CRONACA

Strage, fanghi e tante ombre. La tragedia infinita di Casamicciola

Frana 3 – Un fenomeno circoscritto che divora soldi peggio del terremoto. Lavori di messa in sicurezza dei valloni alluvionali e trasporto fanghi “attenzionati” dal malaffare. La Sma nella bufera e gli sfollati che soffrono le pene dell’inferno per lo stop di aprile alla sistemazione alberghiera. Una storiaccia senza fine che lascia ancora molti dubbi e interrogativi

Altro che terza e ultima puntata sull’AFFARE frana del Celario e dissesti idrogeologi delle località collinari di Casamicciola! In questa bruttissima storia che per il momento ha portato agli arresti domiciliari un certo Salvatore Langellotto, implicato sembra per il trasporto del materiale inerte dall’isola d’Ischia in terraferma, è in arrivo un “dossier” coi fiocchi e controfiocchi; un libro di 120 pagine, sulla falsariga della pubblicazione sul sisma del 2017, che riesce a delineare a malapena la mostruosa trastola messa in piedi dai “soliti noti” per fagocitare miliardi di vecchie lire (utilizziamo sempre questo tipo di raffronto per valutare il peso del denaro finito nelle gole profonde di tanti addetti ai lavori) a tutto danno della povera popolazione di Casamicciola. In realtà quest’ultima puntata della nostra inchiesta sul nubifragio del 26 novembre 2022 tende soltanto a chiudere il cerchio su di una narrazione generale dei fatti accaduti e di quelli in pieno svolgimento, giusto per offrire una lettura precisa degli avvenimenti che presentano forti caratteri di atti delinquenziali all’esame della Procura partenopea. Per poterci districare nell’intricato labirinto burocratico e di complesse procedure di legge che il commissario legnini va seguendo in prima persona fin dal suo insediamento nel nuovo incarico del 28 novembre 2022, ci siamo affidati ad una “scaletta cronologica” come un filo d’Arianna, per non perdere la bussola e finire sulle secche di un percorso ricco di insidie e di “cose” spesso incomprensibili per un comune mortale fuori dai giochi di potere e dalle manovre volpine di una politica inqualificabile.

IL “BALLETTO” SULLA NOMINA DEL COMMISSARIO

Partiamo velocemente dai giorni successivi al ritrovamento delle dodici vittime colpite nel sonno, alle cinque del mattino, dalla frana del 26 novembre 2022. L’infernale jungla legislativa si metteva in moto per procedere alla nomina del commissario straordinario all’evento disastroso e promuovere l’intervento del Governo con un primo stanziamento di Fondi per l’emergenza. Si vuole nominare Simonetta Calcaterra, commissario prefettizio di Casamicciola, ma il presidente della Regione Vincenzo De Luca fa sentire subito la sua voce chioccia, dichiarandosi contrario alla designazione. Che ci sia ancora qualcuno ad ascoltare il governatore, destinato dopo tanti anni di disastri procurati alla nostra sfortunata Campania alle pantofole salernitane, è veramente un mistero! Ma tant’è, a Roma vanno per le spicce e affidano un secondo “mandato” a Giovanni Legnini che ha già tante gatte da pelare con il terremoto del 2017. De Luca gongola, ma non è ancora soddisfatto. Per difendersi dalle accuse che piovono da tutte le parti sulle clamorose “assenze” regionali sui lavori preventivi a farsi sulle colline di Casamicciola, mette nel suo sfuocato mirino l’ex sindaco Giuseppe Conte, che – sia ribadito ancora una volta – ha martellato per mesi e per anni tutte le istituzioni del Belpaese, partendo dall’alluvione del 2009, con richieste di fuoco tutte indirizzate verso l’inderogabile necessità di eseguire lavori idraulici e messa in sicurezza idrogeologica dell’intero arco collinare di Casamicciola, compresa la pulizia appropriata degli alvei alluvionali di Fasaniello, Puzzillo, Negroponte, Senigallia, Cava del Monaco a vallone La Rita. Il frasario adottato da De Luca – protervo e offensivo- buttava tutto sul ridicolo con dodici morti ancora caldi sotterrati da una montagna di fango precipitata dalle falde dell’ Epomeo.

