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Tassa di soggiorno, come impiegarla?

DALLA REDAZIONE

ISCHIA. Eventi o servizi? A quale finalità dovrebbero essere indirizzati i proventi della imposta comunale di soggiorno? Il dibattito ha trovato nuova linfa dopo l’intervento del vicepresidente Ascom Ischia Marco Laraspata. «Se i proventi vengono spesi per eventi come la Festa del Porto, che ha portato benefici a tutti, allora è questa la strada da seguire». È questo in sintesi il pensiero del vice di Marco Bottiglieri e dell’associazione che insieme rappresentano. Ma la prospettiva non è condivisa da tutte le componenti della società civile. In molti chiedono che la tassa sia utilizzata per intervenire in alcuni dei settori più problematici del sistema Ischia. Al primo posto ci sono i trasporti terrestri, ma non sono gli unici. Sentieristica, pedonalizzazione, aree verdi, arredo urbano sembrano essere opere prioritarie sulle quali far confluire i fondi provenienti dalla tassa al turismo, nonostante gli eventi, soprattutto quelli che hanno un richiamo culturale anche vago come la Festa del Porto, siano tra le iniziative che si potrebbero e dovrebbero finanziare con i proventi dell’imposta.

LARASPATA: «EVENTI DEL GENERE FANNO BENE AL TURIMO».

«Una festa del genere – il punto di vista di Laraspata – fa bene al turismo e al commercio. La chiusura parziale delle strade coinvolte, porta benessere a tutti. Il commercio ha bisogno di essere affiancato dal coraggio di fare e da azioni politiche lungimiranti e significative. Personalmente ho assistito allo svolgimento, solo parziale, della stessa festa e ne sono rimasto entusiasmato. Ho visto Ischitani felici, turisti meravigliati, negozi frequentati e ristoranti e bar pieni. Ho notato, anche che il mini inquinamento atmosferico che subiamo con il traffico, oggettivamente, ne ha tratto vantaggio; l’aria che si respirava era diversa! Il benessere suddiviso crea reddito e lo stesso opportunità di crescita e di sviluppo. Quindi invito a chi deve e dovrà organizzare eventi e manifestazioni grazie alla tassa di soggiorno di operare seguendo questa strada».

CAUTIERO: «INVITO I MIEI OSPITI A FIRMARE LA RINUNCIA»

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C’è chi però la pensa diversamente, come Enzo Cautiero. Che non solo auspica che i proventi della tanto discussa imposta confluiscano in servizi, più che eventi, ma che ha avviato – in maniera silenziosa – una protesta che potrebbe avere risvolti clamorosi. «Posso confermare che sto invitando tutti gli ospiti del mio hotel ha firmare la rinuncia del pagamento della tassa di soggiorno per lo stato in cui versa via Morgioni a partire da San Ciro fino all’incrocio con via Mazzella. Degrado assoluto, con marciapiedi ridicoli che non vengono mai puliti, per non parlare dei parcheggi». Insomma, vanno bene le feste, ma ai turisti bisogna offrire prima di tutto un territorio ospitale e accogliente e, se è vero che l’amministrazione Ferrandino si è prodigata e non poco per migliorare aspetto e vivibilità del centro cittadino, lo stesso non si può dire per le zone periferiche, come per l’appunto San Ciro, nonostante, ricorda lo stesso Cautiero, «quando si istituì la tassa di soggiorno ,il 33 % doveva essere destinato all’estetica cittadina».

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GOFFREDO: «SERVE SVOLTA CULTURALE. PIÙ SERVIZI MENO FESTE»

Quello di Cautiero non è un intervento isolato. Sono in molti a pensare che, piuttosto che la Festa del Porto, il sindaco di Ischia farebbe meglio ad investire in servizi e portare avanti, ad esempio, il proposta di finanziare alcune corse di aliscafo per residenti a costi ridotti oppure quella di sostenere la discesa in campo di imprenditori privati per rendere competitivo il trasporto gomma. Sono tutti interventi che andrebbero finanziati con la tassa di soggiorno, sicuramente molto più di qualche asfaltatura di lembi di strada per accontentare qualche elettore con i mal di pancia. Un pensiero che sposa anche Mario Goffredo, che irrompe nel confronto dialettico tra le parti incitando ad «una svolta culturale che tanto la politica quanto le associazioni di categoria devono fare». Perché, conclude l’attivista di Ischia Forum, «l’isola chiede servizi, non feste». Certo, le feste fanno bene al morale, divertono ed offrono un momento di svago collettivo. Ma non risolvono i problemi in campo. Che sono tantissimi e stanno affossando l’isola ed il suo sistema economico fondato sul turismo.

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