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Sconti per chi collabora: ecco il piano del pm Woodcock contro la corruzione

Leggi, prassi e circolari sul deposito delle intercettazioni stanno avallando l’idea che potranno salvarsi «solo i ricchi che potranno permettersi avvocati bravi e costosi e disposti a passare mesi e mesi ad ascoltare in sala intercettazioni quelle non trascritte e indicate nei brogliacci come irrilevanti, e che forse contengono la prova dell’innocenza del loro cliente».

Il pm di Napoli Henry John Woodcock, intervenendo ad un convegno sulla giustizia che si è svolto al Museo Correale di Sorrento, definisce la corruzione «un tumore che si estende sempre di più»,. Nel corso del dibattito, il pm ha anche messo in guardia sul rischio che alcune disposizioni in materia di intercettazioni possano aprire sempre più la strada «ad un processo per ricchi».

Woodcock ha poi commentato la recentissima sentenza e Sezioni Unite della Corte di Cassazione dice sì all’utilizzo del virus spia su smartphone e tablet ma solo nelle indagini di mafia e terrorismo.

«Aspetto di leggere le motivazioni – ha detto -. Da parte mia auspico una rapida iniziativa del legislatore che estenda le norme in materia di intercettazioni relative ai processi contro la criminalità organizzata anche ai più gravi reati contro la pubblica amministrazione, come la corruzione».

Il magistrato, che ha condotto alcune fra le più importanti inchieste su malaffare e sulla questione del Coopgas a Ischia dove è stato coinvolto anche il sindaco Giosi Ferrandino, oggi fa parte del pool anticamorra, ha aperto alla possibilità di impiegare “agenti provocatori” nei processi per tangenti, indicando un paio di ulteriori soluzioni per disciplinare in materia più efficace questa materia, a cominciare dall’inserimento dei processi per il reato di corruzione tra quelli da trattare in via prioritaria, come avviene ad esempio per i dibattimenti di criminalità organizzata e terrorismo.

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Il pm napoletano ha prospettato la possibilità di introdurre sconti di pena analoghi a quelli applicati per i collaboratori di giustizia «con la eventuale assegnazione – ha sottolineato – di un termine entro il quale esternare l’apporto collaborativo».

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«La corruzione è un fenomeno criminale sistemico e a catena, come la criminalità organizzata in senso stretto e come tale va combattuta con altrettanto efficaci strumenti investigativi e processuali», ha spiegato Woodcock.

Il magistrato mette in guardia dal pericolo di avallare “un processo per ricchi” dove “l’esito del processo e la tutela della riservatezza venga condizionata dal portafoglio dell’indagato”. Alcune circolari sembrano spostare il baricentro della valutazione sulla rilevanza o meno delle conversazioni intercettate dal magistrato alla polizia giudiziaria. Ma questa funzione, sottolinea Woodcock, deve restare prerogativa esclusiva del pubblico ministero che «è e deve rimanere nel bene e nel male il protagonista e il responsabile di qualsivoglia scelta fatta nel corso delle indagini».

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