Un amministratore pubblico, accasato fra i comunisti napoletani che lo hanno fatto eleggere con una messe di voti, perché non erano ancora a conoscenza di che panni vestisse costui, si prendeva lo sfizio, dopo gli apprezzamenti non certo lusinghieri per la Calcaterra, di sfottere il buon Peppino Conte per il solo fatto di essere cittadino attento e scrupoloso e di avere osato di importunare le cosiddette autorità preposte -due mesi prima della tragica frana – con segnalazioni da definirsi:….”Richieste da mettere in conto il calare del sole…Ischia è già a pag. 10…Un signore che è stato sindaco di Casamicciola, il quale aveva mandato quattro giorni prima della frana un fax a tutto il mondo per un territorio fragile che tutti noi sappiamo…..Non credo che l’ex sindaco avesse un filo diretto con il padre eterno e fosse in grado di prevedere esattamente quello che succedeva”.

GLI APPELLI (COLPEVOLMENTE) IGNORATI DI PEPPE CONTE

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Fin qui De Luca, disinformatissimo, quanto gratuitamente offensivo e impunito. Peggio con un pubblicista isolano, che sposava in pieno le contumelie Deluchiane scrivendo da par suo:”…Un fascicolo giudiziario che, depurato dai deliri senili di Peppe Conte…”…”Cosa è successo, in effetti sabato? E, nei fatti volendo dare per buono anche le elucubrazioni senili di Peppe Conte”. Poi la stoccata finale in un miserevole trafiletto del 29 novembre 2022:” Ancora Peppe Conte? Ma basta! Un ex sindaco che ci viene a dire del rischio idrogeologico ischitano….quel sindaco che ci ha esposto al pubblico ludibrio per il depuratore di Giugni… quel sindaco che ha favorito il sacco del territorio e protetto l’abusivismo edilizio…farneticazioni sul rischio idrogeologico… perchè non si è preoccupato della frana del monte Vezzi a Ischia”.

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Amici miei, l’estensore di queste deliranti fanfaronate, stampate grazie ad un Giornale benefattore partenopeo, deve ringraziare il buon cuore di Giuseppe Conte per avere evitato miracolosamente una querela pesante assai, da aggiungersi alle altre che vengono taciute dal diretto interessato per motivi del tutto intuibili. Lasciamo queste umane miserie per affrontarne altre di maggior spessore. Per tutti gli anni 2009 (primo nubifragio) 2022 (seconda alluvione) lungo un percorso di ben 11 anni, fra Governo italiano, Regione Campania, Unità di Bacino, Protezione Civile, Comune di Casamicciola e Commissariato all’Emergenza frana sono state prodotte tante cartacce da superare la Torre B del Centro Direzionale. Disposizioni legislative, Carte di Rischio, mappe idrogeologiche, Decreti commissariali, Delibere Comunali, Delibere Regionali, Accordi di Programma, Designazione Soggetti Attuatori di Lavori, Costituzione del Comitato di Indirizzo e Controllo per la Gestione dell’Accordo di Programma e consimili “fetenzie” procedurali hanno attraversato 15 mesi di rimpalli e scaricabarile fra opposte fazioni istituzionali, mentre 110 persone sgomberate dalle alture del Celario e dintorni, sono state mandate a poltrire in una stanza d’albergo in attesa di finire sistemate per il resto dei loro giorni in qualche “modulo prefabbricato” sull’esempio degli studenti del D’Abundo e del Balsofiore di Forio.

