridoio parallelo alla sala principale è stato occupato in modo permanente dagli amici di Pietro, esperti tatuatori arrivati da ogni parte del mondo. Armati di pennarelli e matite hanno disegnato manichini rivestendoli con le loro opere. Sullo sfondo delle postazioni le fotografie di corpi veri, tatuati. Per la prima volta l’isola d’Ischia ha accolto un’arte nelle sue innumerevoli declinazioni. Coniugando il linguaggio simbolico del mondo poco conosciuto dei tatuaggi, il disegno e l’altrove, parte di quell’universo che si esprime nel “non detto” attraverso quadri, opere d’arte e musica, tre giorni di “Convention” sono apparsi subito pochi ma densi. Un iperspazio di pienezza e rapporti umani che hanno reso il luogo quasi un concetto astratto, difficile da tradurre in parole. La terrazza della Tenuta è rimasta spalancata sulla vigna che fa la guardia alla Tenuta. È diventato il parcheggio per la motoretta che ha ospitato i ragazzi di Apparel Music – Kisk e Schilling di Milano – che in diretta Youtube hanno seguito l’evento, tra musica e interviste. «Siamo molto contenti del risultato – dice Giuseppe Iacono “Divina”, direttore artistico della manifestazione. È stato bello ricevere durante e dopo i complimenti e la stima da chi vi ha preso parte. Chiamare “evento” il P’INK MEMORIAL forse riduce quel che volevamo rappresentare in questi tre giorni che abbiamo dedicato a Pietro e a quanti avessero voluto seguire il percorso emozionale, interiore ed esplosivo tra le sue opere a metà strada tra il reale e l’onirico, e la celebrazione della vita con il “pinocchio” di Mariolino Capuano “accerchiato” da fotografie e dipinti che hanno voluto significare il cammino ascendente di un artista e della sua Arte. Lo abbiamo posto al centro della sala sotto una cupola trasparente seguendo i suggerimenti di Mariolino. Vita e morte, insomma, non più disgiunte, non più separate o in opposizione tra loro, ma intrecciate nella testimonianza che l’una è parte integrante dell’altra. Sara e Marina, insieme ai loro collaboratori ci hanno offerto un magnifico corollario di accoglienza e disponibilità, elementi che da sempre contraddistinguono la famiglia D’Ambra. Sapevamo che con il loro aiuto avremmo centrato lo scopo. Anche per questo la Villa non è stata solo una location di prestigio in grado di ospitare l’edizione zero del P’INK MEMORIAL ma è diventata il punto d’incontro tra uomini e donne che vivono l’arte a 360°. Volevamo manifestare che nella presenza c’è vita che non può essere oscurata dalla mancanza e, allo stesso tempo, realizzare un fitto ponte di relazioni in grado di migliorare l’offerta turistica. Se in tanti ci hanno detto che tra i propri desideri c’è la voglia di tornare nuovamente a Ischia, forse siamo riusciti a spuntarla anche grazie al supporto di quanti, insieme con me, hanno contribuito alla realizzazione del Memorial, seppur con piccoli problemi che per fortuna abbiamo risolto. Non abbiamo mai voluto essere una “proposta commerciale”, come di solito è percepita una manifestazione pubblica; neppure abbiamo voluto essere “alternativi. Anzi. Con il P’INK MEMORIAL ci siamo focalizzati sull’intensità di un messaggio sostanziale, ossia che accoglienza significa reciprocità, riconoscimento, emozioni ed esperienza. Queste sono le sensazioni che rimarranno nella mente e nei cuori delle persone e degli amici vecchi e nuovi, ricordi che – come tatuaggi – ci inducono a tornare, a voler rivivere l’entusiasmo della vita, a rincorrerla e afferrarla. Il P’INK MEMORIAL è stato soprattutto emozioni che hanno trovato nell’umanità e nelle persone il loro sbocco naturale». C’è chi nel giorno successivo ha avuto la sensazione che P’INK passeggiasse tra la mostra, ridendo tra le fotografie dei corpi tatuati, o fermo ai banchetti a osservare gli amici che con lui hanno trascorso pezzi di vita. Che fosse lì, a gettare il filo di un racconto mentre sui torsi nudi dei manichini iniziavano ad affiorare disegni multicolore, quasi a ricordare che attraverso il gesto di mani esperte anche i corpi immobili possono diventare una tela su cui imprimere un significato attraverso una fenice che riemerge dalle ceneri o con un drago o una tigre. I fotografi Tommaso Monti e Luca Castaldi insieme ai videomaker Luca Ricci e “The Mother Factory” erano vedette pronte a immortalare i capannelli, tra risate goliardiche e amici intenti o a prendersi una pausa dai modelli inanimati per costruire ritmi sui tamburi “rubati” ai Motus Inducta, oppure impegnati a sorseggiare un calice di vino – rigorosamente D’Ambra – mentre a turno facevano fuori un tagliere di salumi e formaggi sulla loggia accompagnati dalla musica del dj Pakiño. Extrapolo, front man del gruppo napoletano “La Famiglia”, ha fatto da colonna sonora all’esibizione del corpo di ballo “Ischia City Dancers”. L’ultimo giorno, il sabato, la convention è esplosa. La Tenuta è stata presa d’assalto dai cantanti Simona Boo, Peppoh, Tartaglia, Jovine, Vesuviano, Nicola Caso e Speaker Cenzou annunciati, qualche ora prima, dallo Street artist Zeus 40 che ha “dipinto” un fuoristrada “Campagnola” della Fiat. Molti hanno saputo di Sorgeto non lasciandosi scappare l’occasione di fare almeno un bagno nell’acqua calda o fermarsi in qualche ristorante in zona. C’è stato chi, a conclusione del concerto, ha sospirato “peccato che è finito”. Invece no, il P’INK MEMORIAL continua. Ogni mercoledì per quattro settimane – il primo incontro c’è stato l’8 maggio – la Tenuta ospiterà un corso gratuito tenuto da Luca Ricci per apprendere le basi da videomaker e probabilmente proseguirà pure a giugno con appuntamenti dedicati. Giù Divina non si sbottona e sorride. «Non ti posso dire ancora niente, però ci stiamo lavorando e quasi certamente torneremo alla Tenuta Calitto con qualche sorpresa», dice. Va bene allora, aspettiamo. Nell’attesa beviamoci un bicchiere di vino. D’ambra, s’intende.

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