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Cognome ischitano ma tedesca di adozione: Lucia, la “primadonna del Biancolella”

di Malinda Sassu
La “lady del vino” a Ischia ha un cognome italiano ma è tedesca di adozione e di fatto, ama la cucina e gli animali, tanto da sognare un futuro come veterinaria. E invece, la passione ereditata dal padre, che nel ristorante di famiglia le faceva provare ogni volta un vino diverso per imparare il “mestiere”, ha portato Lucia Monti a diventare enologa e produttrice,fotofamiglia lavorando prima in Germania, poi in Friuli Venezia Giulia e dal 2009 a Ischia, dove segue personalmente l’azienda agricola “La Pietra di Tommasone”. Una parentesi rosa nel panorama vitivinicolo dell’Isola per questa “primadonna” del Biancolella, figlia di Antonio Monti, noto ischitano e ristoratore di successo in Germania.
Diciamocelo pure, è finito il tempo in cui l’argomento “vino” era ad esclusivo appannaggio maschile, roba da uomini, insomma. A Ischia è in atto una “rivoluzione rosa” che parte dalla Germania e arriva a Lacco Ameno. Una storia, quella di Lucia e del suo Biancolella, tutta da sorseggiare.

Come ci si sente ad essere donna in un ambiente lavorativo “pensato” al maschile. Hai dovuto affrontare delle difficoltà o ti sei sentita a tuo agio?
Il mondo del vino è tutt’ora in prevalenza “maschile”. Durante i miei studi di enologia eravamo 5 ragazze contro 40 ragazzi! La difficoltà iniziale è stata sicuramente quella di guadagnarsi il giusto rispetto da dipendenti e fornitori ma anche dagli stessi clienti. Da ragazza giovane, straniera, con un forte accento tedesco e figlia del proprietario, ho dovuto lavorare molto di più rispetto ad altri per mostrare la mia competenza sul lavoro e difendere le mie decisioni.

Qual è il valore aggiunto che una donna può dare al mondo del vino ischitano?
Credo che oggi, per fortuna, non ci siano più differenze tra uomini e donne brave in carriera. La differenza che dà la mano di una donna in enologia è nel modo in cui agisce e decide: gli uomini sono prevalentemente tecnici, noi ci mettiamo anche tanta emozione. È interessante poi vedere come siano più brave le donne nella degustazione di un vino, riuscendo a dare un giudizio fedele alla scheda tecnica, pur non avendo mai provato prima quel vino.

Quanto c’è del tuo background nei vini dell’azienda Tommasone?
Devo ringraziare molto mio padre per la sua fiducia in me, soprattutto quando, nel 2009, ho svolto la mia prima vendemmia da sola. Ne sono orgogliosa perché in poco tempo abbiamo raggiunto fotobottigliabei risultati. Da 2 anni abbiamo un bravissimo cantiniere (Giuseppe Andreoli), e questo mi aiuta nel ritagliarmi tempo e dedicarmi anche alla commercializzazione dei vini. In ogni vino io ci sono al 100%, mi occupo della completa organizzazione della vendemmia e dei vigneti, seguo tutti processi di vinificazione, decido l’assemblaggio dei vini e l’imbottigliamento, grazie anche ad uno staff che abbiamo completato negli ultimi anni.

Secondo te quale dovrà essere il messaggio che il vino ischitano può mandare, soprattutto in occasione dei 50 anni dalla nascita della Doc?
Ischia è l’Isola della viticoltura e della storia dei contadini “eroici” da sempre, abbiamo una storia unica al mondo che va protetto. Si dovrebbe però lavorare di più sulla salvaguardia del territorio come hanno fatto in altre regioni con grandi risultati. Il messaggio che si dovrebbe portare al mondo è che non siamo soltanto commercianti di vino ad Ischia, ma da sempre produttori di uva, veri vignaioli!

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Qual è il segreto del successo di un vino secondo te?
Se produci un vino dai tuoi vigneti, crei un prodotto da zero, ci metti tutto il tuo cuore, ed il vino diventa come un figlio da crescere. Un vino deve raccontare il territorio, la storia e le tue emozioni, solo così riesci a colpire il consumatore finale. Non deve essere identico a tanti altri, non deve diventare uno stereotipo o una moda, ma il risultato di un ciclo naturale. E poi il vino deve essere comunicato, perché può essere il vino più buono del mondo, ma se non riesci a comunicarlo di sicuro non lo comprerà nessuno.

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Qual è il vino che produci che ti dà più soddisfazioni?
Uno dei miei preferiti è il nostro Biancolella, perché rispecchia la storia vitivinicola Ischitana, un vitigno storico che viene lavorato in purezza soltanto qui, un prodotto di nicchia, che venne coltivato già dai miei bisnonni. Profumi delicati che rispecchiano molto l’Isola.

Cosa bolle nel tino di Lucia e dell’azienda Tommasone?
Con l’annata 2015 è in progetto uno spumante metodo classico Ischia Bianco Doc. Abbiamo vendemmiato Biancolella e Forastera a inizio settembre, da vigneti di Forio in zona “Chiena” per sperimentare questo nuovo progetto….per ora promette bene! Il prodotto finale, del quale dobbiamo ancora scegliere il nome sarà in commercio non prima del 2018, ma un’idea c’è: lo vorrei dedicare a mio padre….

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