CALDORO, L’ARCADIS, DE LUCA E IL… DE PROFUNDIS

La storiaccia della frana di Casamicciola si dipana sulla falsariga del terremoto del 2017 ma con alcune varianti che raccontiamo telegraficamente. Nell’anno 2014 (a cinque anni dal primo nubifragio), il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro brancolava ancora nel buio insieme all’infinita schiera di collaboratori di via Santa Lucia, pagati profumatamente dai contribuenti della Campania Infelix per scrivere inutili cartacce e tentare di spillare denaro al Governo Italiano attraverso le più spericolate richieste di finanziamenti per opere pubbliche superdimensionate e super stimate. Caldoro si dava finalmente una mossa ai principi del 2014 e incaricava l’Agenzia Regionale Campana di Difesa del Suolo (Arcadis) di progettare l’intervento denominato “Sistemazione Idrogeologica (IF 13) nel Comune di Casamicciola Terme” a cura dei tecnici, ing. Giuliano Barbarito, arch. Pietro Delle Donne, arch. Mario Bruno e geologo Vincenzo Palmieri, per un importo di 6 miliardi di vecchie lire. Tutto in ordine per dare inizio ai rilievi tecnici sulle aree interessate dal nubifragio? Nemmeno per sogno, amici Lettori,! Le procedure sono lunghe, complesse e tortuose; purtroppo coinvolgono un sacco di gente: i tecnici, i commissari, i progettisti, i geologi, i Direttori Generali, la Società SIA- Progetti, il “Dipartimento della Salute e Risorse Umane”, la “Commissione V.I.A. – V.A.S. e V.I.” (Valutazione di Incidenza Appropriata) ed un altro sterminato esercito di uffici periferici messi in piedi da menti diaboliche che avranno probabilmente studiato nei più piccoli dettaglia la macchina burocratica Borbonica che all’epoca dava i punti a mezza Europa.

Fatto sta che arriviamo al mese di aprile del 2017 (a tre anni dalle disposizioni emanate da Caldoro) e finalmente i saggi geognostici e i rilievi topografici dell’Arcadis sono pronti e impacchettati per dare l’avvio alla procedura di affidamento lavori. Ma qua vi volevo, amici vicini e lontani. Con l’avvento del nuovo presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il carrozzone dell’Arcadis veniva messo in liquidazione e sciolto d’autorità (DD- GR n.121, 217, 261 del 2017 e n.323 del 2017) insieme al “soggetto attuatore regionale” per i lavori di Casamicciola. Tutto da rifare, o almeno quella parte – la più importante – che riguarda l’assunzione diretta delle opere a farsi con gli annessi e connessi della vigilanza, contabilità, approvazione degli interventi, affidamento in appalto dei lavori, Direzione e collaudo delle Opere, ecc.,ecc. Un brutto rospo da digerire che De Luca spedisce difilato in bocca al sindaco Giovan Battista Castagna, che accetta a scatola chiusa (Soggetto Attuatore n.426 del 22 settembre 2017) il bel regalo regionale comprendente anche la Convenzione firmata da Michele Palmieri, direttore generale della DGA Ambiente della Regione Campania, in data 17 dicembre 2018. E’ dall’anno 2018 che avrà inizio il tiro e molla fra Regione e Comune di Casamicciola in tema di gare di appalto e inizio lavori negli alvei alluvionali e pareti friabili delle località pedemontane di Casamicciola. Il presidente De Luca accusa il sindaco Castagna di completa inerzia malgrado i solleciti regionali, mentre dal canto suo Giambattista ‘e Turcone (scarpe grosse e cervello fino) non se ne dà per inteso e si trincera dietro uno spesso muraglione di…silenzio. La Regione ha stanziato un paio di milioni di ero per opere idrauliche necessarie per ripulire gli alvei intasati, mentre il Comune di Casamicciola, gioca come il gatto col topo, fingendo di occuparsi della faccenda arrivando ad avviare una gara di appalto dei lavori che – incredibile ma vero – resta ferma al palo con il suo Rup, l’UTC e lo stesso sindaco affaccendato nel marasma del dopo terremoto.

