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Quando Il Golfo raccontò la “Verità” del Comandante Schettino

Sono trascorsi dieci anni dalla tragedia della Costa Concordia, un naufragio destinato a passare alla storia e costato un tributo di 32 vite. Vi riproponiamo l’intervista esclusiva realizzata con l’ex comandante condannato poi a sedici anni di carcere e che il nostro giornale realizzò in esclusiva nel settembre 2014

Sembra ieri, eppure sono passati dieci lunghi anni da quella immane tragedia. La Costa Concordia, l’isola del Giglio, fatti che riportano inevitabilmente alla memoria la figura del comandante della nave da crociera, Francesco Schettino. Erano le 21.45 di venerdì 13 (ironia della sorte) 2012, quando la Concordia, salpata dal porto di Civitavecchia e diretta a Savona per l’ultima tappa della crociera “Profumo d’Agrumi”, giunta nelle acque antistanti l’isola del Giglio, finì contro il gruppo di scogli detto delle “Scole”. L’impatto aprì una falla lunga circa 70 metri sul lato di sinistra della carena. La nave pian piano iniziò ad essere sommersa, nella tragedia morirono 32 persone tra i passeggeri e i membri dell’equipaggio. Nel successivo processo proprio Schettino fu condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione, che sta attualmente scontando.

Il Golfo, prima che l’iter processuale facesse il suo corso, realizzò una serie di sensazionali scoop giornalistici legati alla presenza di Francesco Schettino sull’isola e non solo. Le foto esclusive della sua partecipazione a un white party a Forio furono riprese dai media di tutta Italia e di mezza Europa, così come fummo anche gli unici a documentare un secondo periodo di relax trascorso dal comandante sulla nostra isola, immortalandolo mentre si rilassava nel parco termale Negombo. Ma in questi giorni, proprio in occasione del tragico anniversario della Concordia, molti network nazionali stanno riprendendo l’intervista lunga e inedita per il nostro giornale fu realizzata da Mauro Iovino e Francesco Borrelli e nella quale Schettino raccontava le sue verità. Un’intervista che allora anche noi, a distanza di poco più sette anni (era il settembre 2014) vogliamo riproporre in versione integrale

L’INTERVISTA INTEGRALE A SCHETTINO DE IL GOLFO

di Mauro Iovino e Francesco Emilio Borrelli

Francesco Schettino è uno degli uomini più discussi e criticati degli ultimi anni. Protagonista dell’affondamento della Costa Concordia, accusato di aver provocato tante vittime, di aver voluto fare a tutti i costi un inchino pericoloso e ancora di essere stato un codardo abbandonando i passeggeri a bordo della nave che gli era stata affidata. La sua vita e la sua storia sono al centro delle cronache nazionali e internazionali da tempo. Noi lo abbiamo incontrato all’Hotel Sorriso con l’imprenditore Antonio Impagliazzo per capire le sue ragioni e anche il suo amore per l’isola dove ha soggiornato per quasi tutto il mese di agosto con la figlia. «Questa non è una intervista” esordisce il Comandante «ma una chiacchierata tra uomini. Qui ad Ischia ne ho incontrati parecchi e voglio ringraziarli per l’ospitalità tramite il Golfo che ho avuto modo di trovare ovunque.  Mi hanno accolto senza pregiudizi, non mi sono sentito condannato a priori. Ho incontrato tanti “lupi di mare” come me il Comandante Geppino Aperto che mi ha commosso per il suo affetto. Tante persone mi hanno dato attestati di stima e affetto che mi hanno riempito il cuore. Addirittura persone che non conoscevo mi hanno invitato a casa loro per un caffè e addirittura a cena».

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Schettino è un fiume in piena e ha deciso di raccontarsi al nostro quotidiano. Lo abbiamo trovato rilassato e molto determinato nel difendere le sue ragioni. E’ consapevole di essere nell’occhio del ciclone e sa di doversi assumere grandi responsabilità. Ma non ci sta a fare il capro espiatorio.  Ritiene di aver salvato molte vite umane. Se pensiamo che ad Ischia ci sono volute più di 72 ore per ritrovare il corpo del povero Filippo Vinaccia lui si sente in pace con se stesso per aver portato in salvo migliaia di persone con una manovra difficile. Ci rivela anche, però, che spesso non riesce a dormire pensando alle vittime. Appare evidente che l’ex comandante della Concordia nel suo processo venderà cara la pelle. Ma andiamo per ordine. Iniziamo con il suo rapporto con Ischia.

