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Sant’Angelo: arriva il divieto di giocare a pallone ed è polemica

di Isabella Puca

Serrara Fontana – Ci si lamenta che i giovani d’oggi sono chiusi in casa davanti a playstation, videogiochi e tablet, che non socializzano tra loro e poi? E poi si vieta loro di aggregarsi in strada per giocare col buon vecchio pallone. Accade anche a Sant’Angelo dove è comparso un bel divieto rivolto soprattutto ai più piccoli “è vietato giocare a pallone”, un cartello che ha subito mosso la polemica nel paese. Da una parte c’è chi quel divieto lo ritiene giusto, dall’altro chi pensa che con un divieto per bambini il paese si può dichiarare definitivamente morto. Non è la prima località dove appare un divieto simile: basti pensare alle spiagge dove orde di bambini pieni di energia nascondono i palloni alla vista dei vigili urbani per non farseli sequestrare. Eppure nella piazzetta del porticciolo tante generazioni si sono confrontate e sono cresciute proprio tirando i calci ad un pallone, gioco che oggi non è più gradito. «I nostri figli devono andar via da Sant’Angelo, – scrive qualcuno – non gli viene offerto nulla anzi gli viene tolta ogni tipo di libertà.  Spero che questa cartellonistica valga per quei pochi mesi estivi in cui a Sant’Angelo c’è rimasta un po’ di vita». «Invece di incentivare l’intrattenimento dei bambini (d’altronde S. Angelo è una destinazione per famiglie), adottate delle scelte sulle quali non si può essere d’accordo». Scrive qualche altro sottolineando che quella piazzetta era un piccolo angoletto di paese in agonia, tuttavia ancora vivo. «Generazioni intere hanno giocato nel porticciolo. Ricordo campi di calcio e pallavolo sulla spiaggia, tornei di tiro alla fune, palo della cuccagna, corsa con il sacco. Sant’ Angelo era pieno di palloni volanti, da sotto la torre alla Madonella. Il paese era pieno di gente. Per fare il giusto alcune volte basta guardarsi indietro». In realtà a rendere necessario il divieto è proprio un episodio avvenuto nel mese di luglio; a spiegarlo è il consigliere Lucio Poerio Iacono. «Un gruppo di ragazzini in vacanza qui, ha praticamente trasformato il posto in un campo di calcio, creando non poco disturbo ai residenti e turisti e a tutti quelli che passavano per quel posto. Ad un certo punto qualcuno dei residenti, stanco di questo andazzo, ha provato a fermarli dicendo loro che in quel posto era vietato giocare a pallone. La risposta è stata che non c’era nessun cartello che vietasse il gioco del pallone in quel luogo. E più d’una volta si è sfiorata la rissa. Informato dei fatti, ho dato personalmente disposizione di affiggere quel cartello e credo di aver fatto bene visto che in poco tempo la situazione si è calmata. Si è oltremodo evitato che ci fosse un’escalation violenta, come è accaduto alla Mandra a Ischia, dove il panico tra i turisti ha prevalso e cagionato varie disdette e partenze anticipate dall’Hotel Miramare e Castello e da altre strutture ricettive della zona. Inoltre – ha aggiunto il Consigliere – il cartello non dice “tenete i bambini in casa altrimenti ce li mangiamo”, ma vieta solamente di giocare a palla, ma ci sono tantissimi altri giochi che non vieta, quali girotondo, mosca cieca, guardie e ladri, arca di noé, quattro cantoni, bastian contrario, salto con la corda, ruba bandiera, un due tre stella, tiro alla fune, acchiapparella, campana, etc. Non credo sia di vitale importanza, soprattutto in alcuni mesi dell’anno, far fare giochi ai propri figli che, in determinati luoghi, possano effettivamente dare fastidio. Una persona che passeggia tranquillamente, non è detto che debba prendersi una pallonata in faccia. Ti assicuro che vivendo quel luogo tutto i giorni, ho visto che i genitori di Sant’Angelo e non, hanno portato lì i propri figli a giocare per tutta l’estate e si sono divertiti sempre, facendo tanti altri giochi, con la differenza che i bambini già da piccoli devono imparare a rispettare alcune piccole regole che però servono per la civile convivenza». Nonostante la spiegazione affiancata al divieto qualcuno non ci sta come Raffaella che scrive, «Sant’ Angelo è il paese dei divieti. Dei bambini non interessa niente a nessuno, sono stati sempre un fastidio». O come Katia che aggiunge: Grazie Lucio per la spiegazione. Almeno ora sappiamo chi ringraziare. Qualche anno fa era apparso il cartello che a S.Angelo è vietato andare in bicicletta, ora che è vietato giocare a pallone… domani a quale altro gioco toccherà?».

 

 

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