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Giustizia, oggi scatta l’astensione dei penalisti: «Riforma iniqua»

Scatta oggi l’astensione degli avvocati penalisti proclamato dall’Unione delle Camere Penali, che durerà fino al 24 marzo. Motivo scatenante è stata la mossa del Governo di porre la fiducia sul disegno di legge intitolato al “rafforzamento delle garanzie” e alla tutela della “ragionevole durata dei processi”. Tuttavia, questa è l’accusa dell’Unione camere penali, essa in realtà opera su temi fondamentali in senso opposto, perché allargherebbe a dismisura l’applicazione del “processo a distanza”, mortificando così la dignità dell’imputato e viola fondamentali principi convenzionali e costituzionali, comprimendo i diritti e le garanzie degli imputati detenuti. Ma uno dei punti più controversi riguarda quella che viene definita come “un’indiscriminata sospensione dei termini di prescrizione e altrettanto irrazionali aumenti delle pene edittali, rende interminabili i processi, con un danno per i singoli imputati, per le parti civili e per l’intera collettività, perché un processo che impiega venti anni ad accertare le responsabilità non è un processo giusto, ma un peso inutile ed intollerabile per l’intera società. Materie delicate e sensibili come la regolamentazione delle intercettazioni telefoniche, della tutela della privacy e della funzione difensiva, contenute nella stessa legge delega, non possono essere sottratte al legittimo confronto democratico”.

Per quanto riguarda la prospettiva “isolana”, l’astensione provocherà il rinvio di diversi processi: martedì, presso la quarta sezione penale del Tribunale di Napoli, era in programma la discussione finale del processo riguardante l’isola ecologica di Lacco Ameno, vicenda che coinvolge gran parte dell’amministrazione lacchese in carica all’epoca della realizzazione (2008-2009), molti dei quali ancora presenti nell’attuale consiglio comunale. Nello stesso giorno era in programma presso la medesima sezione l’ennesima udienza del maxi-processo originato da alcuni abusi edilizi tra Barano e Casamicciola: ben venticinque gli imputati, tra le amministrazioni e gli uffici tecnici dei due comuni isolani. E sempre martedì 21 si sarebbe dovuta svolgere l’ennesima udienza preliminare, stavolta davanti al Gup Rescigno, per decidere la sorte dell’accusa rivolta contro il dottor Oscar Rumolo, la cui posizione fu stralciata a giugno nell’ambito del processo riguardante le presunte tangenti per gli appalti della gestione rifiuti tra Lacco Ameno e Forio. Già due volte, come si ricorderà, la Procura aveva rinnovato la richiesta di rinvio a giudizio per lo storico dirigente lacchese, ma per altrettante volte all’udienza preliminare era emerso l’errore di notifica riguardante l’identità di uno dei difensori dell’indagato, oltre alla mancata notifica dell’avviso di conclusione delle indagini. Mercoledì era invece in programma l’ammissione delle prove nell’ambito del processo per tentato omicidio a carico del serrarese Domenico Iacono, originato da una lite a colpi di “marrazzo”.  Presso la sezione distaccata di Ischia, venerdì 24 c’era in programma l’udienza del processo che vede alla sbarra gli attivisti dell’associazione “Noi siamo Nessuno” Gigi Lista e Antonio Tortora, accusati di aver affisso uno striscione intimidatorio rivolto al sindaco di Forio Francesco Del Deo, con la deposizione di due testi nominati dalla difesa del primo cittadino, ovvero il maresciallo capo Fabrizio Pordon e il consigliere comunale Giuseppe Colella.

Non saranno tuttavia soltanto gli avvocati penalisti a incrociare le braccia tra il 20 e il 24 marzo, ma anche i giudici di pace: «Malgrado l’ultimatum del Parlamento Europeo e della Commissione Europea – ha dichiarato Alberto Rossi, segretario generale dell’Unione Nazionale Giudici di Pace – di risolvere entro maggio il problema della precarietà di 4.000 magistrati di pace ed onorari in servizio a tempo pieno da oltre 15-20 anni, stabilizzandoli, il Ministro Orlando intende portare avanti una riforma che viola apertamente la Costituzione e l’ordinamento comunitario». Come ebbe modo di spiegare anche il presidente dell’Assoforense isolana, l’avvocato Francesco Cellammare, l’ufficio del giudice di pace a Ischia è in sofferenza, soprattutto dopo la conclusione dell’esperienza del dottor Carro dopo circa un decennio. Il presidente Ferrara non ha inteso assegnare un altro giudice di pace a Ischia, motivando tale decisione col fatto che la pianta organica della sezione distaccata ne prevede due, e che quindi i tre attuali sarebbero stati più che sufficienti. Di conseguenza,  tutte le cause pendenti di cui si stava occupando il giudice Carro saranno ripartite fra i tre giudici rimanenti, ma con un ulteriore rallentamento della macchina giudiziaria, e col concreto pericolo che le sentenze arrivino dopo vari anni. Un rischio che l’Assoforense vuole quanto prima scongiurare.

 

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