CULTURA & SOCIETA'

Solennità a Serrara, Barano centro e Ischia Ponte

Esclamazione “Madonna (Mamma) d‘o Carmene!”

di PASQUALE BALDINO e i suoi Tralci

Oggi sabato 16 luglio ricorre la sentitissima Solennità della Madonna del Carmelo (o del Carmine, dal corrispondente spagnolo “Virgen del Carmen”), uno dei titoli sotto cui viene invocata Maria SS, l’onnipotente per grazia Madre di Gesù, vero Dio e vero Uomo. A chi non dice mai di no? E’ semplice: non dice mai di no a chi le chiede qualcosa con fede sincera, riassunta in un’antica e popolare invocazione del dialetto napoletano: “Madonna (Mamma) d’o Carmene!”. Dalla Parrocchia di Serrara del 1630 (l’unica dell’isola d’Ischia dedicata a Ns del Carmine, ove dal compianto Parroco Don Angelo Iacono nostro padre Pasquale Baldino ebbe lo straordinario onore di predicare la novena nel 1999); al bel tempio della Congrega fondata nel 1684 un tempo con la scritta su portone in legno “Mater et Regina decor Carmeli” in Via Roma a Barano centro; a quello della località “Cappella” con lo stemma e motto della grande famiglia degli Scoti “A sole sola in meliora trahor” a Ischia Ponte. A Napoli sul porto, nella Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore risalente al XIII secolo (primo documento del 1268 della presenza dei Carmelitani a Napoli, quando i cronisti descrivono il luogo, nella piazza del Mercato antistante, del supplizio di Corradino di Svevia e nel 1647 di Masaniello) il volto con la pelle un po’ scura, per cui viene chiamata col Nome di Santa Maria la Bruna, un’immagine antichissima della quale si racconta che fu l’Apostolo Luca a dipingerla.

Essa apparteneva agli eremiti che abitavano sul Monte Carmelo in Palestina, quando perseguitati dai soliti saraceni musulmani furono costretti ad allontanarsi ed alcuni sbarcarono anche a Napoli e qui fu costruito sulla chiesetta esistente il maestoso Santuario con la generosa donazione di Elisabetta di Baviera, madre dell’infelice 16enne Corradino di Svevia, riconoscente verso i Carmelitani per aver custodito le spoglie del figlio dopo la decapitazione. Dopo i costanti e sorprendenti miracoli (come per tre giorni in pellegrinaggio nella basilica vaticana!), Federico d’Aragona ordinò che per il fatidico giorno del mercoledì 24 giugno tutti i malati del Regno si portassero al Carmine e durante la Consacrazione, alla presenza degli stessi reali e del popolo, tutti gli infermi in un istante furono guariti da una luce posatasi sull’Icona della Madonna Bruna! Significativi orpelli di valore ed ex voto ai Simulacri del Carmine della panoramica Parrocchia di Serrara e della Cappella Scoti a Ponte d’Ischia. A Barano la imponente statua lignea della seconda metà del sec. XIX, opera di ignoto scultore di àmbito napoletano si presenta seduta su un trono di nubi, indossa un abito marrone decorato di fiori in pastiglia dorata ed un manto bianco cosparso di stelle dorate; con il braccio destro regge il Bambino in piedi benedicente e con la mano sinistra uno Scapolare di cuoio. Il culto della B. V. del Carmelo è sempre stato tanto vivo in queste tre Chiese poste sul versante meridionale e collinare dell’isola d’Ischia: il nostro compianto e pio nonno Antonio Lombardi (abitante a Barano d’Ischia) ne era devotissimo e ne aveva diffuso la devozione tra i suoi compagni nella Marina Militare in quanto contrasse in Turchia la malaria che notoriamente è trasmessa all’uomo da zanzare: i gravi sintomi della febbre, dolore alle articolazioni, mal di testa, convulsioni, delirio. Fatto sta -dal suo racconto- che nel pieno del pericolo di vita, durante un sogno, la sua Madonna del Carmine lo guarì improvvisamente e il giorno dopo riprese, per volontaria disponibilità, a fare i capelli a tutti i compagni marinai che glielo domandavano, come se nulla gli fosse accaduto. Un motivo in più per diffondere e affascinare alla sua Devozione all’onnipotente Regina del Carmine di Barano d’Ischia, come risulta peraltro dalle dediche di sue varie foto. Quando raggiunse il Paradiso le sue esequie si svolsero proprio nella Chiesa del Carmine il 25.02.2006, coincidenza (!) per via dei lavori di restauro alla Parrocchia di S. Sebastiano. Non a caso il 13 ottobre 1917, con lo strepitoso miracolo del sole, la Madonna si presentò ai tre Santi pastorelli di Fatima nelle vesti della Madonna del Monte Carmelo e Lucia divenne suora carmelitana. I Papi hanno sempre riconosciuto e apprezzato l’uso dello Scapolare (promessa della vita eterna e della liberazione dal Purgatorio il primo sabato dopo la morte): “Maronn ‘o Carmene!”. Amen!

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