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L’occasione offerta dalla presentazione del libro “Diritti inquinati / Un mare di …. promesse, inganni, diritti negati e di affari nella recente storia dei trasporti marittimi nel golfo di Napoli”, scritto dal prof. Nicola Lamonica, il cui ricavato sarà a favore dell’Associazione Autmare, tenutosi sabato 20 gennaio presso la sala consiliare “V. Parascandola” del Comune dell’isola di Graziella e che ha visto la partecipazione di: Lucia Mameli, Consigliere comunale con delega ai trasporti e alle associazioni; Vincenzo Schiano, Presidente Circolo Capitani e Macchinisti; Maurizio Frantellizzi, Presidente Casartigiani Procida; Domenico Ambrosino, Direttore di Procida Oggi; Franco Peruffo, Sindacato Orsa Marittimi; Giovanni Vuoso, Autmare; Maria Grazia Di Scala, della Commissione Regionale ai Trasporti, ha offerto interessanti spunti di riflessione sul problematico e travagliato comparto dei trasporti marittimi con i conseguenti disagi che residenti e pendolari (e non solo) vivono in maniera quotidiana.

Da questo punto di vista, complessa la situazione che vede protagonisti alcuni lavoratori della società di navigazione CAREMAR, così come rappresentata da Francesco Peruffo, Segretario Regionale OR. S. A. Marittimi Campania. “La privatizzazione della CAREMAR – dice Peruffo – ha prodotto a mio avviso, più danni che benefici ai lavoratori con famiglie a seguito e in ultimo alle comunità. Nel contratto di privatizzazione, sarebbe stato ragionevole che chi si aggiudicava la gara per l’acquisto della CAREMAR, non dovesse toccare minimamente né il personale e né il nome societario, almeno fino a quando questi signori beneficiassero ancora dei fondi Regionali. In un primo momento sembrava fosse così, ma successivamente si è iniziato a toccare il personale imbarcato, prima con una nuova turnistica di lavoro, togliendo il rapporto 1:1 eliminando quindi i 7 giorni di riposo a casa dopo i 7 giorni di lavoro a bordo di 16 ore giornaliere. Questo a discapito dei marittimi imbarcati con turni massacranti con relativo aumento dello stress psico-fisico e pochissimo riposo. Con la complicità dei Sindacati Confederali, CGIL, CISL, UIL, UGL e FEDERMAR, hanno cambiato il vecchio contratto di 2° livello nel dicembre 2015 e successivamente nel febbraio 2016, contratto peggiorativo, portando il marittimo CAREMAR a uno status di schiavitù e povertà poiché molte voci e competenze spettanti in busta paga, sono state eliminate a fronte delle stesse ore di lavoro e forse più. Tutto questo, sotto l’occhio vigile (almeno così doveva essere) della Regione Campania.

