CRONACAPRIMO PIANO

Parcheggio della Siena, la misura è colma

L’opera continua ad essere una “eterna incompiuta” e il comitato per la trasparenza degli atti pubblici affigge un manifesto nel quale dice basta alla prepotenza e detta le regole per modalità e tempi di consegna dei lavori: “E’ l’ora di reagire all’arroganza e all’insensibilità di proprietà e staff tecnico progettuale”

E’ una vicenda tanto surreale e ridicola che ormai quasi passa la voglia pure di mettersi a ragionare sull’attribuzione di responsabilità. Che le colpe di uno scempio infinito possano essere di Tizio, Caio o Sempronio francamente dopo anni fa ormai poca differenza: quel che è certo è che ci troviamo davanti ad una situazione tanto imbarazzante da non poter essere più sostenibile. Parliamo dell’eterno incompiuto, ossia il parcheggio della Siena all’ingresso di Ischia Ponte, che da tempo immemore aspetta di essere completato e che rappresenta un pugno nell’occhio per residenti e turisti, oltre che un problema di natura logistica per il borgo antico che si ritrova senza un’area in grado di poter ospitare autovetture con tutto quello che ne consegue. Adesso il battagliero comitato per la trasparenza degli atti pubblici – quel gruppo di cittadini assurto agli onori della cronaca tempo addietro per essere riuscito a far uscire fuori dal cassetto una serie di documenti legati alla realizzazione della struttura – torna alla carica e lo fa con un gesto forte e anche dall’elevato valore non solo simbolico.

Per le strade cittadine, infatti, è stato affisso un manifesto a firma del predetto comitato che condanna aspramente lo stato di cose e minaccia anche iniziative atte a chiudere una volta per tutte questa pagina nera della storia di Ischia. Si parte in maniera chiara e netta: “Il parcheggio della Siena, monumento decennale (in buona parte difforme) espressione di arroganza e prepotenza”. Poi si arriva al dunque: “Cittadini, per vedere realizzato il parcheggio della Siena stiamo pazientando tutti da dieci anni, mentre a Napoli una stessa opera è stata conclusa in un anno e mezzo e per vedere finito il tunnel sottomarino della Manica sono stati necessari solo tre anni! Abbiamo tollerato la distruzione di un vigneto che fungeva da magnifico proscenio allo storico Borgo di Celsa a Ischia Ponte. Abbiamo tollerato un buco con acqua sorgiva mista ad acqua salata che sembrava a noi e ai turisti un girone infernale. Adesso basta!”. Insomma, la misura è colma e non a caso nel passaggio successivo i componenti del comitato aggiungono: “E’ l’ora di reagire contro l’arroganza e l’insensibilità di una proprietà e di uno staff tecnico progettuale che persistono nel disegno di completare l’opera (in buona parte difforme) sistemando oltre 50 auto in superficie, tettoie di copertura e pannelli fotovoltaici coperti con verde artificiale, un disgustoso scempio paesaggistico”.

Per questo motivo, si legge ancora nel manifesto, il comitato chiede nell’ordine “la cancellazione del parcheggio in superficie; la cancellazione dei pannelli fotovoltaici o comunque proponiamo che la loro sistemazione se proprio siano ritenuti indispensabili avvenga sul tetto dell’Hotel Miramare e Castello; la cancellazione delle tettoie a copertura delle auto; la presentazione di un progetto di definizione dell’opera e di compatibilità ambientale che preveda il tetto a giardino pubblico: la contemporanea firma di una convenzione tra Comune e privato che tuteli i legittimi interessi dei residenti di Ischia Ponte”. E poi il finali che sembra quasi un diktat: “L’opera, alle condizioni su descritte, deve essere completata al più presto. Ogni diversa soluzione compromissoria dell’ambiente e dell’estetica cittadina di costringerà a qualunque azione inibitoria dello scempio. Cittadini, diciamo no alla prepotenza”.

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Carmela d'A

Secondo il mio modesto parere hanno ragione. Queste costruzioni di troppo cemento senza natura non possono andare d’accordo con la nostra identità. La moderna struttura tutta in cemento, non darà ciò che avevate prima, purtroppo. Sinceramente fare a cambio di un albero per un pilastro o di una vigna per un fotovoltaico, tirate le somme non potrà essere soddisfacente per nessuno. Tutte queste costruzioni obriobrose estirpando natura sono orrende. I nostri antenati costruivano intorno alla natura e non erano stupidi, gli stupidi siamo noi che costruiamo escludendola, deturpandola e non prendendola in considerazione.

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