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La ricetta per non rassegnarsi alla “mazzamma” d’agosto

Finalmente anche stranieri e turismo di buon livello a Ischia nel mese di altissima stagione, ma la presenza di gentaglia e di vacanzieri "cafonal" (nel migliore dei casi...) continua a farla da padrone. Ma cosa fare per invertire con decisione la tendenza? Lo abbiamo chiesto ad alcuni addetti ai lavori

La stagione turistica agostana sull’isola, nonostante alcuni segnali incoraggianti, resta spesso vittima del cosiddetto turismo “cafonal” che per varie settimane resta quello di gran lunga prevalente. Abbiamo parlato di segnali incoraggianti, perché sembra che l’ormai logora cantilena sull’obiettivo di innalzare la qualità del turismo che viene attirato dalla nostra isola stia lentamente producendo qualche risultato. Tuttavia le problematiche portate da quel tipo di ospiti che volgarmente viene indicato come “mazzamma” sono ovviamente ben presenti. Per capire se sia in atto una vera inversione di tendenza nel modo di intendere il turismo locale, o se invece c’è ancora una carenza di consapevolezza, abbiamo raccolto i pareri di alcuni qualificati addetti ai lavori.

Enzo Ferrandino: «Ciascuno di noi deve attivarsi per far sì che i nostri ospiti rispettino il nostro territorio. Istituzioni, forze dell’ordine, ma anche i cittadini stessi. E i media dovrebbero evitare di ingigantire taluni episodi»

Secondo il sindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, c’è ancora da fare ma è opportuno anche ridimensionare taluni aspetti del fenomeno: «La tipologia di turismo agostano – spiega il primo cittadino – ha origine anche in alcuni “atteggiamenti” di noi ischitani: da un lato il fenomeno delle affittanze non oculate finisce per introdurre nel nostro contesto gente che poi crea problemi sul territorio. Va anche detto che talvolta tendiamo ad ingigantire troppo questo fenomeno, ad esempio facendo rimbalzare eccessivamente qualche episodio su media. Di sicuro molto si sta facendo, e bisogna dare atto a tutte le forze dell’ordine della grande attività di interdizione che stanno mettendo in campo. Tuttavia c’èbisogno di un’azione sinergica dove tutti noi dobbiamo prodigarci per pretendere il rispetto dei nostri ospiti verso il territorio. Ciò significa anche evitare di dare ospitalità a chi non rispetta il nostro territorio. Questa azione va dispiegata, ciascuno tramite le proprie competenze: i cittadini proprietari delle seconde case devono sforzarsi nel fare una selezione, e questo devono farlo anche gli operatori dell’ospitalità tradizionale. A volte infatti certo tipo di turismo trova accesso anche nell’ambito delle strutture alberghiere. Le forze dell’ordine continuano a prodigarsi per cercare di garantire migliori condizioni di tranquillità, e anche chi fa informazione dovrebbe spiegare che Ischia generalmente è una meta tranquilla, frequentata da molti ospiti, tutti benvenuti, e che vivono il loro periodo di vacanza in maniera serena, rispettando il nostro territorio».

Giacomo Pascale: «L’isola deve fare una scelta: più qualità significa anche togliere spazio in modo naturale al turismo più scadente che non apporta benefici al territorio»

