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Ecco perché ad Ischia hanno nascosto la delibera

ISCHIA. Avevamo lanciato in esclusiva, nell’edizione di domenica del nostro giornale, la notizia, presentando quella che era a tutti gli effetti una vistosa e sotto certi aspetti clamorosa anomalia. Ci eravamo soffermati sul fatto che all’albo pretorio erano state pubblicate le delibere di giunta municipale numero 61, 63 e 64 ma mancasse all’appello la 62. Che, tra l’altro, non era stata recapitata neppure ai capigruppo consiliari, a prescindere che non si era trattato affatto di una fortuita dimenticanza. Ebbene, dopo la pesante denuncia de Il Golfo, nella giornata di ieri sul palazzo municipale di via Iasolino hanno dovuto correre ai ripari e finalmente ecco che la delibera incriminata è spuntata fuori come il coniglio dal cilindro ed è stata pubblicata. E adesso pensiamo di avere anche compreso perché fosse stata occultata. L’oggetto del documento è “Approvazione schema di convenzione tra il Comune di Ischia ed Eav srl” e lo stesso ha ricevuto l’approvazione di tutti i quattro assessori presenti all’adunanza che era presieduta come da prassi dal sindaco Enzo Ferrandino.

Nella delibera l’esecutivo prende atto “della nota prot. 353619 del 1 giugno 2016 della direzione generale Mobilità della Regione Campania che ha autorizzato la EAV srl ad avviare il servizio richiesto dal Comune di Ischia a far data dal 9 giugno in via sperimentale nelle more della rimodulazione del programma di esercizio di cui al contratto in essere anche al fine di verificarne l’impatto sul sistema trasportistico complessivo del territorio”. Di fatto, per coloro che non l’avessero ancora compreso, il servizio fin qui svolto dalla navezza Zizì passa alla Eav. Attenzione però ai tre passaggi successivi. Nel primo si legge di “approvare lo schema di convenzione tra la Eav ed il Comune di Ischia come predisposto dall’amministrazione della Eav srl che ha dichiarato disponibilità allo svolgimento del servizio senza oneri per gli utenti dietro il corrispettivo omnicomprensivo di euro 60.000 per ciascun anno a carico del Comune di Ischia”. Nel secondo si stabilisce di “incaricare il responsabile Servizio 6 inclusa la sottoscrizione della convenzione e la predisposizione del materiale operativo e divulgativo al fine della più ampia diffusione dell’iniziativa promossa dall’ente”. Nel terzo, infine, si dà atto “che il costo del servizio sarà coperto con utilizzo di risorse relative alla viabilità e al turismo e che l’impegno sarà assunto per l’importo corrispondente sull’atto determinativo dei responsabili rationae materia”.

Insomma, è assolutamente superfluo sottolineare come la giunta ha votato una delibera assolutamente irregolare dall’inizio alla fine, piena zeppa di errori degni di dilettanti allo sbaraglio. Un vero e proprio festival degli orrori. Partendo dal presupposto che la Eav potrebbe sulla carta vantare un diritto di prelazione (se ne parlò già quando venne istituita la navetta Zizì), va detto che il Comune nel caso di specie sceglie di affidare il servizio con una semplice richiesta inoltrata alla Regione che risponde positivamente e autorizza l’ente prima ancora che sia stato scelto chi è il soggetto deputato. E’ stato fatto tutto in modo contrario rispetto a come andava fatto: prima bisognava aprire la procedura, poi chiedere i requisiti, poi prendere atto che ne era in possesso solo l’Eav, infine stabilire una somma da mettere a disposizione e come ultimo passaggio rivolgersi a Palazzo Santa Lucia.

Qui, praticamente, si è proceduto a un affidamento senza far partecipare nessuno, non si capisce come detto chi abbia deciso l’importo e poi non c’è traccia nell’impegno di spesa che sarebbe assente dal bilancio di previsione. Si parla di soldi che saranno “estrapolati” dai capitoli turismo e viabilità, ma non si capisca cosa assicuri la copertura finanziaria. Si approva dunque una convenzione ma c’è un interrogativo: chi ha stabilito di formulare la richiesta all’Eav? Perché in realtà andava fatta una delibera di indirizzo con cui il Comune spiegava le proprie intenzioni, poi eventualmente ci si rivolgeva all’azienda prescelta. E se ad esempio la stessa invece di 60.000 euro ne avesse richiesti 100.000, da via Iasolino avrebbero messo mano alla tasca senza colpo ferire? Tralasciando le tempistiche dell’atto, che definiamo particolari perché “patetiche” sarebbe forse eccessivo, non possiamo fare a meno di osservare che nella delibera si cita ben sei volte la necessità di rispettare il d.lgs 50 del 2016. Per intenderci, si tratta del codice degli appalti, che vieta espressamente affidamenti diretti per importi superiori a 40.000 euro. E qui sono 60.000. Parlavamo di galleria degli orrori, forse neppur il miglior Dario Argento sarebbe riuscito a fare meglio. Adesso capiamo anche perché, fino alla denuncia del nostro giornale, quella delibera era rimasta in qualche cassetto.

Gaetano Ferrandino

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