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La Posta non arriva? Vediamo perché

di Pasquale Balestriere

È sotto gli occhi degli isolani il disastro del servizio di recapito-posta, quanto meno in varie zone dell’isola. Se cerchiamo di capirne i motivi e di individuare  colpe e  responsabilità, alla fine saremo costretti a constatare che sono vari i colpevoli, anche se in misura e modi diversi. La responsabilità maggiore di  questo vergognoso disservizio è da attribuire senz’altro a Poste Italiane che, nella sua folle corsa verso la privatizzazione (che allo stato attuale pare aggirarsi intorno al 30%), adotta tutti i mezzi utili per rendersi appetibile all’investitore privato. In primis, naturalmente, i tagli, per una questione di snellezza e di risparmio. Per quanto riguarda il servizio di recapito-posta, che è quello di cui ora ci si occupa, sulla nostra isola le zone sono recentemente state estese territorialmente e, quindi, ridotte di numero: da 21 a 14, pare,  esattamente di un terzo, con conseguente enorme aggravio di lavoro per i portalettere che non possono in alcun modo far fronte al loro compito. E chi ci prova,  a sera sta ancora consegnando, senza peraltro riuscire a smaltire tutta la posta.

È di solare evidenza che così non può funzionare. Non so se risponde al vero quel che ho sentito dire, e cioè che alcuni postini abbiano addirittura  preferito rinunciare all’incarico e licenziarsi. Pare assurdo, con i tempi che corrono! Ma se così fosse, saremmo al cospetto di un abuso prevaricatorio, perpetrato da Poste Italiane,  che andrebbe  indagato e verificato dal giudice del lavoro o da altro magistrato per coglierne eventuali rilievi penali.  A questo si aggiunga lo sconsiderato spostamento dei postini da una zona all’altra, deciso non si sa bene da chi. Si potrebbe obiettare che esistono graduatorie interne in base alle quali vengono effettuati gli spostamenti. E va bene. Ma a questo punto è lecito chiedersi: il compito primario del servizio di recapito-posta non è forse di consegnare, con procedure decenti, la posta ai cittadini? E se è così, se il servizio esiste solo ed esclusivamente per la comunità dei cittadini, perché si privilegia il diritto di un singolo di scegliersi la zona, quando ciò va a  discapito di una intera utenza?

Vale la pena di fare un esempio pratico,  per  chiarezza. Sulla zona  che include la frazione di Buonopane (dove vivo) c’era, fino a poco tempo fa, un portalettere di nome Dario: educato, laborioso, rapido, puntuale e, per di più, esperto della zona.  All’improvviso è sparito. Poi si è saputo che era stato spostato su un’altra zona, addirittura più ampia. Che strano modo ha Poste Italiane di ricompensare chi lavora bene! Gli aumenta il lavoro!!!  Il  risultato di questa brillante operazione  è stato che la zona di Barano/Buonopane non ha ricevuto più posta per mesi. Chi scrive, solo recentemente e solo in un paio di occasioni, ha trovato posta nella sua buca. E penso che anche la zona su cui è stato spostato il portalettere Dario, che qui ringrazio pubblicamente per la sua operosità, abbia inizialmente patito qualche disservizio. Perché Dario è bravo, ma non onnisciente. Insomma non può conoscere tutto e tutti. Resta -come dato finale- che Poste Italiane è gravemente inefficiente nel settore del recapito della corrispondenza. Allo sfascio del quale contribuiscono, sia pure in misura minore, anche enti insospettabili: i Comuni, per esempio. Almeno quelli che difettano nella toponomastica, cioè che non hanno, ben visibili e funzionali, tabelle, cartelli o scritte con i nomi di ogni singola strada; o che non hanno la numerazione civica aggiornata. Uno di questi Comuni inadempienti è certamente quello di Barano che, a quanto mi risulta, sta finalmente provvedendo alla soluzione del problema.  Staremo a vedere quando -e come- si arriverà alla fine. È chiaro a tutti che la mancanza o la scarsezza di tali elementi indicatori complica il lavoro di un portalettere, specialmente se nuovo della zona. Infine gli ultimi colpevoli: i cittadini, anzi -meglio- una parte dei cittadini; sia quelli che si sono costruiti una bella casa abusiva alla fine del mondo, voglio dire ben fuori dai centri abitati, sia quelli che non espongono la propria buca per la posta ai limiti della proprietà o almeno in un luogo facilmente e immediatamente accessibile al portalettere.

Per chiudere val la pena di ricordare che non è la prima volta che la succitata zona Barano/Buonopane (con annessi e connessi)  patisce l’assenza del postino e la mancata consegna della posta. In un passato neppur tanto lontano da queste parti la posta ha latitato per circa un anno, nonostante i numerosi interventi scritti, in forma di articoli giornalistici e di reclami  indirizzati a vari organismi, da parte del redattore di questo pezzo. Ecco, quando si pensa all’inefficienza del servizio di recapito-posta, bisogna tener presenti tutti questi fattori e tutte queste responsabilità. Dopo di che chi è senza peccato faccia il suo dovere di cittadino e scagli la prima (metaforica) pietra (magari telefonando per reclamare al numero 803160); e cerchi di colpire i responsabili  dello sfascio. Ed anche gli incapaci e gli scansafatiche. A tutti i livelli e dovunque si annidino.

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