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«Strade pericolose, basta sangue sull’asfalto e dolore»

Il sindaco di Lacco Ameno rilancia la proposta del tavolo tecnico in prefettura: «Devono partecipare anche i ragazzi delle scuole superiori in modo che le iniziative che andremo ad intraprendere siano sentire anche come le loro»

Anche le statistiche lo hanno confermato: la SS270 tra le strade più pericolose d’Italia. Il dato è certificato dall’Automobile Club Italiano che, al termine di una indagine che ogni anno analizza quanto accade nei circa 55mila chilometri di strade della rete viaria principale del nostro Paese, ha ribadito la pericolosità della strada isolana.

«Non c’era bisogno di una statistica per farci capire quanto siano pericolose le nostre strade. A ribadirci il concetto sono tutti i morti registrati in questi anni. Ogni pochi metri ci sono fiori a ricordarci quanto sangue si sia sparso lungo l’asfalto delle nostre strade. E poi c’è la tragedia, l’ennesima, ancora viva, che ha portato via Manuel». Così esordisce, con la voce che tradisce l’emozione, Giacomo Pascale. «Dobbiamo fare quello che è nelle nostre possibilità senza demagogia e senza farci prendere dalle emozioni. Già all’indomani della tragedia che strappò la vita a Francesco Talercio, scrivemmo al Prefetto per chiedere un tavolo tecnico cui presero parte tutti i comandanti delle Polizie locali isolane, le forze dell’ordine e le Istituzioni. Da qui dobbiamo ripartire per capire che cosa fare chiedendo anche di poter andare in deroga alle normative al codice della strada proprio perché questo anello stradale è diventato troppo pericoloso». «Dobbiamo fare delle richieste chiare e precise», incalza il sindaco di Lacco Ameno. «Così come detto anche dal sindaco di Ischia Enzo Ferrandino – continua – chiederemo un nuovo incontro al Prefetto per ripartire da dove eravamo rimasti. Dobbiamo lavorare insieme al di là della tragedia di questi giorni. Dobbiamo capire quanti e quali i provvedimenti mettere in cantiere per rendere le nostre strade più sicure e con la Città Metropolitana, che rappresenta il proprietario della strada, porre in essere tutte le azioni possibili».  

Nel 2019 Giacomo Pascale chiese ed ottenne un tavolo tecnico presso la Prefettura di Napoli per la questione della sicurezza delle strade isolane, teatro purtroppo di innumerevoli incidenti anche mortali. Sul tavolo, dalle autorità intervenute fu posta la valutazione di interventi stradali circa il controllo con rilevatori di velocità sia da remoto (autovelox) che con contestazione immediata, l’apposizione di idonea segnaletica orizzontale e verticale, la manutenzione del manto stradale, il contrasto all’uso e all’abuso di sostanze stupefacenti ed alcolici, un più approfondito controllo delle forze locali ed una auspicabile attività consortile tra le forze appartenenti ai diversi Comuni. La Sezione Provinciale della Polizia Stradale dichiarò che l’apposizione di autovelox sull’isola d’Ischia e sulla S.S. 270 fosse autorizzata solo presso il Comune di Forio (non ancora installato) con espressa indicazione del tratto chilometrico e non in altri punti, adducendo oltretutto motivazioni discutibili, quali il tasso di morti e feriti nell’ultimo quinquennio (rispetto al 2019) inferiore di misura rispetto alla media nazionale. Motivo già all’epoca causa di giusta indignazione e che oggi, alla luce del rapporto Aci che inserisce la S.S. 270 ai vertici delle strade più pericolose italiane per incidenti avvenuti su ciclomotori, si mostra ancora più contestabile. All’ordine del giorno non c’è solo la possibilità di convocare un tavolo tecnico presso la Prefettura.

«Bisogna – spiega ancora Pascale – invertire la cultura che vede troppe persone guidare con il cellulare in mano, senza cintura, senza casco o comunque in modo distratto. Cambiare la cultura non è semplice né immediato, ma lo dobbiamo fare per noi tutti e per rispetto di chi non c’è più». Giacomo Pascale è scosso. «Personalmente ho cominciato una campagna di ascolto incontrando l’associazione ‘La strada del buonsenso’ e con i ragazzi che due giorni fa hanno occupato il Liceo ed il Mattei. Bisogna cogliere lo spirito della loro iniziativa, capire che, al di là del modo e della forma, c’è un grido di dolore da parte di chi ha perso un amico e si sente in pericolo sulle nostre strade. Questi ragazzi devono stare accanto a noi amministratori, partecipare agli incontri e condividere tutte le iniziative affinché le sentano maggiormente vicine». E chiosa il sindaco di Lacco Ameno: «Il cambiamento deve essere affrontato con la consapevolezza e con la collaborazione di tutti senza buttare la croce su nessuno. Dobbiamo lavorare affinchè il dolore di questi giorni non si ripeta più».

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Lucia65

Un paio di anni fa si parlò di autovelox sulla famosa (o famigerata) “Sopraelevata”. Per un po’ di tempo (poco, pochissimo) lo si è anche visto. Poi?? Nulla più. Sono i rimasti i rilevatori di velocità, del tutto inutili. Che fine hanno fatto gli autovelox? All’epoca si notò una velocità ridotta da parte di tutti, o quasi. Ma da un bel po’ siamo ritornati alle velocità quasi da autostrada!!! Da anni, a cadenza rituale, si parla di fare una rotonda al famoso (o famigerato) “incrocio dei semafori”, altro punto pericolosissimo! Per farlo cos’altro deve succedere? Le idee, le proposte ci sono, dopodiché il vuoto totale!!

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