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È ad Ischia da diverso tempo. Ha scelto l’isola come sua seconda casa?

«Certo. Sono rimasto impressionato non solo per ospitalità ma anche per l’alta professionalità nel gestire la principale risorsa locale che è chiaramente il turismo. Ho viaggiato per anni e ho girato tutto il mondo e vi assicuro che Ischia è davvero al top. Sono rimasto davvero impressionato. Quando hanno fatto girare la voce che avrei partecipato all’isola dei famosi ho subito risposto che sull’isola dei famosi ci sono già ed è Ischia».

Possibile mai che non c’è nulla che non l’ha soddisfatta di questo soggiorno?

«Ci sono ampi margini di miglioramento certamente. Ma io luoghi come il Poseidon, Nitrodi e Sorgeto non li ho mai visti in nessun altro posto del globo. In ogni caso se devo esprimere una critica certamente la viabilità, i parcheggi e una diffusa guida spericolata sono elementi davvero deboli. Mia figlia poi si lamenta tantissimo dei bus, non tanto per la frequenza con cui passano ma perché sono sempre strapieni».

Ma è vero che sta cercando casa a Ischia per stabilirsi qui?

«Io a Ischia ci sto davvero bene e non escludo di venirci a vivere in un futuro ma per ora lo escludo. Abito in penisola sorrentina e ci metto poco a venire. In realtà io sono venuto non solo per relax ma anche e soprattutto per lavorare. Mi sono affidato al Comandante Rosario Ferrandino di Ischia che ha assunto la consulenza tecnica di parte nel mio processo penale. Infatti sto realizzando per conto dell’editore Graus un libro dove racconto la mia verità sull’affondamento della Concordia. Sarà un libro che farà discutere e riflettere. La gente deve sapere come sono andate effettivamente le cose. Ci sono tante cose che dovranno essere chiarite».

In effetti lei sembra l’unico responsabile di quel disastro.

«E’ stato un incidente, un maledetto incidente. Per tanto tempo non ci ho dormito e ancora oggi è una ferita difficile da rimarginare. Ma non possono addossare tutte le colpe a me.  Le faccio un esempio di come il caso Concordia abbia modificato anche l’industria navale. Dal 1 gennaio 2014 sono cambiate le regole per costruire le navi proprio perché il nostro affondamento è stata la somma di tanti problemi e accidenti. Anche gli inchini non si fanno più, o meglio alcuni continuano a praticarli ma certo molto meno rispetto a prima».

 Eppure tutto le prove sembrano essere contro di Lei

«La verità verrà a galla. Sono molto fiducioso. Mi hanno condannato alcuni giornalisti che si sono inventati anche vicende assolutamente non successe. Perché nessuno parla dell’infermiera rumena che al processo ha testimoniato a mio favore rinunciando a 8mila euro? Ci sono testimonianze a mio favore che non vogliono ascoltare. Per non parlare di una telefonata “fantasma” che risulta dai tabulati e di cui è stranamente scomparsa la registrazione. Io so bene di cosa ho parlato in quella conversazione e chiedo che venga ritrovata. Inoltre, smaschererò alcuni finti eroi che hanno speculato sulla mia persona facendo vergognare anche alcuni corpi dello Stato che durante la notte dell’affondamento della Concordia non fecero bene il loro dovere. Sono stato 30 anni per mare. Non sono un incosciente e non permetterò che mi facciano passare per capro espiatorio pur di difendere un determinato sistema economico. Per questo ho deciso di scrivere questo libro verità. Prima guardavo la vita dalle navi. Guardavo fuori di me l’orizzonte. Adesso guardo soprattutto me stesso da dentro».

