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Schiaffo ai commercianti, spunta il cartellone che invita a comprare all’Outlet

ISCHIA – Lo avevamo scritto due settimane fa, non certo per inventarci chissà quale inchiesta ma semplicemente per sottoporre un lungo ed articolato “motivo di riflessione” ai nostri lettori ed alla comunità isolana in genere. E manco a farlo apposta, ecco che è spuntato un altro episodio emblematico, di quelli che per ovvi motivi ha mandato in bestia (almeno a chiacchiere, adesso ci aspetteremmo qualche iniziativa ufficiale, cosa che almeno per adesso è mancata, da parte degli interessati), un’intera categoria che già vede i propri incassi e le proprie finanze ridotte all’osso. Ci hanno scippato l’isola, titolavamo sul nostro giornale, spiegando che ormai da tempo immemore non è più chi risiede, opera, produce e paga tasso sul posto a dettare una serie di linee guida e di fenomeni, ma se le trova calate dall’alto, molto spesso ad opera di personaggi ed aziende provenienti dalla terraferma. E’ la globalizzazione, il libero mercato, si dirà, e per carità non c’è nulla da eccepire al riguardo: ma pur correndo il rischio di essere eccessivamente volgari, va detto che noi ischitani non soltanto abbiamo steso il tappeto rosso pur di incassare qualche spicciolo in più, ma abbiamo finito col metterci “proni” e col fare in modo che tutto passasse nelle mani altrui. Senza renderci conto che, così facendo, avremmo definitivamente impoverito il territorio. Non volendo essere scurrili una seconda volta, ci limitiamo a dire che abbiamo messo in atto non il delitto, quanto piuttosto il suicidio perfetto.

L’ultimo episodio in ordine cronologico è di quelli che lasciano quantomeno perplessi, per usare un eufemismo. Sul porto d’Ischia, dove sono sistemati i resti del “fu” Pontile 1 di Italia ’90, esiste una protezione con dei cartelli pubblicitari che servono almeno in parte a nascondere un autentico scempio che è certamente il peggior biglietto da visita che si possa mostrare ad un turista non appena questo mette piede sulla nostra isola. Ebbene, è stata cambiata proprio la cartellonistica, sostituendo i vecchi sponsor con uno nuovo. Da qualche giorno, insomma, viene reclamizzato un famoso Outlet che si trova in terra casertana, con l’invito a visitarlo ed a scoprirne le tante offerte convenienti. Facciamo subito una precisazione: è un invito anche agli isolani, ma fin qui nulla di strano, in fondo i nostri concittadini bene o male ogni tanto l’abitudine di tuffarsi in qualche centro commerciale ce l’hanno, anche in virtù dei viaggi organizzati con gli autobus che vengono organizzati con partenza e ritorno nell’arco della stessa giornata (fenomeno andato comunque calando da quando le agenzie di viaggio hanno posto un freno, attraverso articolate denunce alle forze dell’ordine, all’organizzazione di gite fuori porta del genere da parte di soggetti che non fossero in possesso dei requisiti previsti dalla legge).

Il problema, però, è che quella pubblicità è stata studiata per essere un chiaro messaggio indirizzato ai turisti in vacanza sull’isola verde, come le foto che vedete in pagina documentano in maniera inoppugnabile. Infatti, i cartelloni che invitano a visitare il predetto Outlet sono in diverse lingue straniere e tra queste anche il russo. Insomma, non solo sul nostro ameno scoglio i commercianti sono costretti a sbarcare il lunario ed a fare mille sacrifici per non chiudere i battenti, a causa di una crisi strisciante e soprattutto di una politica turistica che “reclutando” sul territorio un target bassissimo di clientela certamente non favorisce lo sviluppo del comparto commercio, anzi di fatto lo sta piano piano riducendo alla fame. Poi, come se non bastasse questo, ci si mette anche l’invito ai pochi vacanzieri facoltosi o con una certa disponibilità ad andare a fare compere in terra di lavoro ed ecco che il quadro è bello e completo. Ed è, naturalmente un quadro di desolazione. Inutile sottolineare che chi gestisce quegli spazi li cede per esigenze commerciali a chi ritiene più opportuno, ma non si può negare che ci troviamo di fronte a fatti che lasciano francamente esterrefatti. Secondo quelle che sono le notizie in nostro possesso i commercianti in genere e gli stessi vertici della locale Ascom non l’hanno presa affatto bene, anzi hanno rischiato un “collasso” quando si sono trovati davanti agli occhi quella pubblicità, quasi non ci volevano credere. Ma, a quanto sembra, l’attimo di stupore e di rabbia per adesso non ha sortito ulteriori iniziative. Una lettera al sindaco, a qualche amministratore, una trattativa con chi ha gestisce quei cartelloni, niente di niente. Tre sono le cose: o Marco Bottiglieri ed il suo direttivo stanno preparando qualche iniziativa e noi non ne siamo ancora al corrente, o stanno ancora riprendendosi dallo “choc”, o ingoieranno la pillola amara ed il velenoso boccone senza battere ciglio. Ma questo, francamente, sarebbe davvero inconcepibile.

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