LA TRAGEDIA DEL 26 NOVEMBRE 2022 E LE SUE VITTIME

Passano altri quattro anni di paralisi totale della pratica “Nubifragio 2009” nel corso dei quali gli alvei collinari di Casamicciola si riempiono all’inverosimile di terreno franato, detriti vulcanici, tronchi di albero e massi rocciosi anche di grosse dimensioni. Il mese di novembre del 2022 è particolarmente piovoso; per una intera settimana antecedente il giorno 26, le piogge torrentizie hanno flagellato l’isola d’Ischia e “gonfiato” le alture di Casamicciola, i fianchi scoscesi del Campomanno, le pareti tufacee della Pera, del Cognulo, dell’Acqua Piccola, del Cretaio,del Celario e del Rarone. Iniziano a sgretolarsi porzioni di detriti e di maschione piroclastico che si immettono, per caduta libera, nei crepacci e canaloni di deflusso delle acque meteoriche, insieme a tronchi d’albero rinsecchiti, massi rocciosi e fango alluvionale, tanto da intasare completamente gli alvei di Fasaniello, del Puzzillo, di Negroponte, di Sinigallia, di Cava del Monaco e di La Rita. Alle cinque del mattino del 26 novembre – con un nubifragio in piena evoluzione e mare molto mosso – viene giù una frana dai piedi del monte Epomeo e piomba sulla collina del Celario dove è stato costruito nel corso degli anni un intero villaggio sulle vestigia di antichi cellai e piccole masserie che accolgono animali da cortile, alberi fruttiferi, modesti vigneti e botti di vino. La valanga fangosa colpisce in pieno una decina di abitazioni sfondandone le pareti e trascinando a valle i corpi di dodici persone ancora immerse nel sonno mattutino. Il fiume limaccioso si dirama in diverse direzioni invadendo soprattutto Piazza dei Bagni di Gurgitello, Via Santa Barbara, al Maio e via Monte della Misericordia per riversarsi in mare all’altezza dell’Ancora-Porto Turistico.

Decine di negozi sfondati dai massi rocciosi rotolati nel centro storico, case lesionate ai piani bassi, auto distrutte; un’ira di dio che risparmia per puro miracolo altre vite umane. Il resto è cronaca già raccontata in tutte le salse: abusivismo edilizio sotto accusa, omissioni conclamate e perfino ipotesi di omicidio colposo plurimo e disastro ambientale. A tutto ciò – come atto finale – si aggiungano episodi odiosi di infiltrazioni mafiose in relazione all’affare fanghi alluvionali da trasportare in terraferma e lavori idraulici sulle colline di Casamicciola e il quadro è completo e servito in un piatto d’oro alla magistratura inquirente. Siamo alle battute finali, ma il capitolo da scrivere è veramente orripilante.

LE OPERE AFFIDATE A SMA CAMPANIA E I TANTI DUBBI

Mancano ancora alcuni tasselli alla vicenda che ci occupa; tasselli importantissimi che vanno a completare un mosaico criminale spaventoso che parte da Napoli e provincia e va ad avvolgere ,come un sudario di brutture, la nostra Casamicciola. Parliamo naturalmente degli avvenimenti recenti della Sma Campania e di uomini e ditte al suo servizio approdati nell’Isola Verde per ingoiare la bellezza di 180 miliardi di vecchie lire (97 interventi) suddivisi in due fasi che dovrebbero comportare la messa in sicurezza dell’intero territorio di Casamicciola Terme. (Previsioni di spesa suddivise in due trance da 47 e 93 milioni di euro!). Occorre a questo punto tornare agli anni 2022 e 2023, quando le redini del dissesto idrogeologico di Casamicciola passano al commissario Giovanni Legnini. La gravità dell’accaduto non poteva rimanere lettera morta in quel balletto indecoroso Regione-Comune di Casamicciola, durato 12 anni e che aveva paralizzato il corretto iter della procedura avviata per la messa in sicurezza dell’intero territorio del comune termale. Legnini rompeva ogni indugio e il 20 dicembre 2022 indicava nella società in house Sma Campania il Soggetto Attuatore per i lavori a farsi a Casamicciola e assegnava anche compiti in via breve alla partecipata locale Amca, in seguito spedita via insieme al suo amministratore Mario Lettieri (al suo posto in data 1° luglio 2023 subentrerà Gerardo Sorrentino).

