CULTURA & SOCIETA'

Violenza di genere, una mattinata di riflessione al Polifunzionale

Il convegno promosso dalla Commissione Regionale alle Pari Opportunità rientra nel Progetto “Donne a tutto tondo”, promosso dall’amministrazione del Comune di Lacco Ameno

Sensibilizzare i più giovani e al contempo offrire loro strumenti adeguati per poter agire e muoversi qualora si trovassero ad essere protagonisti o testimoni di atti di violenza di genere. E’ stata questa, in estrema sintesi, la mission del convegno “Come riconoscere le forme di violenza e contrastarle”, svoltosi ieri mattina presso il polifunzionale di via Morgioni ed indirizzato agli studenti delle scuole medie e superiori del territorio isolano.

Un appuntamento che ha rappresentato solo una delle iniziative messe in campo, a partire dallo scorso anno, dall’amministrazione di Lacco Ameno, guidata dal sindaco Giacomo Pascale e rientranti in “Donne a tutto tondo”, progetto fortemente voluto dall’assessore alla Cultura del Comune del Fungo, Cecilia Prota ed incentrato su tematiche quali la parità dei sessi e il contrasto alla violenza di genere.  E proprio di violenza di genere, femminicidio e stalking si è parlato anche nell’incontro di ieri mattina che, oltre alla presenza del sindaco Pascale, di Cecilia Prota e dei dirigenti scolastici Giampiero Calise, Assunta Barbieri e Lucia Monti, ha visto l’intervento della Commissione della Pari Opportunità della Regione Campania, motore e cuore pulsante dell’iniziativa.

«L’obiettivo di questo convegno – ha esordito il presidente della Commissione, Natalia Sanna – è quello di creare nelle giovani generazioni di oggi, una coscienza scevra da ogni condizionamento, promuovendo una cultura della non violenza e al tempo stesso far conoscere come funziona e lavora la Commissione regionale della pari opportunità, oggi costituita da 45 delegati, formata da esperti di ordini professionali e di associazioni e che si impegnano quotidianamente su queste tematiche». La Regione Campania, infatti, oltre ad essere l’unica Regione italiana ad aver instituito un fondo per i figli orfani di vittime di violenza di genere si è fatta promotrice recentemente di alcune importanti iniziative sul tema.

Non ultima l’installazione di panchine rosse simboliche in alcuni Comuni del territorio napoletano in memoria proprio di vittime di violenza di genere: la prima, installata a Portici intitolata alla memoria di Teresa Buonocore, vittima della camorra e di femminicidio, la seconda nel Comune di Vitulano, alla memoria di Giordana, giovane mamma napoletana anch’essa rimasta vittima di femminicidio.

«Le panchine sono di colore rosso, come quello del sangue – ha spiegato Maria Lippiello, coordinatrice degli Stati Generali delle donne della Regione Campania – e rappresentano il posto vuoto nel mondo lasciato da donne che sono state vittime di violenza. Sono un piccolo gesto per tenere sempre alta l’attenzione e la coscienza sul fenomeno del femminicidio e sulla violenza di genere di cui, purtroppo, oggigiorno si sente sempre più parlare». Un’ iniziativa questa a cui sono state, quindi, invitate a partecipare anche le amministrazioni dell’isola che potrebbero dunque cominciare anch’essa a pensare alla possibilità di installare una panchina rossa, dando così, un ulteriore segno di sensibilizzazione sull’importante tema.

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Seppure infatti sul nostro territorio, fortunatamente non si siano mai verificati casi di femminicidio, non mancano, come raccontano anche le cronache nostrane, episodi di violenza di genere. Episodi che forse proprio perché si vive in un ambiente molto piccolo come quello di Ischia, si fa ancora fatica a denunciare, per vergogna o paura o semplicemente perché, ancora non si sa come comportarsi dinanzi ad essi. Ed ecco perché è fondamentale sensibilizzare ed istruire i più giovani a riguardo affinchè siano in grado di capire quando e come comportarsi dinanzi a determinati fenomeni: che siano atti di violenza commessi tra le mura domestiche tra i propri genitori o che abbiano magari come vittime, compagne o amiche di scuola. Importante, infatti, è individuare i segnali di una possibile situazione di violenza che spesso, finisce per essere un circuito pericoloso dal quale anche uscire diventa difficile.

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«Purtroppo – ha spiegato alla platea di studenti Chiara Esposito, psicologa e criminologa esperta in violenza domestica-  ci sono degli stereotipi che fanno sì che non si denunci la violenza. Quali che è colpa della donna se essa rimane vittima, o che chi commette reati di violenza di genere ha una qualche patologia e quindi bisogna essere comprensivi. Ma tutto questo non è vero. Facendo così purtroppo si entra in un circolo vizioso, un circolo di violenza che purtroppo si ripete all’infinito fino a quando non scaturisce in femminicidio. Bisogna, invece, sempre chiedere aiuto, fin dall’inizio».  Importante però non è solo prevenire il femminicidio ma anche agire contro un fenomeno altrettanto diffuso come lo stalking di cui oggi giorno rimangono vittima sempre più donne e che è punito severamente anche dalle normative.  «Oggi è difficile – ha commentato Libera Cesino, componente della Commissione Pari Opportunità ed esperta nella difesa dei reati di genere – trovare qualcuno che non sia stato protagonista o testimone di violenza.

Ecco perché è fondamentale dare ai giovani, fin dall’adolescenza nozioni e punti di riferimento ai quali rivolgersi».   Tra questi, il 1522 numero Antiviolenza e Antistaling promosso dal dipartimento delle Pari opportunità della presidenza del consiglio italiano e che, fornendo assistenza ed informazionei, è un utile strumento di sostengo per le vittime di violenza di genere. A rappresentare però un punto di riferimento proprio per i più giovani, è anche l’istituzione scolastica, che oggi giorno, anche sulla nostra isola, è sempre più attrezzata a fronteggiare a garantire un aiuto concreto a chi non sa come riconoscere ed agire di fronte a casi di violenza di genere.

«La scuola – ha spiegato Tina Monti, professoressa ischitana e specializzata sul territorio nostrano in attività di prevenzione alla violenza di genere –  può aiutare ragazzi e famiglie in questi casi. Quello che viene detto tra le mura scolastiche è protetto dal segreto professionale per cui non si deve aver paura o vergognarsi di fare presenti situazioni di violenza.  Ci deve essere una scuola di genere, perché si parla ancora troppo poco di certe problematiche. Una scuola che comunichi ai giovani quali sono i segnali per combattere la violenza». Dopo i vari interventi degli esperti, spazio è stato dato alle domande degli studenti che hanno mostrato vivo interesse ed attenzione verso la tematica.

Il convegno, insomma, ha rappresentato un forte momento di riflessione sulla parità di genere e sulla violenza. Le iniziative sul territorio isolano della Commissione Regionale delle Pari Opportunità, promosse su tale tematiche però non si sono concluse con la giornata di ieri. Il prossimo appuntamento, infatti, è per il prossimo 25 marzo con un convegno sulla violenza domestica e con un progetto che vedrà coinvolti i ragazzi, la prossima estate, in un lavoro di ricerca su tale tematica, con la collaborazione della Biblioteca Antoniana.  

Foto Franco Trani

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