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Balneabilita’ 2015, Ischia e Procida si confermano in “salute”

di Sara Mattera

 

La stagione turistica del 2015 si è ormai conclusa da un bel po’, ma nonostante il gelo sceso su tutta l’Italia e sulla nostra isola, c’è già chi pensa alla prossima stagione e a quello che potrà offrire ai turisti e non.  Soprattutto, però, si pensa alla qualità dei nostri mari che, ogni anno, accolgono i tanti bagnanti che cercano refrigerio dalle calde temperature estive. E così, in queste ore, è stato elaborato un bilancio complessivo sulle nostre coste, relativo alla stagione 2015 che ci siamo ormai lasciati alle spalle e che aiuta a delineare le prospettive sullo stato dei mari in cui nuoteremo in questo nuovo anno. Lo scorso 2 Gennaio, infatti, la Giunta Regionale della Campania, ha approvato l’atto di classificazione delle acque di balneazione per il 2016. In poche parole, è stato redatto il documento ufficiale che attesta quali siano  i mari più inquinati e quelli dove, invece, non vi è alcun rischio per la salute delle persone. Un documento stipulato dopo il lungo monitoraggio, portato avanti in questi mesi, sulle zone costiere campane, sulla base di controlli eseguiti dall’Arpac, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale per il periodo che va dal 1 Aprile al 30 Settembre del 2015, facendo anche riferimento, però, ai dati rilevati nel precedente trienno. E ancora una volta, Ischia ha il suo posto d’onore tra le zone della Campania per le spiagge che eccellono in fatto di indici di balneazione. Per stabilire tale classificazione, ricordiamo, esiste infatti uno specifico sistema “operativo”. Ogni anno, infatti, le acque, vengono monitorate con una certa periodicità e classificate in quattro classi di qualità, previste dalla normativa, suddivise in “Scarsa”, “Sufficiente”,  Buona”, “ Eccellente”. Dallo scorso anno, inoltre è stata adottata una nuova categoria, quella di “Nuova classificazione” in cui rientrano le acque rimesse alla balneazione negli scorsi anni, in seguito al verificarsi delle condizioni di inquinamento e per le quali non è stato ancora raggiunto un set di dati minimo necessario per l’attribuzione della classe di qualità.  In base alla classificazione, per ogni tratto marino sono previste, poi, diverse modalità di gestione, monitoraggio e l’eventuale adozione di misure di risanamento mirate alla tutela e alla salute dei bagnanti. Con questo sistema, quindi,  durante la stagione estiva del 2015, sono state monitorate 22 zone costiere di Ischia, che sono stata classificate tutte come eccellenti, rientrando, pertanto nel pieno criterio di balneabilità. Che le acque di Ischia, però, fossero pientamente balneabili, era già stato appurato nei mesi scorsi. A Giugno, infatti, l’Arpac, aveva diffuso i dati relativi allo stato di balneabilità dei mari della campania, dopo i monitoraggi effettuati ad inizio stagione. Per l’occasione erano stati segnati in blu, e quindi con pieno grado di balneabilità, circa l’ 81 per cento dei 429 chilometri di Costa, su un totale di 487 Km. Già all’epoca, quindi, i mari di Ischia e anche quelli di Procida erano stati ampiamente promossi per la loro qualità che si riconferma, ora, anche dopo sei mesi e dopo i monitoraggi effettuati in prossimità della chiusura della precedente stagione turistica.  La Regione Campania ha, quindi, ufficializzato la piena idoneità di balneabilità per Ia nostra isola che può tirare un sospiro di sollievo, specie dopo che, nell’Agosto scorso, si era temuto il peggio, quando un enorme quantità di liquami fognari finirono per essere sversati nel mare di Forio, dopo la rottura di una fognatura. Un episodio che aveva fatto finire Ischia nelle cronache dei giornali nazionali e regionali che lanciarono un allarme di inquinamento.  Del resto, però, già dopo lo spiacevole incidente, furono eseguiti i monitoraggi sul mare foriano  proprio dall’Arpac che già allora evidenziò che i liquami non avevano inciso in modo significativo sullo stato di balneabilità del nostro mare. Salvo, quindi, altri spiacevoli episodi, Ischia e anche Procida sono state promosse per la stagione balnerare 2016. Se positivi sono stati i risultati delle due isole, unitamente a quelle di Capri e di Sorrento,  si sono ricofermate, però, situazioni di balneabilità scarsa o sufficiente, per alcune altre coste del napoletano, specie nella zona di Castellamare, Pozzuoli, e del Sarno. Zone che erano state considerate già molto inquinate anche dal sopralluogo, avvenuto nello scorso luglio, di Goletta Verda, per la Legambiente, che aveva bocciato il mare della Campania. Tuttavia, nonostante l’inquinamento sempre più imponente dell’ambiente che ci circonda, sembra che la situazione sia in leggero miglioramento, almeno per quanto riguarda le coste adibite alla balneazione.  Secondo il report conclusivo dell’Arpac, in merito anche ai monitoriaggi effettuati nell’anno appena finito, siamo passati dal 81% di costa balneabile del 2011 al 95 % raggiunto nel 2015. Un dato, questo, certamente importante che conferma il netto miglioramento qualitativo delle acque campane.

 

 

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