Sugli scogli, però, ci è andato a finire lei.

 «Una cosa è sicura: una volta che è stato fatto il danno io con la mia manovra ho salvato migliaia di persone».

Lei quest’ultimo anno è stato protagonista di diverse polemiche. Una che ha fatto indignare tante persone è stata la lezione all’Università La Sapienza di Roma organizzata dal criminologo Vincenzo Maria Mastronardi. Un breve intervento «tecnico» per spiegare, dal suo punto di vista, cosa è accaduto nella notte del naufragio e sulla gestione di quei momenti di panico ha scatenato la dura reazione del Rettore Luigi Frati che ha deferito il docente promotore dell’iniziativa definendo «una scelta indegna ed inopportuna invitare un rinviato a giudizio per reati così gravi, all’università che è una comunità educante».

«Vorrei sottolineare il pulpito da dove proviene la predica. Il magnifico Rettore risulterebbe pluri indagato. Sono indignato in merito alla condotta ed i trascorsi di Luigi Frati della Sapienza di Roma.  Ma poi questo Rettore si indigna per la mia presenza che per ora non ho ancora nessuna condanna mentre ha ospitato il leader libico Muammar Gheddafi noto dittatore spietato e assassino. Che doppia morale».

Dicono che Lei abbia insistito per partecipare a questa lezione.

«Le sembra verosimile che io chieda di partecipare come ospite ad una lezione universitaria oppure è più logico che io sia stato invitato dall’Ateneo?»

Oltre alla vicenda della Sapienza lei è stato protagonista anche della strana storia con l’ex vice ministro Bubbico il quale dopo la pubblicazione di alcune foto assieme a lei affermò ai mass media che non l’aveva riconosciuta durante una iniziativa elettorale del Pd a Meta di Sorrento a favore del candidato Giuseppe Tito che poi è risultato anche essere stato eletto.

«Ho parlato a lungo con il vice Ministro. Quando ha affermato di non avermi riconosciuto sono rimasto interdetto. Ormai mi riconoscono ovunque. Tito poi è un amico, ci conosciamo da tempo e l’ho sostenuto con convinzione. A quanto sembra l’essere stato abbinato al mio nome non l’ha danneggiato visto che è stato anche eletto».

Con l’ex comandante della Concordia, Schettino ci intratteniamo per circa 3 ore. Una lunga conversazione interrotta, più volte, da turisti che alloggiano in albergo che chiedono una foto o lo avvicinano semplicemente per scambiare qualche battuta. Lui non si nega a nessuno.

È impressionante il numero di selfie e foto che la gente le fa ovunque. La trattano come una star.

«Io so bene di non essere un personaggio del mondo dello spettacolo e non vorrei essere diventato famoso per la vicenda della Concordia però molta gente mi manifesta stima, calore e affetto. Perché non dovrei accontentarli. So di espormi alle critiche ma io sono una persona naturalmente generosa e buona. Forse fin troppo buona. L’altro giorno stavo andando a mare e ho incontrato due ragazzi. Mi hanno chiesto di farsi la foto con me e io ho gentilmente declinato l’invito. A quel punto il ragazzo mi ha detto “mia moglie è incinta perché si rifiuta di darle questa gioia?” A quel punto ho ceduto. Mi chiamano anche dall’estero per manifestarmi sostegno. Mi vorrebbero anche in America. Io non mi sottraggo. Se la gente vede in me un riferimento ed una persona perbene ci sarà un motivo. Io appaio e sono diverso da quello che alcuni hanno tentato di descrivere».

Va bene ma non può negare di avere avuto anche lei delle responsabilità sulla tragedia della Concordia.

«Io voglio assumermi la mia quota di responsabilità non pagare anche per colpe che non ho. La gente mi ferma per strada anche perché percepiscono il mio stato d’animo. Io so di aver fatto il mio dovere, so di non essere un codardo altrimenti non potrei girare e stare in mezzo alla gente a testa alta. Ho sofferto molto ma sono in pace con me stesso. La mia più grande vittoria sarà quando i giudici verificheranno le vere responsabilità e non quelle sentenziate dalla stampa».

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