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Processo isola ecologica, arrivederci in primavera

Dalla Redazione

ISCHIA. Doveva essere il giorno della discussione, quello dedicato all’arringa, a conclusione della fase dibattimentale. Invece ieri mattina, presso la quarta sezione del Tribunale di Napoli,  non c’è stato spazio per nessuna arringa nell’ambito del processo per la “nuova isola ecologica” realizzata a Lacco Ameno. L’assenza di uno dei magistrati, che tecnicamente si definisce come composizione anomala del collegio,  ha infatti imposto il rinvio della discussione all’udienza del prossimo 21 marzo. Arrivederci quindi al primo giorno di primavera, per la fase finale di questo lungo processo che ha messo sotto accusa la quasi totalità dell’amministrazione comunale lacchese dell’epoca: la realizzazione dell’isola ecologica fu decisa nel 2008, su un terreno appartenente a una società facente capo a Domenico Marrazzo. Fu quindi l’amministrazione Irace a essere ritenuta responsabile, secondo la Procura, di reati quali il falso ideologico, l’abuso d’ufficio e truffa. Accuse che a vario titolo coinvolgono non soltanto l’allora sindaco e il titolare dell’area, ma tra gli altri anche l’allora consigliere comunale Domenico De Siano, l’attuale primo cittadino di Lacco Ameno Giacomo Pascale, il consigliere Ciro Calise, Oscar Rumolo e Crescenzo Ungaro (all’epoca a capo dell’Utc). Dopo la deposizione dei vari testimoni indicati dal pubblico ministero e del consulente dell’accusa, il dottor Boeri, lo scorso giugno fu la volta dei  consulenti di parte difensiva, quando furono ascoltati i professori Benito Trani, Gigiotto Rispoli ed Elena Lombardi, chiamati a illustrare la legittimità delle scelte operate dall’amministrazione lacchese. I tre in varia misura “smontarono” le conclusioni del dottor Boeri, sia dal punto di vista amministrativo che da quello più squisitamente tecnico, affermando la legittimità delle modalità di finanziamento dell’opera a cui avevano attinto gli amministratori lacchesi, e la correttezza dell’esecuzione dei lavori, in particolare per quanto riguarda l’impermeabilizzazione dell’area tesa ad evitare che il percolato penetrasse nel terreno sottostante, inquinandolo irrimediabilmente. Resta quindi da attendere la fine dell’inverno per assistere alla fase finale e a alla decisione del collegio presieduto dal giudice Acierno.

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