Articolata l’analisi del sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale: «Ischia e Capri stanno registrando il tutto esaurito. Il lato positivo è il richiamo di un certo turismo di qualità: quest’anno abbiamo avuto una significativa presenza di ospiti stranieri, soprattutto americani, che non si era mai registrato. Dato che ci onora, ma che ci deve far riflettere e ci deve stimolare nel migliorare l’offerta di servizi, dunque a non perdere questo tipo di clientela a causa della prevalenza di un turismo molto spesso di scarsa qualità. Innanzitutto le cause non sempre e non più vanno ricercate nelle affittanze estive. Sono vent’anni che il turismo è cambiato, non si viene più a villeggiare tre mesi all’anno. Generalmente si scelgono affitti settimanali o magari due settimane ad agosto. La prima cosa da fare è non offrire più case per lunghi soggiorni, ma per brevi periodi: ciò consente di selezionare la clientela e di ottenere reddito per un periodo complessivo più lungo. In tal modo ne guadagna anche tutta l’isola: chi viene al massimo per due settimane difficilmente cucina a casa, ma si reca ogni giorno presso diverse attività ristorative, favorendo l’economia locale. Immettere gli immobili in un circuito di casa-vacanze con affitti settimanali dunque migliora decisamente la qualità turistica dell’intera isola. Per quanto riguarda chi è socialmente scomodo, non solo le case, ma anche gli alberghi accettano di ospitare soggetti del genere. Bisogna colpire il turismo sciatto e scadente proprio nel loro modo di fare vacanza: quello ad esempio di fittare una casa per dieci persone in quaranta metri quadri, intensificando i controlli, o di sbarcare con l’auto o il motorino, di camminare a torso nudo. Tali modalità vanno costantemente perseguite e impedite: a questa gente non piacerebbe venire in vacanza dove certi modi non sono tollerati. Intendiamoci, nessuno è indesiderato, fino a quando non viene a sovvertire le nostre regole. Dunque, il punto di svolta dell’isola è innalzare il livello dell’offerta e dei servizi, facendo sì che quel turismo scadente si senta come un pesce fuor d’acqua. Bisogna quindi scegliere: non può convivere il tipo di pubblico che vuole giocare a pallone nelle strade con la clientela dei megayacht. La scelta deve essere quella della qualità».

Marco Bottiglieri: «I turisti stranieri sono arrivati senza nostri meriti particolari: ancora una volta manca un’azione ordinata e tempestiva di promozione ma anche di prevenzione per evitare di attrarre personaggi discutibili»

Da parte sua, il referente dell’Assoturismo Marco Bottiglieri, punta il dito su una mancanza di tempestività nelle misure atte a invertire la tendenza e innalzare così l’asticella della qualità: «Ad essere sinceri, noi isolani abbiamo fatto ben poco per arginare questo fenomeno, che anzi quest’anno si è manifestato ancora di più nel mese di luglio. Tale mese ha visto una insolita quantità di personaggi che da anni non si vedeva sull’isola, e parlo in particolare della zona centrale del paese, quella dello shopping. In quell’area c’è stato un enorme numero di locazioni in favore di quel certo turismo che non arreca vantaggi al territorio, e ribadisco che tale fenomeno quest’anno è stato più evidente a luglio, che non ad agosto. Non si è fatto granché per limitare la cosa: le forze dell’ordine hanno eseguito i dovuti controlli, ma manca un’azione a livello preventivo. Anche taluni provvedimenti amministrativi, ad esempio quelli adottati per le emissioni sonore, non sono andati nella giusta direzione, perché si sarebbe dovuto agire con anticipo, nel periodo primaverile, pubblicizzando e mostrando anche tramite tali provvedimenti quale tipo di turismo si intende accogliere. Farlo a stagione inoltrata impedisce di avere risultati apprezzabile. Certo, abbiamo avuto molti turisti americani e nordeuropei, ma non tanto per merito nostro: molto ci ha aiutato la pubblicità data dal film “L’amica geniale”, un po’ meno il servizio di “Travel+Leisure” che è arrivato a stagione già inoltrata (e che potremo sfruttare in seguito). L’attività di promozione dunque è sempre stata insufficiente, e anche gli effetti di Procida capitale sono stati solo indiretti. Inoltre i turisti stranieri non sono invogliati a spendere perché non c’è una sufficiente offerta di servizi: bisogna lavorare molto sull’accoglienza per creare situazioni attraenti per il turista, cosa che diminuirebbe anche l’impatto del turismo di scarsissima qualità».

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In parte è vero che il problema è quello degli affitti brevi ultrasettimanali delle case, quelli di circa 30 gg, spesso a nero, anche reiterati perché non richiedono la registrazione del contratto.
Si tratta quasi sempre di famiglie numerose napoletane “veraci”, di cui alcuni componenti sono pendolari del weekend. Sbarcano anche l’auto in tempi “non sospetti”, spesso cariche di derrate alimentari, andando ad incrementare il caos traffico e parcheggio…

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