Inizia la battaglia lavoratori CAREMAR affiancati anche dagli ex bigliettai storici della CAREMAR, che in quel periodo vennero licenziati. I marittimi CAREMAR, in massa decidono di aderire all’OR. S. A. Marittimi costituendo un comitato referendario per promuovere un referendum abrogativo del nuovo contratto di 2° livello. Autorizzati dal Prefetto e con tutte le carte in regola, il 29 e 30 marzo 2016, nei locali della stazione marittima di Napoli, 117 marittimi su 148 aventi diritto al voto, si esprimono a favore dell’abrogazione del suddetto accordo con 117 SI e nessun NO. La CAREMAR non ha mai voluto riconoscere la vittoria di questo referendum assumendo atteggiamenti dai toni arroganti e, venendo a conoscenza dei nominativi che avevano espresso il voto, iniziava a fare ritorsioni nei loro confronti, costringendoli persino a cancellarsi dall’OR. S. A. Iniziano così una serie di scioperi che man mano hanno partecipazione sempre meno da parte dei lavoratori, perché minacciati a non aderire. La guerra a tutt’oggi tra OR. S. A. e CAREMAR è ancora aperta poiché non è mai stata invitata a nessun tavolo di trattativa e si è vista revocare moltissime deleghe sindacali dei marittimi. A dare il colpo di grazia – continua il segretario OR. S. A. Marittimi Campania – è stato il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (C.C.N.L.) il quale stabilisce che i marittimi devono essere imbarcati con una convenzione d’imbarco a tempo indeterminato con un periodo d’imbarco massimo di 4 mesi e 2 mesi a casa. A tale scopo la CAREMAR ha iniziato a sbarcare per avvicendamento tutti i marittimi come me che da anni erano stati stabilizzati da sentenze storiche anche di Corte di Cassazione emesse da Giudici del Lavoro, confondendo quindi il contratto a tempo indeterminato di cui parla il nuovo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, con il rapporto di lavoro a tempo indeterminato datoci dal Giudice del Lavoro che stabilisce che dobbiamo lavorare 365 giorni all’anno. Ed ecco che molti di noi sono stati costretti di nuovo a rivolgersi al Giudice del Lavoro poiché, qualora avessimo accettato, avremmo rinunciato a tutti i diritti acquisiti negli anni e nello stesso tempo saremmo stati costretti ad iscriverci al Turno Particolare del Collocamento della Gente di Mare, turno che ormai non esiste più da anni e che porta il marittimo ad uno stato di precarietà.

Altri colleghi invece hanno preferito accettare rinunciando all’azione legale perché sobbarcati da mutui e altre spese. I ricorsi sono stati vinti di nuovo e nonostante il Giudice del Lavoro abbia condannato la CAREMAR al reintegro immediato nel posto di lavoro e al pagamento di tutte le mensilità per il periodo che il lavoratore è rimasto a casa fino al giorno del reintegro, dopo il danno anche la beffa, la CAREMAR ha fatto ricorso in appello e chissà in una futura Cassazione, non pagando né mensilità e né spese processuali nonostante le sentenze fossero tutte in formula esecutiva.

Questa è la nuova gestione CAREMAR, che ha mandato lavoratori storici a casa assumendo nuovo personale part-time dal Turno Generale del collocamento per beneficiare delle detrazioni fiscali col Jobs-act. Loro mirano solo al risparmio, stanno abbassando le tabelle di armamento con conseguente riduzione di stazza e portata passeggeri nel periodo invernale, pur di risparmiare sui costi del personale, senza tener conto che le navi sono obsolete e hanno bisogno di personale a bordo per fronteggiare eventuali emergenze mettendo quindi a serio rischio la sicurezza passeggeri e la salvaguardia della vita umana in mare. Tutto questo con il benestare di sindacati, Autorità Marittima e R. I. NA.

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L’OR. S. A. continua e continuerà la sua battaglia a fianco dei marittimi CAREMAR, insieme al carissimo e stimato Prof. Lamonica qui presente a cui vorrei dedicare un caloroso applauso.

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Più volte abbiamo scritto al Governatore De Luca senza avere un minimo di risposta. Abbiamo fatti vari esposti, all’I. L. O. (Organizzazione Mondiale del Lavoro), ai Ministeri competenti, al Parlamento Europeo; a riguardo c’è una petizione aperta presso la Commissione  Parlamentare Europea a seguito di un esposto fatto da un nostro marittimo riguardante gli orari di lavoro e di riposo, petizione che come vi dicevo è ancora aperta poiché la presidente della Commissione ha inviato una nota al Ministero del Lavoro e all’Ispettorato del Lavoro di Napoli chiedendo delucidazioni in merito nonché  altri esposti alla Procura della Repubblica, alcuni dei quali sono argomento di indagini in corso. In ultimo – conclude Francesco Peruffo – con il prezioso aiuto del Consigliere Regionale con delega ai Trasporti, Avv. Mariagrazia Di Scala, abbiamo chiesto un audizione in Regione poiché quella di due anni fa, chiesta dal nostro Legale Avv. Cesarina Barghini del foro di Livorno, alla vigilia dell’evento, fu rimandata, non si è capito per quale motivazione, a data da destinarsi e non più concessa”.

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