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“Salutiamo una nuova alba”, l’isola ricorda Cassandra Mele

La commemorazione si è svolta ieri mattina a Ischia Ponte

Gli amici e i conoscenti di Cassandra Mele, la sfortunata 37enne travolta e uccisa da un’auto negli scorsi giorni, hanno deciso di ricordarla con una cerimonia che si è svolta a Ischia Ponte alle prime luci dell’alba, che la giovanissima caporal maggiore dell’Esercito tanto amava. La commemorazione, organizzata in poche ore grazie al tam-tam social, è stata caratterizzata da un elemento che in occasione di simili tragedie dovrebbe rappresentare la normalità: il più totale silenzio.

A prendere parte al momento di raccoglimento sono stati anche tanti comuni cittadini, che hanno voluto salutare Cassandra, la cui solarità ha rapito tutti, anche coloro che non la conoscevano. Una maglietta, palloncini bianchi e una bicicletta sono state le protagoniste dell’addio laico a Cassandra; quando i tenui raggi del sole già illuminavano il Castello aragonese e il borgo marinaro, una lanterna è stata fatta librare in volo.

Difficile trattenere le lacrime quando a lasciare questa terra è una persona ancora nel fiore degli anni e con così tanta voglia di vivere. Cassandra ha pagato un prezzo troppo alto, questo è fuori discussione. Tuttavia, sono davvero raggelanti i commenti che numerosi leoni da tastiera hanno riservato alla ragazza che era alla guida del veicolo che ha spezzato la vita di Cassandra. L’unico sollievo è che non saranno loro, con la propria ferina irrazionalità, a dover giudicare la 26enne. Bisogna convenire che anni di processi televisivi hanno prodotto serissimi danni all’italiano medio, desideroso come mai di sfogare le proprie frustrazioni esistenziali sul prossimo. La giustizia farà il proprio naturale corso, ricostruendo dinamiche, accertando responsabilità e punendo eventuali colpevoli.

L’auspicio è che il tempo possa in parte lenire il lacerante dolore di familiari e amici, e anche di colei che, suo malgrado, ha messo fine all’esistenza di Cassandra. Al tempo stesso, è necessario interrogarsi seriamente sul perché questi episodi luttuosi avvengano ancora e, soprattutto, su cosa possiamo fare come comunità affinché non si debbano piangere altre vittime.

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