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Sisma, dal 3 maggio stop all’assistenza alberghiera: o forse no

I cittadini ancora alloggiati nei vari alberghi potrebbero essere concentrati in un paio di strutture, le quali potrebbero usufruire del Cas destinato agli sfollati. Il sindaco Castagna: «Plaudo alla comprensione degli albergatori verso le esigenze dei nuclei familiari da ospitare»

A quasi tre anni di distanza dal sisma che sconvolse l’isola, si profila la cessazione dell’assistenza alberghiera. O meglio, un cambiamento nelle modalità, perché i cittadini potrebbero comunque continuare ad usufruire dell’ospitalità delle strutture ricettive. O almeno di alcuni di esse. Il Comune di Casamicciola ha infatti inviato una nota ai vari alberghi che hanno accolto gli sfollati rimasti senza un’abitazione agibile, nella quale viene ricordata la serie di norme che hanno disposto l’obbligo al commissario straordinario di provvedere entro il 30 aprile 2020 alla cessazione dell’assistenza alberghiera e alla concomitante concessione del contributo di autonoma sistemazione ai nuclei familiari aventi diritto. L’articolo 18 comma 1 del decreto legge 28 settembre 2018 n°109 aveva anche stabilito la riduzione del 50% dei contributi di autonoma sistemazione precedentemente concessi ai nuclei familiari residenti in abitazioni non di proprietà (inquilini) che possono essere comunque concessi fino al 31 dicembre 2020.

Lo scorso 16 aprile 2020 il Commissario Straordinario per la Ricostruzione Carlo Schilardi aveva risposto ad una specifica nota avanzata dal Comune di Casamicciola Terme che tramite il Sindaco Castagna aveva chiesto un differimento dell’uscita dagli alberghi dal 30 aprile al 31 luglio, data di cessazione dello stato d’emergenza Covid 2019 stabilita dal governo. Tuttavia il Commissario Schilardi aveva purtroppo confermato lo slittamento dei termini di uscita dall’assistenza alberghiera solo al 3 maggio 2020. E’ pur vero che nell’ultimo mese e mezzo il blocco della circolazione ha impedito agli assistiti in albergo di poter concludere utili attività per la ricerca di un alloggio, ma è pur vero che le modificate condizioni a partire dal 4 maggio potrebbero in ogni caso consentire una sistemazione autonoma attraverso il fitto di immobili.

Ma in sostanza l’assistenza alberghiera dura ormai circa 3 anni, e sarebbe difficilmente sostenibile per un ulteriore periodo.

Il sindaco di Casamicciola, di concerto con il Commissario della Ricostruzione ha però cercato soluzioni alternative da concordare e negoziare anche con gli albergatori: una di queste, in attesa dell’uscita definitiva dalle strutture alberghiere, potrebbe essere quella di concentrare in una o al massimo due strutture alberghiere tutti gli assistiti, ora divisi in varie strutture. In tal caso, naturalmente, il contributo di autonoma sistemazione di cui sono titolari i nuclei familiari attualmente alloggiati in albergo verrebbe interamente devoluto alle strutture che volessero avvalersi di questa possibilità. Una soluzione ben vista anche dagli albergatori: «Ho trovato molta comprensione tra gli imprenditori, a cui va il mio plauso: hanno aderito a una soluzione che va incontro alle esigenze degli sfollati», ha dichiarato il sindaco Castagna. Dunque i cittadini ancora ospitati negli alberghi verranno probabilmente concentrati in un paio di strutture, che riceverebbero i contributi di autonoma sistemazione (Cas) destinati agli sfollati. Gli albergatori in questione avrebbero il vantaggio di continuare a lavorare anche nei prossimi mesi: e in tempi di emergenza sanitaria, l’alternativa alla chiusura totale non è cosa da poco.

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