Partono i lavori suddivisi in due Sezioni: quella che si occupa del risanamento collinare, con pulizia degli alvei, sradicamento della vegetazione endemica, livellamento delle pareti tufacee e quella relativa alla rimozione e smaltimento dei fanghi in località Casale a Forio e in terraferma, nei siti di stoccaggio autorizzati dall’Arpac. Tutto sembra svolgersi per il meglio, ma aspetta per dirlo,: è in arrivo un altro nubifragio, questa volta giudiziario, che investe con la sua carica dirompente nientemenochè… la Sma Campania, che opera a Casamicciola , anche sotto “mentite spoglie”! Di che si tratta, di grazia? Lo spiegano nei minimi dettagli tutti i giornali locali, regionali e nazionali a partire dal 20 febbraio 2023 (due mesi dopo la “designazione di Legnini) attraverso una tempesta mediatica da tramortire perfino un Vincenzo De Luca, ampiamente vaccinato e corazzato per simili eventi nefasti.

La società tanto prediletta dal “governatore”, si è rivelata il crocevia di un malaffare tangentizio e di potere illimitato attenzionata da un paio d’anni dai magistrati Henry John Woodcock e Ivana Fulco (Gip Antonio Baldassarre) nel solco di una indagine partita nel 2021 su attività poco specchiate della Sma e dei suoi rappresentanti. Secondo gli investigatori ben trenta persone risultano implicate in reati di corruzione, turbativa d’asta, irregolarità in appalti pubblici e finanziamento illecito dei partiti. Nove sono i provvedimenti cautelari, cinque gli arrestati fra i quali l’ex consigliere regionale Luciano Passariello, Alessandro Soria e Cosimo Silvestro, tutti funzionari della Sma. Ci sono poi agli arresti domiciliari Agostino Chiatto e Antonio Tuccillo, “bassa forza” sempre della Sma Campania.

L’INGERENZA E L’ARRESTO DI SALVATORE LANGELLOTTO

Dalle intercettazioni telefoniche e dalle “confessioni” della gola profonda Salvatore Abbate, gli investigatori sono venuti a conoscenza che i fili della generale corruzione erano manovrati dall’amministratore unico della Sma, Lorenzo Di Domenico immesso nella potentissima carica societaria da Passariello in persona allo scopo di gestire per interposta persona gli affari milionari prodotti dalla Sma. Ma non è tutto. Gratta, gratta e i giornalisti televisivi e della carta stampata scoprono che la Sma Campania si serve “in nero” dei servigi di un certo Salvatore Langellotto, imprenditore e titolare della Società “Costruzioni Sant’Agnello” per il trasporto dei fanghi di Casamicciola in terraferma. In realtà Langellotto (pregiudicato e condannato a cinque anni di galera) ha messo a disposizione i suoi camion e autisti, ricavando una percentuale direttamente da Sma Campania. Circostanza gravissima, che preclude a una interdittiva antimafia e all’arresto del Langellotto, sebbene per alrti fatti criminosi. Tutto questo a partire dal 23 gennaio 2023. Scatenata la stampa locale e con una diffusa ostilità dell’opinione pubblica, i lavori in montagna e i trasporti dei fanghi in terraferma subiscono una brusca battuta d’arresto. Langellotto “viene licenziato”dalla Sma attraverso risibili giustificazioni per placare gli animi e preparare una difesa in sede giudiziaria. Chiudiamo questo Speciale di tre puntate riferendo del nuovo arresto di Langellotto del 13 febbraio 2024 e del blitz della DIA nel “cantiere” del Pio Monte della Misericordia del 30 gennaio 2024 in parallelo con la venuta a Casamicciola del prefetto di Napoli, Michele Di Bari. Terremoto e frana di Casamicciola faranno registrare nell’immediato futuro sviluppi imprevedibili. La malapianta della politica degenerata dovrà essere estirpata come un bubbone putrescente. Lo esige la società civile e le dodici vittime, più Anna De Felice, sacrificate su un altare oltremodo profanato.

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