CRONACA

Topi e pesci morti sul porto, forse un “eccesso di derattizzazione”

In attesa dei risultati ufficiali, si fa largo un’ipotesi per spiegare il singolare episodio verificatosi a Forio due giorni fa

Potrebbe essere stato un eccesso di veleno nell’alveo tombato di Cava delle Pezze a provocare l’inedita moria di pesci e ratti che l’altroieri ha impressionato Forio, e non solo. L’ipotesi non è ufficiale, ma si fa strada anche nella stanza dei “bottoni”. Sembra infatti che, essendo in programma la bonifica dell’alveo in questione, la ditta incaricata, di fronte alla circostanza secondo cui i propri operai sarebbero dovuti entrare in una zona piena di ratti di fogna, abbia effettuato una preventiva derattizzazione “all’ennesima potenza”.

L’operazione, con la complicità del meccanismo del “tutto pieno” nel sistema delle condotte avrebbe portato questo carico di veleno a “esplodere”, non soltanto uccidendo i topi ma, nel finire in mare, provocando anche lo stesso esito nei confronti dei pesci non lontani dalla riva. Comunque si attende ancora l’esito delle analisi effettuate presso l’Istituto zoo profilattico, la stazione zoologica Anton Dohrn e l’Arpac, per dare una risposta ufficiale all’episodio che ha lasciato sconcertati, per non dire sconvolti, i cittadini di Forio e dell’isola: episodio che nell’epoca dei social network ha assunto rapidamente rilievo nazionale, gettando una luce non proprio positiva sui nostri lidi ancora in piena stagione turistica. Dalle indiscrezioni, l’ipotesi appena descritta sembra quella più accreditata rispetto a quella, subito esclusa dell’effetto di un trattamento contro le blatte operato da una ditta specializzata per conto dell’Evi in questi pozzi , ma anche rispetto alla presenza di materiale tossico introdotto da privati all’interno della condotta che avrebbe dapprima ucciso i ratti e poi fatto altrettanto con i pesci che si trovavano più vicini alla riva.

Si sa che in quel pozzo convergono e si sono andati a collegare nel tempo una serie di abitazioni, attività commerciali e strutture ricettive, ma sembra improbabile che sia stato un privato ad aver utilizzato all’interno della sua proprietà qualche prodotto o averne scaricato il contenuto. In ogni caso, ciascuna di tali ipotesi avrebbe un vantaggio: si tratterebbe cioè di un episodio circoscritto, e difficilmente ripetibile, anche se esso riporterebbe d’attualità l’esigenza di un rifacimento delle condotte cittadine, cosa che è stata ampiamente discussa nella recente riunione tra l’Evi e i Comuni isolani.

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